L'ultima Pravda d'Occidente tratta la resa di Enrico Benedetto

Via falce e martello dalla testata, diventerebbe un giornale «gauchiste»: ma il partito si divide L'ultima Pravda d'Occidente tratta la resa INFORMAZIONE Via falce e martello dalla testata, diventerebbe un giornale «gauchiste»: ma il partito si divide «L'Humanité» in bancarotta vuole sganciarsi dalpcfrancese PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Se «l'Unità» cerca padrone, la consorella transalpina «l'Humanité» vorrebbe barattare falce & martello - che ancora campeggiano in prima pagina - e la dizione «journal du parti communiste francais» con nuovi (e per ora introvabili) lettori. Le copie sono 58 mila. Il deficit globale sfiora i 20 miliardi. E il pcf è stufo di pagare a fondo perduto. Malgrado l'estrema riluttanza iniziale, «l'Huma» si vorrebbe dunque lanciare nella sola alternativa rimastale: farsi giornale d'opinione. Sparirà l'emblema, si mormora. E il distico «quotidiano comunista» sostituirebbe ogni accenno al pcf. E' una piccola-grande rivoluzione, sulla quale i pareri sono peraltro discordi. La vecchia guardia ritiene tuttora che il giornale debba abbeverare i mi¬ litanti, cioè fungere da bollettino interno. A suo avviso, trasformarlo in organo gauchiste senza frontiere l'ucciderebbe. Analogo nodo gordiano divide il pcf sulla propria denominazione. Non appena sorge voce di nuove formule (come riferì «Le Monde» la settimana scorsa), eccoli smentire. Come sorpresi dalla propria audacia nel vedersersela attribuire sulla stampa che un tempo definivano borghese, i comunisti francesi avanzano spesso in retromarcia. Ma sembrerebbe che l'evoluzione de «l'Humanité» sia ormai ineluttabile. Salverà la testata? In Francia i quotidiani partitici non esistono più da anni. Lo stesso ps manca di tribune privilegiate. Tiene duro solo il pcf e - sulla sponda avversa - un Front National che trova in «Présent» il suo organo ufficioso (e carissimo, tremila lire per una foliazione minima): gli altri gruppi ricorrono a «newsletter» più o meno confidenziali. «L'Humanité» paga inoltre quella che un tempo fu obbedienza cieca e oggi potremmo definire miope. Fornisce la «linea». E anche quando inaugura spazi per la discussione, na¬ sconde benissimo le vere notizie sul pcf, che in linea di massima bisogna cercare altrove. Se fossimo tuttora nell'epoca Marchais, perché stupirsi? Ma Robert Hue ha un altro piglio, meno cominternista. E' innovativo (ciun judicio), simpatico, tutt'altro che apparatnik. Morale: grazie al suo look, ringiovanisce il pcf. E tuttavia, paradossalmente «l'Huma» sembra non saperne approfittare. Da giugno, inoltre, i ministri pcf nell'esecutivo Jospin le complicano non poco le cose. Se ritrovarsi filogovernativa causa piccoli spasmi a «l'Unità», per «l'Humanité» costituisce un formidabile elettrochoc. La titolazione sbanda, alternando vecchi proclami a nuove «coperture». Gli effetti risultano kafkiani, con humour apprezzabile se non fosse involontario. Enrico Benedetto i leader del pcf, Robert Hue

Persone citate: Huma, Jospin, Marchais, Robert Hue

Luoghi citati: Francia, Parigi