«l'ltalia nostro alleato numero uno» di Maurizio Molinari

«Cresciuta l'importanza strategica del Sud-Est europeo e di basi come Aviario» «l/ltqliq nostro alleato numero uno» «Cresciuta l'importanza strategica del Sud-Est europeo e di basi come Aviario» Tra Washington e Roma consultazioni «rafforzate» IL VICE AMBASCIATORE AMERICANO JROMA AMES B. Cunningham, ministro consigliere incaricato d'affari dell'ambasciata degli Stati Uniti a Roma - il numero due della sede in via Veneto - appartiene al ristretto gruppo di diplomatici che negli ultimi 30 mesi ha fatto compiere quello che al ministero della Difesa italiano viene descritto come un «salto di qualità» alle relazioni con gli Stati Uniti. Consigliere Cunningham, poco prima di lasciare l'Italia l'ambasciatore americano Regina! d Batholomew ha dichiarato al nostro giornale che i rapporti militali Italia-Usa sono stati «ammodernati». Di cosa si tratta? «Si tratta di un processo bilaterale, teso a migliorare le comunicazioni, che ha differenti aspetti. Sul piano militare abbiamo creato, dal 1995, un organismo denominato High Level Defence Working (Gruppo di lavoro ad Alto Livello sulla Difesa) nel quale siedono rappresentanti del Pentagono e del ministero della Difesa. Sul piano politico abbiamo iniziato, da gennaio 1996, quelle che noi chiamiamo "consultazioni rafforzate" fra Dipartimento di Stato e Farnesina. Bisogna inoltre aggiungere che il quadro viene completato da un quotidiano scambio di informazioni ad ogni livello». Parlando la scorsa settimana davanti alla commissione Esteri del Senato, il ministro degli Esteri Dini ha accennato ad un «meccanismo semestrale a livello bilaterale per consulazioni rafforzate». «Esatto, gli incontri diplomatici sono previsti ogni sei mesi. Ma possono essere più frequenti. Il sottosegretario alla Difesa, Walter Sloccombe, è stato già due volte in Italia. Ma potevano benissimo essere sei. Anche il sottosegretario agli Affari Europei del Dipartimento di Stato, Marc Grossman, ha partecipato agli incontri». Anche per i militari ci sono appuntamenti semestrali? «No, avvengono ad alto livello anche ogni due, tre, quattro mesi, tanto in Italia quanto a Washington». Chi siede in questa «sala dei bottoni»? «A volte è il capo di Stato Maggiore, ammiraglio Venturoni, con la sua controparte. Altri incontri sono a livello più basso». Di cosa si parla? «Si affrontano tutti gli argomenti della cooperazione bilaterale, al fine di renderla più stretta ed operativa. Abbiamo affrontato la crisi in Bosnia, in Albania, la situazione nei Balcani e nel Mediterraneo». Questa collaborazione «am- modernata» è stata sancita da un testo? «Non c'è un testo scritto, si tratta di accordi fra alleati». Avete accordi simili con altri Paesi della Nato? «Gli Stati Uniti hanno stretti rapporti di cooperazione con Paesi come la Germania, la Gran Bretagna, la Francia ma con l'Italia abbiamo creato un quadro particolare, che si adatta al nuovo ruolo italiano sulla scena internazionale». Come si giunse nel 1995 alla nascita del Gruppo di Alto Livello? «Gli ex ministri della Difesa Domenico Corcione e William J. Perry si impegnarono per creare una cornice grazie alla quale far fronte alle esigenze poste, ad esempio, dalla crisi in Bosnia. Anche il nuovo capo del Pentagono, William Cohen, è stato a Roma. Con il suo collega Andreatta c'è una stretta intesa: hanno da poco partecipato alla riunione dei ministri della Difesa del Sud Est d'Europa a Sofia e l'anno prossimo si vedranno a Skopije. Stiamo facendo degli importanti passi avanti insieme in uno scacchiere cui noi diamo molta attenzione». Sta dicendo che oggi l'Italia per Washington conta di più? «Certamente sì. Per questo siamo stati noi a prendere l'iniziativa di dar vita alla cooperazione rafforzata». Il Gruppo ad Alto Livello sta discutendo anche delle basi Usa in Italia? «Sì». Sotto quale punto di vista? «Tn Italia si trova un importante contingente militare Usa. L'importanza strategica del Sud Est è mu- tata, si è accresciuta. Basi come quella di Aviano hanno acquisito un'importanza maggiore, un ruolo diverso. Questo comporta dei cambiamenti per adattare le strutture alle nuove necessità». Anche altre basi oltre a quella di Aviano verranno riorganizzate? <Aviano è la più importante». Maurizio Molinari «Esemplare come abbiamo affrontato Bosnia, Albania e le altre crisi del Mediterraneo» Due caccia americani F-15 alla base di Aviano