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Né America né Europa per gli italiani LA LETTERA DI O.d.B. Né America né Europa per gli italiani Egregio Sig. Del Buono, è quanto meno curioso osservare la voluta miopia dei governanti ed in particolare dei sindacati di tutti i principali Paesi della futura Europa (Italia, Germania, Francia e Inghilterra), vedere come essi si compiacciano gli uni dei mali degli altri («mal comune mezzo gaudio»). Sono tutti ugualmente alle prese con l'indice di disoccupazione più forte nel mondo industrializzato ed in pericoloso continuo aumento. A questa gravissima calamità essi non sanno proporre, al di fuori di parole vuote, alcunché di concreto e di positivo... Rinaldo Carta, Villareggia (To) GENTILE Signor Carra, mi pare che lei ubbia idee chiare differenti dagli altri: «La vera occupazione, in regime di libera concorrenza, si ottiene e si crea soltanto con la conquista dei mercati! Per fare questo è indispensabile produrre a minori costi. Questa, purtroppo, e la spietata legge del tanto oggi decantato capitalismo! Al riguardo del costo del lavoro le voci principali sulle quali lo Stato può intervenire al fine della diminuzione dei costi sono: il costo dell'energia, le tasse e la modifica di tutto il sistema previdenziale e assicurativo. Un solo esempio che può essere molto indicativo è quello degli Stati Uniti. Le aziende degli Usa non operano alcun versamento ai fini assicurativi e previdenziali, mentre questi versamenti da noi sono all'inarca uguali al salario. Negli Usa è lo Stato a Né Amné Euper gli merica ropa taliani corrispondere a tutti e in uguale misura e senza alcun versamento (dal Presidente della Repubblica all'ultimo cittadino) una pensione «minima vitale»: il cittadino, poi, ha la possibilità di investire i suoi risparmi in una pensione integrativa privata. Questo sistema, inoltre, finanziariamente, non pesa più di tanto sull'erario di quel Paese in quanto questi fondi vengono risparmiati dalla soppressione dei costosissimi e parassitari vari enti erogatori: tipo Inps, Inail, ecc. «Se aggiungiamo a questo il minor costo dell'energia primaria (illuminazione, trazione, riscaldamento) e meno tasse indirette e balzelli vari, consideriamo come sia facile per le imprese investire i loro capitali dove possono facilmente reperire mano d'opera a bassissimi salari. Con tutto questo si può facilmente immaginare (se non si cambia urgentemente strada) quale futuro potranno avere l'Italia e l'Europa...». Gentile Signor Carra, pur scimmiottandoli nelle cose più esteriori, non credo che gli italiani tengano veramente a diventare americani, e comincio a sospettare che non tengano neppure a diventare europei... Oreste del Buono