«Prodi faccia proposte precise»

IL SEGRETARIO DELLA UIL «Predi faccia proposte precise» Larizza: il riferimento resta la riforma Dini IL SEGRETARIO DELLA UIL U ROMA NA preghiera: «Caro Romano Prodi, adesso ci devi dire cosa vuoi veramente». A rivolgersi al presidente del Consiglio è il segretario della Uil Pietro Larizza. Insomma, è il momento di mettere le carte sul tavolo per la riforma dello Stato sociale, cioè delle pensioni ma anche della sanità e dell'assistenza. Il chiarimento è atteso per questa mattina da Larizza che, con i leader di Cgil e Cisl Sergio Cofferati e Sergio D'Antoni, riprende le trattative con Prodi. Evidentemente l'incontro cimieri è servito a poco. Allora, Larizza, è irritato? «Un buon sindacalista, quando inizia una trattativa, non può avere emozioni, né di rabbia e meno che mai di gioia. Dobbiamo essere determinati per arrivare al risultato finale senza stravolgere i diritti esistenti. A questo punto Prodi deve avanzare le sue proposte e i sindacati, presentando le loro, diranno ciò che ritengono negoziabile». Ma il governo vi ha già indicato la strada: pensa di elevare i due requisiti (età e contributi) per le pensioni di anzianità. «Se le teorie economiche del governo ascoltate da tanto tempo, compreso oggi (ieri per chi legge, ndr), dovessero diventare le proposte del governo, non si farà mai alcun accordo con i sindacati. Se Prodi vuole invece aggiustare la riforma delle pensioni varata dal governo di Lamberto Dini nel 1995, allora esistono le condizioni per concludere la trattativa». Finora, quindi, non esistono proposte precise? «Il governo finora ha espresso solo delle tesi sui modi per realizzare i rispanni in campo previdenziale già nel 1998 e arrivare alla soluzione del problema delle pensioni di anzianità». E voi... «E noi abbiamo risposto che una cosa è discutere di un'eventuale riforma della legge Dini, una cosa ben diversa è 0 superamento in pochi anni». Perché parla di superamento? (Attraverso l'innalzamento contemporaneo di età e versamenti richiesti, di fatto si cancellano le pensioni d'anzianità». Insomma, è scontro? «Devo precisare che il governo, manifestando queste idee, non ci ha detto "prendere o lasciare". Ci ha detto di avere studiato varie ipotesi. La discussione vera si farà nel nuovo incontro». Vuol dire che sulla questione è possibile trattare? «Per il sindacato, che è unito, non esiste alcuna possibilità che si raggiunga un accordo sullo schema del doppio requisito. Se il governo annunciasse che questa è la sua proposta non ci sono le condizioni di base per trattare». li l Cil pMa allora cosa vogliono la Cgil, la Cisl e la Uil? (Abbiamo sempre trattato per una riforma strutturale dello Stato sociale, complessiva e di lunga durata che non stravolgesse i diritti fondamentali previsti dalla legge Dini, a cominciare da quello essenziale della concessione delle pensioni di anzianità con 35 anni di contributi in rapporto all'età. Quindi non ci interessa un intervento concepito solo per rimediare un po' di quattrini per soddisfare le esigenze della legge fi- nanziaria per il 1998». Però il governo vuole ottenere risparmi sin dal prossimo anno. «L'aggiustamento della riforma Dini finalizzato a battere cassa per il 1998 non sarebbe una riforma, ma in pratica un blocco del pensionamento». Ma non avete accettato l'idea di interventi subito efficaci? (Abbiamo accettato l'idea che si possano operare dei risparmi nel sistema previdenziale, ma senza smantellare l'impianto della riforma Dini. Per esempio, l'unificazione di tutte le regole pensionistiche, di quelle del settore pubblico e del settore privato, quindi di tutto il lavoro dipendente, produce consistenti risparmi». Avete valutato i risparmi raggiungibili con l'unificazione? «Questa è una delle strade percorribili per arrivare all'obiettivo di 4100 miliardi di risparmi l'anno prossimo senza stravolgere la legge Dini. Potrei indicarne altre». Resta il fatto che il governo ritiene indispensabile intervenire sull'anzianità. Perché secondo lei? «Il governo pensa che la stabilizza¬ zione futura del sistema previdenziale passi attraverso una radicale, e io aggiungo demolitrice, riforma della legge Dini. Si confrontano quindi due tesi assai precise». E poco conciliabili? «Esatto. Tuttavia, poiché il governo ci ha espresso le idee senza avanzare proposte formali, la trattativa deve ancora svilupparsi e sul tavolo ci saranno tutte le proposte, compresa quella dei sindacati tesa a ottenere i rispanni mantenendo fermi i pilastri del 1995». Per le pensioni di anzianità, Prodi ha concordato con Rifon¬ dazione l'esclusione di operai e lavoratori equivalenti dalle prossime decisioni. «L'accordo stipulato con Rifondazione per i lavori usuranti è ingestibile. Per attuarlo ci vorrebbero venti anni. E' affidata alla contrattatzione tra le parti l'individuazione dei lavoratori equivalenti. Sindacati e imprese dovrebbero cioè procedere a una classificazione che è impossibile fare: si deve andare a guardare caso per caso, azienda per azienda per identificare gli esclusi». Roberto Ippolito «Unificando i regimi si risparmiano 1400 miliardi E' una strada percorribile Siamo pronti a negoziare» «Siamo contrari ad elevare età e versamenti richiesti perché così si cancellano le pensioni di anzianità» I NUMERI DEL WELFARE DATI IN MILIARDI Farmaceutica 9.670 10.588 Ambulatoriale extra ospedaliera 62.018 54.598 Ospedaliera 24.125 25.195 PREVIDENZA 298.598 319.693 Pensioni e rendite 218.528 269.164 Liquidazioni per fine rapporto lavorativo 25.670 28.422 Indennità (malattia, infortuni, maternità) 6.275 5.002 Indennità di disoccupazione 6.138 6.479 Assegno di integrazione soloriale 2.505 2.869 Assegni familiari 5.730 5.943 Altri sussidi e assegni 2.752 2.010 ASSISTENZA (pensioni) 34.258 34.905 Sociale 3.411 3.549 Di guerra 2.687 2.839 Agli invalidi civili 14.481 14.506 Ai ciechi 1.490 1.497 Ai sordomuti 234 235 Altri assegni e sussidi 1.069 1.126 Assistenza sociale TOTALE- PROTEZIONE SOCIALE 10.886 11.158 416.667 444.979 Fonte: Relazione generale sulla situazione economica del Paese «Siaetà percle p«Unsi riE' uSiam Il segretario della Uil Pietro Larizza

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