Sensualità e ferocia

Sensualità e ferocia Sensualità e ferocia Ha scritto Giorgio Vigolo: «La carta da musica che adoperava Saint-Saèns doveva avere in filigrana un organo dalle grosse canne, abbracciato da sinuosi tralci di rose e di convolvoli». Un'opinione e una sfida: sarebbe riuscito il concertista d'organo, debitore alla lezione del contrappunto, a cogliere gli abbandoni di questa vicenda? Se c'è una forza e insieme un possibile punto di rottura nell'equilibrio dell'opera è questa convivenza: si pensi al coro d'inizio e al suo andamento fugato, contrapposto all'evanescenza floreale di certe invenzioni timbriche. Ma Samson è anche opera debitrice a Wagner e rappresenta un momento ancora possibile di conciliazione tra l'invenzione nuova dei leit motiv, la fluidità ininterrotta del flusso melodico e armonico e la più tradizionale struttura delle forme chiuse, dell'aria d'opera. Le tre, cosi ampie, affidate a Dalila, e in particolare il vastissimo duetto conclusivo del secondo atto rivelano questo tentativo di sintesi tra tradizione e modernità, risolto eppure già inattuale, se in quegli stessi anni Wagner era già oltre, abbandonando ogni materialità, ogni naturalismo nel canto, che invece ancora preme nella gola di Dalila. La linfa che scorreva sotto quei tralci era color del sangue: la sensualità s'invera nell'abbraccio della morte. Trent'anni prima (l'età giusta) Dalila appare la madre della Salome di Strauss: la perfidia di donna consapevole diventerà l'innocenza assassina e danzante dell'adolescente che pretenderà servita su un piatto d'argento la testa del Battista. Perché Dalila tradisce Sansone? Per femminile perversità» come riteneva Paul Dukas, per obbedienza agli ordini del Gran Sacerdote di Dagon che piega il suo fascino al servizio del proprio popolo contro gli Ebrei? Oppure - per oscuro disegno della Provvidenza - perché lui riconosca il proprio errore e dalla cecità e dalla schiavitù rinasca la libertà per il popolo oppresso tradito da un suo ministro di culto, quale è Sansone? Le sette trecce che Dalila scopre essere il segreto di-quella forza sovrannaturale, sono il simbolo della fedeltà al Dio: Sansone, Nazireo sin dalla nascita: «Per tutta la durata del suo voto, non passi rasoio sopra il suo capo», impone il libro dei Numeri. Nel sonno, dopo l'amore, il voto s'infrange. Ma come resistere ad una musica che crea una danza delle sacerdotesse così perversa, un «(baccanale» talmente orgiastico, che dosa come miraggi i richiami, ossessivi e suadenti, di lei, quasi anticipo di intuizioni proprie a Ravel? fl crollo del tempio, assieme ai filistei, travolge il «filisteismo» sincerissimo di Saint-Saèns. [s. e]