IL CERVELLO DI DARIO FO

IL CERVELLO DI DARIO FO IL CERVELLO DI DARIO FO Gesto teatrale e parola tra i neuroni labbra Mento NOVE ottobre '97: radio e televisione annunciano che il Nobel per la letteratura è stato assegnato a Dario Fo. Si rimane piacevolmente sorpresi per il premio dato a un attore che, rifacendosi alla commedia dell'arte, ha sferzato in modo geniale politica, costumi e pregiudizi. Dai suoi spettacoli si esce rinnovati, come se il cervello fosse stato rimesso a nuovo. Ma come sarà il cervello di Dario Fo, grande virtuoso della parola e del gesto? Gli studi di neurofisiologia più recenti indicano che la parola e il gesto rappresentano allo stesso tempo per il cervello un'uscita e un'entrata in unfeedback che lo modifica funzionalmente e strutturalmente. Ho immaginato allora di poter fare un'analisi di visual imaging del cervello di Dario Fo, con le tecniche più moderne come la Pet (tomografia a emissione di positroni) o la Fmr (risonanza magnetica funzionale) e ho fantasticato di studiarmelo con cura in diretta, durante uno dei suoi ineguagliabili monologhi. Come prevedibile, era in piena attività una ben estesa area di Broca, l'area motrice del linguaggio, con neuroni che guidavano con grande precisione i muscoli di laringe, faringe e lingua dando vita a quelle falitaci stiche- sequenze di parole ben p orchestrate e armoniose che acquistano senso informativo a livello cerebrale dello spettatore al di là del valore delle parole stesse. Si pensi al gramelot, in cui non esistono vere parole, ma il senso logico della storia emerge ugualmente. Ho visto una grande area motoria con milioni di neuroni impegnati nei più fini movimenti di braccia, mani e gambe; ne risultava quel linguaggio dei gesti così efficace e insieme elegante. Dario si gira, alza una gamba, ed ò tutto un discorso che arriva al cervello dello spettatore a conferma della pluralità degli strumenti di comunicazione oltre alla parola scritta. Ho pensato a Marcel Marceau, il grande mimo, ma nel suo cervello non ho visto la grande area della parola. Poi ho analizzato il cervello del riso e dello sghignazzo. Esi stono nel cervello due maniere di guidare il riso e il sorriso. Vi è un riso spontaneo guidato dal cervello dell'emozione, il lobo limbico, e un riso più corticale che è sotto il controllo della volontà, al limite falso, che è gui dato dalla neocorteccia prefron tale. Vi sono forme di patologia nervosa in cui solo una delle due forme di riso è colpita, e di quale delle due si tratti testano nia la precisa corrispondenza con la sede della lesione cere brale. Quando Dario rideva < sghignazzava, ho visto i neuro ni della sua corteccia motoria molto indaffarati. Un riso prò fessionale. Si impara a muovere certi muscoli della faccia e ne viene fuori un riso standard, ri producibile: il riso dell'attore. Un cervello interessante, quello di Dario Fo. Anche la par te più mediale della corteccia frontale che è alla base della personalità e della volontà dell'individuo mi è apparsa robu sta e sviluppata. Le ricerche di neurobiologia più avanzate ci parlano di un cervello modulare e lo sviluppo particolare di certi moduli porta a speciali prestazioni che pos siamo chiamare forme di intelli genza. Si parla ad esempio di in telligenza pittorica, musicale linguistica come quella del poe ta, di intelligenza spaziale e lo gico razionale che è forse la più basilare, quella che corrisponde al comune ragionare, ma anche quella che guida il ragionamen to scientifico e matematico Quest'ultima è di gran lunga l'intelligenza o modulo cerebrale che viene più educata e rin forzata nelle nostre scuole. Tut ti questi cervelli sono diversi in effetti danno luogo a presta zioni molto diverse e spesso Come si attivano le zone encefaliche del linguaggio del riso e del moto Dario Fo, Nobel per la letteratura, è un soggetto molto interessante per chi studia le funzioni ('. cerebrali che coordinano parola, gestualità e capacità espressive enormemente specializzate tantoché un grande matematico può essere del tutto normale, o addirittura mediocre in prestazioni cerebrali al di fuori della sua professione. Ma è a tutti gli effetti una forma di intelligenza anche l'intelligenza motoria, un modulo certo molto sviluppato-in danzatori, grandi mimi, atleti, contorsionisti, chirurghi. Benché queste diverse «intelligenze» siano forme di attività del cervello umano tutte ugualmente valide e tutte dipendenti da attività simili di neuroni simili, alcune di esse sono ritenute socialmente più importanti e prestigiose mentre altre vengono tenute in poco conto perché non sembrano avere un impatto importante sulla società. Ho pensato che quello di Dario Fo era un cervello magnifico, che rallegrava lo sguardo del neurobiologo solo a guardarlo, e che era soprattutto, dal punto di vista dell'osservatore neurologo, un cervello motorio, un fantastico cervello motorio. Mi sono rallegrato che finalmente un riconoscimento così importante arrivasse ad una grande mente a prevalenza motoria. Ho pensato che gli accademici svedesi che assegnano il Nobel per la letteratura dovevano essere ben informati anche sulle pili recenti acquisizioni della scienza del cervello. Lamberto Maff ei Scuola Normale Superiore, Pisa Corde vocali

Persone citate: Broca, Dario Fo, Lamberto Maff, Marcel Marceau, Scuola Normale Superiore

Luoghi citati: Pisa