Il nuovo nemico, raffiche a 90 all'ora

Il nuovo nemico, raffiche a 90 all'ora Il nuovo nemico, raffiche a 90 all'ora E nei paesi di montagna la gente rifiuta l'evacuazione NUOVO SOS DAL CENTRO-ITALIA FOLIGNO DAL NOSTRO INVIATO «E' un secondo terremoto», riesce a dire soltanto Gabriella Caparvi, vice sindaco di Nocera Umbra, come bilancio di un'intera notte trascorsa dai volontari a inseguire tende spazzate via da un vento a 90 km/h e a rassicurare le persone che all'improvviso si sono viste crollare addosso anche quell'unico riparo finora considerato sicuro. Di fronte alla nuova emergenza la popolazione, stremata, ha ancora protestato, ma a meno di accettare di scendere a valle, nulla potrà salvarli da settimane di gelo e paura. Volano tende e camion. Soffiava a 90 km/h il vento ieri sulle zone terremotate di Umbria e Marche. Ha travolto ogni cosa. Innanzitutto due camion telonati che stavano marciando poco oltre Gualdo Tadino. Li ha rovesciati, distruggendone in parte uno. Bloccati in autostrada, per motivi di sicurezza, anche i container della Protezione Civile. Ha travolto la tendopoli di campo S. Lorenzo a Gualdo Tadino e quella del campo di Santa Maria degli Ulivi ad Assisi. Claudia Mollaioli si è fratturata l'osso sacro quando alle quattro di notte la sua tenda si è rovesciata ed ò stata trascinata per quindici metri. Banchi ribaltati nella scuola di Spello, decine di tende volate a Nocera Umbra: una tragedia si è evitata solo per puro caso. L'evacuazione: è quasi rissa. A Collecroci alle dieci del mattino giunge una voce: il paese sta per essere evacuato, il sindaco di Nocera Umbra verrà di persona a annunciarlo ai settantasette abitanti per i quali la notte di bufera a novecento metri in cima a un passo è stata un tormento anche più che altrove. La voce si diffonde in paese. «Ci mandano via? E chi semina? Chi pensa alle bestie? Dobbiamo perdere anche quelle?», chiede Lilia Moscetti, 55 anni. «Venga il sindaco, venga, gli facciamo vedere noi, con due schiaffi lo sistemiamo», minaccia Gervasio Cucchiarelli. Il sindaco viene probabilmente informato dell'aria che tira. Quando arriva non accenna minimamente alla possibilità di un'evacuazione. Promette una stufa in più per ogni tenda e assicura che entro quindici giorni vi saranno i container. Come quello di Nocera Umbra, si sono dovuti arrendere anche gli altri sindaci della zona Il piano evacuazione della montagna predisposto in fretta e furia con l'incalzare del gelo ha condotto a valle ibO anziani e bambini su cinquemila persone rimaste senzatetto nelle zone di montagna. Il ritardo dei container. Nell'area di Serravalle dovrebbero trovare posto 60 container ma i lavori sono stati interrotti dai geologi. La zona non è tecnicamente sicura, il terreno è troppo morbido, è necessario effettuare una «gabbionatura», hanno scritto in una relazione inviata a Roma. Il ministero ha dunque bloccato i lavori: i container saranno consegnati soltanto quando l'area sarà sicura. A San Martino, una frazione di Serravalle (Macerata), ieri sono giunti sei dei venti container attesi. La consegna avverrà non prima di una quindicina di giorni per l'allestimento delle aree di urbanizzazione. «Potremmo tare anche prima se solo i comuni scegliessero delle ditte più celeri nel lavoro», commentano i responsabili della Protezione Civile. «E' tutto pronto da sabato e i primi container sono apparsi soltanto oggi» è la replica di Fulvio Santoni, titolare della ditta che ha in appalto i lavori a San Martino. A Annifo il ritardo dei container si aggiunge a quello nelle ordinanze di sgombero: viene concessa una proroga di quindici giorni per fare domanda di assegnazione di un container. Come ricorda il capo del dipartimento della Protezio ne Civile: idi sottosegretario Bar.neri io aveva detto: tutto sarà pronto entro la fine dell'anno. Non prima». I dubbi sugli aiuti. E' il campo di Serravalle a guidare la protesta. «Vediamo arrivare camion pieni di vestiti. Veniamo a sapere che vi sono distribuzioni di soldi raccolti tramite sottoscrizioni private. Ma a chi sono stati dati e secondo quali criteri?», si lamenta .Antonio Caraccia. ><E' uno scandalo. E i <esponsabili sono quelli della Croce Rossa che compilano le liste», aggiunge Luigi Loreti. Per ovviare al problema, un consorzio di produttori agricoli di Serravalle ha deciso di fare da sé. Ha aperto un sito Internet (http://www.serravalle.it). Chi vuole inviare soldi al consorzio può farlo contattandoli per via elettronica. Il ritorno nelle tose, inagibili. A Collecroci alle due di notte, nel pieno della bufera di vento, gli sfollati hanno abbandonato le tende e sono (.ornati nelle loro case. A dispetto dolio ordinanze di sgombero e delle dichiarazioni di inagibilità hanno dormito al caldo. Ieri mattina in paese tra tetti sfondati e tegole che volavano per il vento mettendo a rischio l'incolumità di chiunque osasse passare, i comignoli fumavano. Ed è tornato nella casa inagibile Michele Cucchiarelli, il bimbo di sfidici giorni costretto a dormir'.! in roulotte. Violato anche il divieto di inoltrarsi nel centro di Annifo. Rosa De Santis, madre di due figli e proprietaria di una delle poche case agibili del paese è tornata sotto il suo tetto, l'azienza .se dove rischiari! la vita per entrare u uscire. «Dov'è Roma?». E' quello che si chiede Maria Pia Fanfani nel distribuire vestiti e giochi per i senzatetto di Serravalle e, soprattutto, di Forcella, una frazione dove 33 persone hanno trascorso la notte di bufera nelle roulottes senza stufe: il generatore non è abbastanza potente. Nel vederla arrivare, un uomo le si è inginocchiato ai piedi: «Io muoio di freddo, abbiamo bisogno di un tetto». E' stato allora che Maria Pia Fanfani è esplosa: «Roma si deve muovere in fretta. Mandino delle gru. degli elicotteri, ma che si muovano. Non posso credere ':he un paese come l'Italia finisca uei comportarsi nelle emergenze come l'Africa» Flavia Amabile Proteste sui ritardi negli aiuti, Maria Pia Fanfara accusa: «E' assurdo che in un'emergenza l'Italia si comporti come l'Africa» Il freddo, il maltempo e il vento sono le nuove emergenze per le popolazioni colpite dal terremoto Sopra, alcuni abitanti di Cesi