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Dopo il fallimento del '96, l'Europa rilancia la sfida per le missioni commerciali nello spazio Dopo il fallimento del '96, l'Europa rilancia la sfida per le missioni commerciali nello spazio In orbita la rivìncita del super-razzo Successo per il lancio di Ariane 5 KOUROU. Una tempesta di fiamme sfreccia rombando nel cielo, nella sala di controllo crepita un applauso. Il secondo test del razzo europeo «Ariane 5» è stato da manuale. Si può archiviare il drammatico fallimento del 4 giugno dell'anno scorso, quando alla prima prova ((Ariane 5» esplose 37 secondi dopo il decollo per un difetto del software, distruggendo i 4 satelliti «Cluster» per lo studio dei rapporti Terra-Sole. Questa volta, per non rischiare troppo, a bordo c'erano solo due modelli inerti e due piccoli satelliti, uno con esperimenti scientifici e uno per radioamatori! Con «Ariane 5» l'Europa ipoteca il futuro dello spazio. Il nuovo super-razzo, 1200 tonnellate di spinta al decollo, può portare in orbita bassa 18 tonnellate (una ventina di auto di media cilindrata) e quasi 7 tonnellate in orbita geostazionaria a prezzi molto competitivi. Toccherà a questo lanciatore alto come un palazzo di 15 piani soddisfare metà del mercato mondiale del lancio di satelliti per le telecomunicazioni e per le altre attività commerciali e di ricerca fino al 2010. Un business colossale. Dietro «Ariane 5» ci sono quasi 11 mila miliardi di investimenti, il lavoro di diecimila persone appartenenti a 150 aziende di 13 Paesi, e anche un'importante affermazione dell'industria italiana. I due razzi a combustibile solido che hanno fatto staccare dalla rampa queste 730 tonnellate di raffinatissima tecnologia sono costruiti dalla Bpd Difesa e Spazio (Gruppo Fiat), di FiatAvio è la turbopompa che ha assicurato il funzionamento del motore «Vulcain» dello stadio principale del razzo, alimentato a ossigeno e idrogeno liquidi. Al¬ tri componenti qualificanti portano il marchio Microtecnica. Il tutto è coordinato dall'Agenzia spaziale europea e dal Cnes, il Centro nazionale francese per gli studi spaziali, con l'Aérospatiale come «architetto industriale». In astronautica non si improvvisa. Quando il 15 giugno '88 «Ariane 4» faceva U volo inaugurale, «Ariane 5» era già in fase di sviluppo. Ora che è salito in orbita, si può tirare un sospiro di sollievo: un secondo fallimento avrebbe avuto conseguenze disastrose per le ambizioni spaziali europee. La base di Kourou, nella Guvana francese, somiglia sempre di più allo spazioporto di Cape Canaveral. Affacciata su 18 chi¬ lometri di costa atlantica, la base europea si è attrezzata con due rampe di lancio apposite per consentire otto missioni all'anno di ((Ariane 5», mentre dalle altre rampe potrà continuare a partire ((Ariane 4». Impianti grandiosi sono sorti per provare e assemblare i razzi: l'edificio di montaggio finale è alto 90 metri, quello per i test si sviluppa per 50 metri in altezza e per 60 nel sottosuolo. Ieri, alle 14 ora italiana, la tensione per il secondo test del super-razzo era alta, tanto più quando il conto alla rovescia si è interrotto per un piccolo inconveniente. Mezz'ora di rinvio. Poi, in rapida sequenza, negli ultimi 4 minuti prima dell'accensione dei motori, la pressurizza¬ zione dei serbatoi, l'apertura delle camere di alimentazione dell'idrogeno e dell'ossigeno liquidi, la commutazione suolo/ sistemi di bordo dell'alimentazione elettrica, 9 secondi prima del lancio un ultimo controllo della pressione dei serbatoi, a 3 secondi dall'istante zero l'attivazione del programma di volo, 6 secondi per controllare l'accensione del motore «Vulcain» e a 6,7 secondi dall'istante zero l'accensione dei razzi a combustibile solido: il punto di non ritorno. Infine il decollo impeccabile, l'esultanza dei tecnici, i tuffi nella piscina dell'hotel Les Roches, i festeggiamenti a champagne. Piero Bianucci Venerdì o o STADIO DI ACCELERAZIONE A POLVERE (BOOSTER) STADIO PRINCIPALE (EPC) ALTEZZA: 50,5 metri PESO: 750 tonn.