« Raiuno sconta le sue svolte » di Fulvia Caprara

« « Raiuno sconta le sue svolte » Il direttore Tantillo e i motivi della crisi «NOI, COLPEVOLI DB PRESUNZIONE» ROMA EL centro del mirino, con il problema degli ascolti che vanno giù in una stagione televisiva diversa dalle precedenti, con il pubblico che mostra un innegabile calo d'interesse nei confronti del piccolo schermo: non dev'essere una poltrona comoda, in questo momento, quella del direttore della prima rete Rai Giovanni Tantillo. Eppure, tra modifiche in corsa e inversioni di rotta, bisogna andare avanti, soprattutto adesso che alla guida di Canale 5 è arrivato il nuovo avversario Costanzo. E dire che proprio Tantillo, da settimane, lavorava per riportarlo in Rai. «Ci sono stati molti, affannosi appuntamenti - racconta -. E' un peccato non avere tra noi Costanzo, io comunque continuo a non vederlo come un avversario». Della crisi di Raiuno si è già detto molto: in due parole, qual è, secondo lei, la ragione principale del calo degli ascolti? «Abbiamo peccato di presunzione: volevamo cambiare alcune caratteristiche della rete e lo abbiamo fatto in un modo molto rischioso, proponendo nell'arco di un mese tanti, troppi programmi nuovi. Siamo stati frettolosi: prima di cambiare bisognava testare le reazioni del pubblico. Insomma, stiamo pagando lo scotto dell'innovazione, di un esperimento che ha bisogno di un tempo ragionevole per essere valutato. Il fatto è che in questo campo i giudizi vengono espressi in quattro e quattr'otto: fino a settembre eravamo considerati bravissimi». Che cosa farà per migliorare la situazione? «Dipende: il "Novant8" di Sassoli si concentrerà, da novembre, sui fatti di cronaca, così come doveva essere fin dall'inizio e non sono previsti affiancamenti o avvicendamenti alla conduzione. Per Teocoli vedremo, se gli ascolti non vanno potrebbero esserci anche delle cancellazioni; su altre cose, come il programma di Chiambretti e quello di Greco, continuo a puntare molto. Così come sulla Sampò, su Frizzi, su Vespa e sulla Milella». E il «Fantastico» di Montesa- no? «Sconta un'ambiguità di fondo: quella di avere una struttura a metà strada tra il teatro e la televisione. Anche se sconfitto dalla "Corrida", Montesano fa comunque ascolti alti e poi il problema è più ampio, riguarda tutto il varietà». Cioè? «Raiuno deve proporre un solo programma di varietà poiché in questo momento il pubblico ha voglia di cose vere: bisogna uscire dallo studio di cartapesta e andare a raccontare la realtà». E' per questo che anche il «Tiramisù» di Baudo non va bene? «Sì, credo che anche lui stia sof¬ frendo di questo diverso atteggiamento del pubblico nei confronti dello spettacolo puro, comunque mi dispiace che gli stia andando male». E come mai, invece, la «Corrida» va bene? «La "Corrida" è uno spettacolo antico, ma anche chiaramente identificabile, legato alla tradizione molto italiana della burla, e poi è un appuntamento televisivo per eccellenza». Di che cosa ha più bisogno la Rai in questo momento? «Di ringiovanirsi. Bisogna immettere forze nuove nelle file dei programmisti, non dimentichiamo che quest'azienda, dal punto di vista dell'immissione di talenti freschi, è ferma agli Anni 70. Ci sono troppe persone logorate da anni di lavoro, è necessario creare dei quadri giovani. Poi ci sono altri problemi, per esempio quello del magazzino, ormai poverissimo. In una situazione come questa, critica se non drammatica, è necessario tornare a guardare con attenzione ai mercati: un magazzino ricco consente una maggiore possibilità di "giocare" con il palinsesto». Come risponde a chi parla già dei suoi possibili successori? «Rispondo che sono sereno, anche perché lavoro in un ambiente che conosco molto bene». Fulvia Caprara Giovanni Tantillo

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