I falsi segnali della proteina tumorale

I falsi segnali della proteina tumorale I falsi segnali della proteina tumorale Scoperto un fattore molecolare che scatena il processo di metastasi A Paolo Comoglio il premio intitolato a Giovanni Borello cerca finalizzata alla lotta contro i tumori», per iniziativa della locale Lega italiana lotta contro i tumori presieduta dal professor Fernando Sorisio sarà assegnato il premio «Giovanni Borello» istituito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, a Paolo Comoglio, direttore della divisione di oncologia molecolare dell'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo e titolare della cattedra di istologia dell'Università di Torino. Il nuovissimo centro alle porte di Torino, costruito e dotato di avanzatissimi laboratori per iniziativa della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro presieduta da Allegra Agnelli e diretto dal professor Felice Gavosto, è uno dei più attivi laboratori mondiali sulla frontiera avanzata dell'oncologia molecolare; in più ha una caratteristica unica, quella di comprendere, gli uni accanto agli altri, i laboratori di ricerca e i reparti di degenza, e quindi di rendere immediatamente possibile il trasferimento delle acquisizioni scientifiche alle attività terapeutiche. Candiolo ha cominciato a funzionare da meno di un anno ma è, in realtà, il punto di arrivo di una antica e prestigiosa scuola di studi medici che parte da Giuseppe Levi, lo scienziato dell'Università torinese che nella prima metà del secolo ha allevato tre premi Nobel (Salvator Luria, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini), è proseguita con Guido Filogamo, e oggi, trapiantata nel nuovo complesso, è rappresentata dalla giovanissima équipe guidata da Paolo Comoglio (trenta-quarant'anni in media, numerosi stranieri, numerosi italiani rientrati da esperienze all'estero). Un'equipe dalla quale sono già usciti, per andare a insegnare in varie università, studiosi come Maria Flavia Di Renzo, Carola Ponzetto, Gianni Gaudino, e nella quale lavorano ricercatori come Alberto Baldelli, che sta sviluppando nuovi farmaci per inibire le funzioni controllate dagli oncogeni e prevenire le metastasi; come Silvia Giordano, che studia i meccanismi con cui gli oncogeni provocano le metastasi; come Carla Boccaccio, che cerca di spiegare come gli oncogeni interferiscono con il regolare funzionamento delle cellule; o infine come Luca Tamagnone, che ha scoperto una famiglia di geni coinvolti nei processi con cui le Già ben avviata la ricerca nel nuovo Istituto di Candiolo cellule si riconoscono tra loro. Il lavoro che si svolge a Candiolo non è isolato ma avviene in un contesto di intensi contatti internazionali: è in corso una collaborazione con la facoltà di medicina dell'università di Harvard, la quale, tramite la Fondazione G. Armenise, sostiene le ricerche dell'istituto torinese con un contributo importante che si affianca ai finanziamenti dell'Associazione italiana per la -ricerca sul cancro, dell'Università di Torino, del Cnr, dell'Unione Europea, di industrie far¬ maceutiche internazionali. Stretti rapporti vengono mantenuti con i principali centri mondiali che si occupano dello studio degli oncogeni tra i quali le informazioni circolano praticamente in tempo reale via computer e Internet. A Candiolo è stata isolata una proteina-recettore codificata da un oncogene denominato Mot; è prodotta in quantità abnormi dalle cellule del cancro dello stomaco e dell'intestino e, dalla superficie delle cellule, invia loro falsi segnali di crescita e di movimento. Il segnale è detto «scatter faeton) (dal verbo inglese to scatter che significa diffondere, disseminare) e provoca, oltre che la produzione anomala di cellule, anche la loro disseminazione nell'organismo. E' la metastasi, «ed è appunto la metastasi che rende il cancro letale - dice Comoglio - e contro questo processo siamo ancora ampiamente disarmati. Qui stiamo lavorando in particolare su questo problema per mettere a punto molecole capaci di bloccare l'attività dell'oncogene Met». La vittoria probabilmente non è per domani; tuttavia, conclude Comoglio, «la sperimentazione autorizza un certo ottimismo». Vittorio Ravizza

Luoghi citati: Asti, Candiolo, Torino