La rivincita delle nuore oppresse di Maria Corbi

La Cassazione dà ragione a una donna che abbandonò il marito dopo una lite con la madre di lui La rivincita delle nuore oppresse La Cassazione dà ragione a una donna che abbandonò il marito dopo una lite con la madre di lui «La suocera invadente è causa di divorzio» ROMA. Tra moglie e marito non mettere il dito, dice un detto popolare inascoltato dalle suocere. Le mamme troppo spesso invadono la privacy dei figli sposati. Provocano liti, creano dissapori, causano rotture. Che siano delle scocciataci impenitenti lo si sapeva, ma adesso è stato sancito anche dalla corte di Cassazione!, che ha giudicato senza colpa una donna che ha abbandonato il tetto coniugale perché esasperata dalla suocera invadente e da un marito mammone. La prima sezione civile della corte di Cassazione, con la sentenza numero 10.648, fa storia e sancisce le ragioni di un esercito di nuore esasperate. Nel caso preso in esame, la vicenda ha come protagonisti una maestra e un medico veneti. Tra loro una suocera che pensava alla famiglia del figlio come a un prolungamento naturale della sua. Entrava nell'appartamento dogli sposini a tutte le ore con il suo mazzo di chiavi, si intrometteva nel ménage e non dava spazio alla coppia. Nessun problema con il figlio, ma una vero disastro per i rapporti tra nuora e suocera, che alla fine di un'accesa discussione se le sono date di santa ragione. E' stata l'ultima goccia. La maestra ha l'atto le valigie e se ne è andata da quella casa che non ha mai potuto sentire sua. Seguono lo trattative degli avvocati, l'impossibilità di un accordo e la decisione del marito di rivolgersi ai giudici di Rovigo per chiedere che la colpa della separazione venga attribuito alla sua compagna, «rea» di aver lasciato il tetto coniugale dopo due anni di convivenza. Procede anche la moglie, ma i giudici rigettano le reciproche richieste di addebitabilità della fine dell'unione. Alla decisione si conforma la corte d'appello di Venezia, che accerta la situazione di tensione tra i due coniugi e le continue liti (Musate "dall'invadenza della suocera «permessa» dal marito e «mal tollerata» dalla moglie. Una situazione che, spiegano i magistrati veneziani, giustificava l'allontanamento della donna e non comportava alcuna dichiarazione di addebitabilità. Ma il marito «mammone» non si arrende e ricorre in Cassazione con sette argomentazioni. Sottolinea che i giudici d'appello avrebbero scambiato la sua «disapprovazione dell'atteggiamento violento della moglie» verso la propria madre, con una «critica alla mancanza di tolleranza» della consorte. Afferma che il dissenso di sua moglie «andava rigorosamente provato», poiché avevano deciso entrambi di vivere accanto a sua mamma e che questa «avendo le chiavi di casa, poteva accedervi liberamente». Ma la Cassazione non la pensa come il marito abbandonato e spiega: «L'abbandono della casa familiare di per sé costituisce violazione di un obbligo matrimoniale e causa di addebito della separazione a meno che non si provi che è stato determinato da una giusta causa. Tale giusta causa è stata ravvisata non tanto nell'invadenza della suocera, che pure avrebbe potuto essere valutata, quanto nell'accettazione di tale atteggiamento da parte del marito». Secondo la Cassazione, dunque, «l'allontanamento della donna dalla casa coniugale era giustificato dall'esistenza di una situazione di tensione tra i co¬ niugi, ammessa dal marito, e da numerose liti verbali, riferite da alcuni testi, causate dall'invadenza della suocera che si intrometteva nella vita privata della moglie, accedendo in ogni momento nella casa coniugale di cui aveva le chiavi». Per la Cassazione, dunque, non ci sono dubbi. Accertato che «la crisi era precedente all'allontanamento dalla casa coniugale» non si può che escludere l'addebitabilità della separazione alla donna. La rivincita delle nuore. Maria Corbi A fianco, la sociologa Chiara Saraceno. A destra una coppia Da sempre la suocera è motivo di tensione tra marito e moglie

Persone citate: Chiara Saraceno

Luoghi citati: Roma, Rovigo, Venezia