«Generali non smembrerà l'Agf»
Atteso l'ok del Tesoro. Umberto Agnelli: Trieste ha fatto un'ottima operazione Atteso l'ok del Tesoro. Umberto Agnelli: Trieste ha fatto un'ottima operazione «Generali non smembrerà PAgf» Bemheim spiega l'Opa in Francia PARIGI NOSTRO SERVIZIO «Si parla di Opa ostile, ma io credo che in questo caso Generali non sia l'aggressore. Se ci avessero lasciato proseguire nel nostro progetto, avremmo tranquillamente acquistato Athena, e Agf se ne sarebbe rimasta in beata tranquillità». Per la prima volta dal 13 ottobre, giorno in cui le Generali hanno lanciato l'offerta pubblica di acquisto sulle Agf, una mega-operazione da 16 mila miliardi di lire, 0 presidente del gruppo triestino, Antoine Bernheim, ha spiegato i retroscena della vicenda, ancora in attesa della parola fine. Lo ha fatto in un'intervista al quotidiano francese «Le Monde», in cui sostiene che l'operazione è stata una risposta all'Opa lanciata da Ifil-Agf su Worms, anche se il presidente della holding di Torino, Umberto Agnelli, ha affermato ieri che «per noi non cambia nulla; le Generali hanno fatto un'ottima operazione»; essendo le assicurazioni triestine in quel momento impegnate in un negoziato proprio con Worms per acquisire Athena, a Trieste è stato deciso di fare scattare la contro-Opa. Peraltro, l'offerta delle Generali per Agf non ha ancora ottenuto il benestare del Tesoro francese. Bemheim ripercorre - per «Le Monde» - la genesi dell'iniziativa, scattata a brevissino termine dall'Opa su Worms: «Abbiamo cominciato a pensarci - racconta - lunedi 6 ottobre. Le équipe di Lazard ci hanno lavorato per una settimana. Il venerdì ero, con il management di Generali, a Milano, nella sede di Mediobanca, e abbiamo deciso di lanciare l'operazione. Io ho detto soltanto: la facciamo oppure non la facciamo, ma se la facciamo, la lanciamo lunedì». Certo, Agf è una preda di dimensioni ben diverse da Athena, e di difficile cattura, ma - spiega Bernheim «l'appetito vien mangiando». L'operazione - secondo il presidente del gruppo triestino - «non deve essere considerata in qualche modo un "leverage buy-out", vale a dire che noi non acquistiamo per smembrare. A priori, noi acquistiamo, ma non abbiamo alcun progetto di vendere». L'integrità del gruppo francese è dunque fuori discussione, anche se Bernheim tiene a sottolineare l'eventualità di potersi separare da qualcuna delle attività di Agf, qua- lora la Francia ritenesse che «qualche parte specifica debba appartenere a francesi». Ma «per quanto riguarda le componenti principali della società, ogni cessione è fuori discussione». Se l'offerta di Generali andrà in porto, Agf manterrà la sede in Francia e «sarà una compagnia francese diretta da francesi a comunicare i risultati e i conti alla società madre italiana - spiega Bernheim con la quale avrà scambi di ogni natura». Resta, peraltro, l'interrogativo sul benestare del Tesoro francese, una decisione sulla quale nessuno nutre dubbi, ma che potrebbe andare in là con i tempi. Bernheim è sicuro del parere positivo: «Ecco che ci sono degli italiani - afferma - che iniettano 55 miliardi di franchi "cash" nell'economia francese e che creano un polo assicurativo dotato di un azionariato di riferimento capace di accompagnarne lo sviluppo. Non vedo perché la reazione dei poteri pubblici francesi debba essere sfavorevole, tenuto conto di tutte le prospettive europee». Il benestare dei francesi, però, sta tardando e qualcuno pensa che si voglia evitare, a Parigi, di creare un precedente: «Ci hanno chiesto - spiega il presidente di Generali - di prendere impegni su elementi che non conosciamo. Non abbiamo potuto ottenere tutte le informazioni che ci sarebbero state utili. La mia impressione - aggiunge però - è che Agf sia una buona compagnia, solida, con buone parti di mercato ed eccellentemente inquadrata». Ancora possibile una controffensiva? «Due sono le possibilità - chiarisce Bernheim - o Antoine Jeancourt-Galignani cerca di montare da solo un'operazione che gli consenta di mantenere la sua indipendenza», oppure si farà «ricorso ad un cavaliere bianco». Tullio Giannotti «La compagnia francese ha due strade difficili o reagisce da sola oppure trova un cavaliere bianco» Antoine Bernheim presidente delle Generali
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