Carta bianca a classica, pop & jazz

Carta bianca a classica, pop & jazz Carta bianca a classica, pop & jazz a quel procedere passo dopo passo che costruisce un personale percorso verso un testo musicale. Spero in una partecipazione più attiva: mi aspetto domande sulla musica, che vuol dire come suonarla, ma anche come sentirla, come difenderla e diffonderla davvero nel nostro Paese, al di là dei proclami che tutti siamo capaci di fare. Del resto, mi pare di non essermi mai tirato indietro quando si è trattato di dialogare, di prendere posizione, di denunciare delle verità anche scomode, molte delle quali rimangono ancora tali. Ci sono davvero molte cose da ascoltare e da scrivere sulla carta che quel giorno avremo a disposizione. Uto Ughi Martedì 21 il progetto «Carta bianca a...» tocca il pop: il Salone della Musica dedica un'intera giornata a Lorenzo Cherubini, ovvero Jovanotti, che, insieme con gli amici di So lei una, racconta i segreti del suo lavoro. Tre appuntamenti all'Auditorium: alle 11,30, alle 16 e alle 21 per la jam session finale (obbligatorio il tagliando Green Point). JOVANOTTI, Lorenzo Cherubini, è ormai un tutt'uno con il simbolo del sole e della luna che non ha solamente tatuato sul bicipite destro. Con il tempo il simbolo Soleluna è diventato il marchio del rapper nostrano, la sua firma, la sua filosofia. Una filosofia che si esprime anche nello svolgimento del lavoro, nella costruzione dei pezzi e del tour. Se vi capitasse di entrare nel quartiere generale della Soleluna a Milano o nel negozio di Forlì (città della quale Lorenzo è diventato cittadino onorario) vedreste subito come la metodologia lavorativa del cantautore e di tutti i suoi collaboratori si fondi su un concetto fondamentale: la libertà. Libertà dagli schemi precostituiti dell'essere musicista o del far parte di. una casa discografica. Libertà dalle logiche di marketing che impongono scadènze spesso traumatiche per chi deve pi-omozionare un disco. Per conoscere ancor meglio il ragazzo Jovanotti fate un salto nel sito internet della Soleluna. Una volta digitato l'indirizzo «www.soleluna.com» potrete sfogliare virtualmente le pagine del giornale telematico «Barabba» dentro il quale c'è tutto il Jovanotti-pensiero. «Stasera - scrive Lorenzo parlando del megatour che l'ha portato in giro per l'Italia - ho chiuso i conti e ho notato che questo è lo spettacolo più grosso mai entrato in un Palasport. Ciò mi fa paura ma allo stesso tempo mi mette addosso una bella eccitazione, una grande voglia di fare uno spettacolo che semini buone vibrazioni, che faccia star bene chi ci viene a sentire. Il concetto dal quale sono partito per allestire questo tour ed è fondamentale per la riuscita, è quello di una festa paesana nell'iperspazio. Un momento di celebrazione della collettività, proprio come avviene nelle sagre di paese. Certo sarà una sagra tecnologica, del Duemila dove ognuno è coinvolto e lo spettacolo è uno scambio, un trasformarsi di energie, uno schizofrenico entra ed esci da una dimensione all'altra. In altre parole vorrei dire a chiunque viene a vedere un mio concerto che Jovanotti ogni volta prepara ogni cellula del suo corpo per esprimere il massimo di me stesso». Questo è il modo in cui Jova si prepara per uno show. E, al Salone della Musica, proprio di quegli show, Lorenzo racconterà i segreti più riposti. Per consentire a chi già lo segue e lo ama di capire quanto lavoro, quanta passione, quanta intelligenza - e anche quanto spirito imprenditoriale stiano dietro a due ore di spettacolo totale. Luca Dondoni Lunedì 20 il progetto «Carta bianca a...» del Salone della Musica coinvolge l'Italian Instabile Orchestra per una giornata di jam session con i migliori jazzisti italiani. Tre appuntamenti all'Auditorium: alle I I il laboratorio con gli allievi, alle 16 la prova aperta, alle 21,30 il concerto finale. IL collettivo di 18 elementi era stato assemblato dal trombettista Pino Minafra nel luglio 1990 per il secondo Europa Jazz Festival di Noci, in Puglia, attingendo al gotha del jazz italiano di tre generazioni. A Torino saranno in 19, consolidando il recente reclutamento di Enrico Rava come quarta tromba, unica variazione dopo la sostituzione al piano di Giorgio Gaslini (che si era aggiunto nel '91, quando apparve chiaro che l'Orchestra Jtava diventando meno instabile di quanto la scaramantica denominazione lasciasse presagire) con Umberto Petrin. Considerata all'estero prima che in patria l'espressione più vivace, ed empaticamente colta, del jazz post moderno, ha un documento discografico prestigioso nella suite «Skies of Europe», firmata da Gaslini e commissionata nel 1995 dall'etichetta-cult Ecm. Attenzione però: le svariate nozioni musicali, classiche, etniche e free, talora serie, spesso burlone e trascinanti, vengono enunciate dall'Italian Instabile Orchestra non come pedante ed eclettico «culturame», ma piuttosto accostando in una variata e organica tavolozza colori mediterranei europei e americani. L'equilibrio (instabile?) post jazz di diverse fertili ispirazioni è l'affascinante, e riconoscibile, ricerca di un suono tipicamente italiano. Paradossalmente gli artisti, per proprio conto quasi tutti leaders di gruppi distinti, sono diventati membri di un insieme che non ha leader, un cooperativismo fruttuoso e versatile in cui ognuno è al tempo stesso interprete, compositore e direttore. Come sfrutteranno la carta bianca affidata loro dal Salone della Musica? Dopo un incontro introduttivo (domenica 19 alle 18 in sala Madrid), dove verrà presentato da Marcello Lorrai un libro a loro dedicato, con accluso ed inedito, lunedì 20 all'Auditorium l'Orchestra istigherà un progetto che in sei anni di vita non le era ancora stato concesso. Nel workshop-seminario mattutino rivolto alle scuole e nelle prove aperte del primo pomeriggio verranno invitati ad aggregarsi cinque giovani musicisti, rintracciati e. selezionati nell'Italia del jazz sperimentale e d'improvvisazione. Gran parte della giornata servirà per rifinire e collaudare, col contributo degli alunni speciali, scritture del nuovo repertorio, poi ci sarà spazio per qualche stravaganza animata da Carlo Actis Dato e altri componenti in giro per il Salone, e infine un concerto da cui l'Instabile si attende molto. Già nella disposizione fisica il ruolo storico della big band è ridisegnato. Eh sì, perché il loro concetto di democrazia sonora, notato nientemeno che da Omette Coleman nel commento sul libretto di «Skies Of Europe», si esprime anche nella collocazione affatto atipica dei componenti sulla scena. Nessuna sezione è privilegiata, tutti i musicisti stanno a semicerchio senza sfilare a turno sul fronte del palco per le parti soliste.'In una Torino di buona tradizione jazzistica ma che raramente osa oltrepassare il bebop nelle manifestazioni di richiamo, l'Instabile apparve due anni fa a Settembre Musica. Al Salone coinvolgerà pubblico e critica - dalle varie aspettative e abitudini musicali - in un intrigante evento che si preannuncia come squisitamente trasversale. Edoardo «Catfish» Fassio

Luoghi citati: Forlì, Italia, Madrid, Milano, Noci, Puglia, Torino