Padania senza maggioranza

Vìncono Fonnentini, Gnutti e Leoni, ma il popolo del Carroccio ha disperso i suoi voti Vìncono Fonnentini, Gnutti e Leoni, ma il popolo del Carroccio ha disperso i suoi voti Padania senza maggioranza Un seggio anche alla Itsta-Pannella MILANO. Primo Marco Formentini, secondo Vito Gnutti, terzo Giuseppe Leoni. Tutto secondò previsioni nelle «elezioni padane». Hanno vinto i «Democratici europei», di pochissimo, sui liberaldemocratici e sui cattolici. Roberto Maroni, a quattro giorni dal voto, ha letto i risultati definitivi nel pomeriggio di ieri. «Democntici europei 21,5 per cento dei voti e 50 seggi, Liberaldemocratici 21,2 e 45 seggi, cattolici padani 10,4 e 19 eletti». Seguono i «leoni padani» con il 10,1 e 15 eletti, la destra padana con il 9,1 e 24 eletti, l'Unione padana-agricoltura, caccia e pesca di Erminio Eoso con 1' 1,8 e 5 eletti, i «comunisti padani» con 1' 1,2 e 5 eletti. Le altre liste hanno raccolto un totale di 21,4%, per 25 eletti complessivi, tra cui uno appartenente alla Lista Pannella. «I 200 eletti - spiega Maroni - sono stati convocati a domicilio per la riunione di insediamento del Parlamento della Padania che si terrà nel Castello di Chignolo Po, nel Pavese, nel pomeriggio di domenica 9 novembre. La seduta inaugurale sarà presieduta da Marco Formentini, ex sindaco di Milano, che è stato il più votato tra i candidati». Maroni ha poi commentato l'esito del voto: «Il successo delle liste locali è una sorpresa - ha detto - e sposta il tema del confronto che ci sarà nel Parlamento Padano: dal dibattito tra destra-sinistra al dibattito tra federalismo e comunità locali. Con il sistema proporzionale puro scelto appositamente per le elezioni, dato che si doveva eleggere una assemblea costituente, le liste territoriali e quelle minori hanno avuto ben 25 eletti. Così non c'è nel Parlamento padano una prevalenza della destra o della sinistra. L'assemblea, e questo è il dato politico più interessante, si dividerà quindi non tra destra e sinistra ma piuttosto tra partiti che sostengono la necessità di rafforzare le strutture federali della Padania e quelli più piccoli che cercheranno di scrivere una costituzione che dia più spazio e poteri alle comunità locali». Continua intanto la polemica con il governo sul numero degli elettori: in particolare con il sottosegretario Arturo Parisi, che in una intervista al Corriere della Sera aveva affermato che ai gazebi avevano votato non più di seicentomila persone. «Dopo aver ammesso di avere spiato e schedato milioni di cittadini, come ai bei tempi dei servizi deviati - commenta Maroni -, il sottosegretario fa la rivelazione clamorosa: "I dati sul numero dei gazebi elettorali il governo italiano li ha ricavati nientemeno che dal giornale ufficiale della Lega Nord, la Padania. E gli esperti citati da Parisi? Prosegue Maroni, tutte balle. E le elaborazioni scientifiche sulla base di dati inoppugnabili? Una burla. Ma ha almeno controllato, il sottosegretario Parisi, che gli indirizzi dei gazebi pubblicati dal giornale della Lega non fossero (così come sono stati, per ragioni di spazio e di sicurezza) volutamente incompleti? No. Bene, ora conosciamo il "metodo scientifico" che il Governo italiano utilizza per affrontare le questioni di ordine pubblico: una sbirciata ai giornali. I dati veri delle elezioni padane - conclude Maroni - sono ben diversi da quelli comunicati dai guardoni di regime. Gli elenchi con i nomi, i cognomi e le firme dei 6 milioni di cittadini padani che domenica si sono recati negli oltre 21 mila gazebi di tutti i Comuni della Padania sono ormai confluiti nella sede del governo della Padania, a disposizione del governo italiano. Purché non pretenda di leggerli sbirciando dal buco della serratura». Secca la replica del portavoce della presidenza del Consiglio Ricardo Franco Levi: «Non è stato fatto alcun controllo sulle persone». [r. i.] Marco Formentini mentre «vota» sotto un gazebo a Milano

Luoghi citati: Chignolo Po, Milano