Reitano querela il pentito «Mi ha visto solo in tv»

Reitano querela il pentito «Mi ha visto solo in tv» Reitano querela il pentito «Mi ha visto solo in tv» Dalla Calabria solidarietà al cantante sott'accusa REGGIO CALABRIA. Il presidente del consiglio regionale della Calabria Giuseppe Scopelliti ha espresso la sua solidarietà a Mino Reitano, il cantante accusato da un pentito di essere affiliato a una famiglia mafiosa. «Reitano - ha detto Scopelliti - è parte integrante del migliore patrimonio culturale calabrese a cui va la mia solidarietà. Pur rinnovando la mia fiducia nella magistratura, non posso che, sommessamente ma risolutamente, richiamare l'attenzione di tutti noi sulle ferite che alcune dichiarazioni leggere e calunniose provocano alle persone e, in questo specifico caso, all'immagine intera della nostra regione e del Mezzogiorno d'Italia». Alle accuse formulate dal pentito Michele Ierardo durante una deposizione al processo Olimpia, in corso a Reggio, Reitano ha già replicato. L'artista di Fiumara di Muro ha già dato mandato ai suoi legali di sporgere querela per le affermazioni del collaboratore di giustizia. «Quell'uomo - ha spiegato Reitano - non lo conosco. Mi avrà visto forse in tv». Ierardo, 46 anni, di Melito Porto Salvo, è considerato vicino al clan Iamonte. Secondo il suo racconto, Reitano sarebbe stato iniziato ai riti della 'ndrangheta dai fratelli Rocco e Francesco Furci, esponenti mafiosi di Fiumara morti da tempo. «Voglio bene a tutti gii abitanti di Fiumara - ha commentato Reitano - che da piccolo conoscevo, ma accusarmi di aver avuto rapporti con la mafia è come accusare il Papa di un omicidio». [Agi]

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