ECO E KUNDERA EXPORT di Mario Baudino

ECO E KUNDERA EXPORT ECO E KUNDERA EXPORT / «nostri» più richiesti a Francoforte, insieme a Fo In Fiera campeggiano i, volti di Lady D e Che Guevara, continua a crescere il filone New Age e tra i best seller sale un romanzo svedese che ricorda la Tamaro Paulo Coehlo SARAMAGO CONSIGLIA I MAIA José Saramago FRANCOFORTE LDO Busi, arrivato tra i primi per incontrare i suoi editori tedeschi, fa i conti in tasca a Dario Fo, tanto per divertimento, e si chiede quanto guadagnerà coi diritti d'autore grazie al Nobel. Perché è lui, lo scrittore di Mistero di buffo, il giullare che gli Accademici di Svezia hanno eletto a «voce» degli ultimi contro i potenti, la nostra star di Francoforte. Tutti lo chiedono, tutti lo vogliono, insieme all'ultimo saggio di Eco, Kant e l'ornitorinco (Bompiani) e al nuovo romanzo di Kundera, L'identità (in prima mondiale in versione italiana, da Adelphi, in libreria a fine ottobre). E' questo il salone del Portogallo, inaugurato dal presidente Jeorge Sampaio, con al fianco uno scrittore del calibro di José Saramago, il presidente della Commissione europea Jacques Santer e naturalmente tutto il gotha dell'editoria mondiale, ma le immagini che caratterizzano per la loro frequenza quasi ossessiva la Buchmesse, la più grande fiera mondiale del libro, sono quelle di lady PER me consigliare un libro è diffìcile, perché non posso essere certo che i lettori italiani siano in grado di trovarlo nella loro lingua. E ci sono libri meravigliosi, che mi piacerebbe tutti potessero leggere, tesori magari nascosti, magari segreti. Ingiustamente segreti. Uno per tutti è Os Mayas, scritto nel 1887 da Eca de Queiròs, il nostro grande scrittore di fine Ottocento. Racconta la vicenda di una famiglia, i Maia appunto, nel corso del secolo diciannovesimo. E'un grande romanzo, da cui emerge in modo superbo l'aridità del tempo economico, culturale e sociale che toccò al mio Paese José Saramago soprattutto sul finire dell'800. Ma non è solo una storia «portoghese», e non è per questo che ne parlo qui a Francoforte, dove il Portogallo è il Paese ospite della Fiera internazionale. E' una storia dal valore universale, una grandissima opera. Spero che i lettori italiani possano procurarsela. E se non è disponibile ora, che qualche vostro editore ci pensi. Una grande libro è un grande dono per tutti. José Saramago y Diana e di Che Guevara. Campeggiano sulle copertine negli stand tedeschi e americani, inglesi, spagnoli e francesi: la biografia «non autorizzata» - ma come si è ora saputo, da lei suggerita - della principessa del Galles e un'incredibile quantità di biografie, diari, agiografie dell'eroe cubano sono già state tutte debitamente commerciate, ma alla fine sono loro a dare il «colore» a questa grande Borsa del libro, sempre più gigantesca. Come ha ricordato il direttore Peter Weidhaas, ci sono 9587 editori provenienti da 107 Paesi, distribuiti in quindici enormi sale su un percorso di molti chilometri che sfida per spazi, tapis roulant e sale mobili, qualsiasi aeroporto. C'è l'editoria su carta e quella elettronica, insomma come ammette lo stesso Weidhaas, ci sono dimensioni che non consentono a un singolo visitatore di visitare tutto, di vedere tutto, nemmeno camminando indefessamente fino a lunedì, quando si chiuderanno i battenti. La Buchmesse sbriciola i limiti di una fruizione individuale. E' il regno della complessità, dentro la quale è possibile solo ricavare sentieri, percorsi parziali. E se sarà comunque difficile sfuggire alle icone di Diana e Che Guevara, qualunque sia la traccia nel labirinto, lo sarà ancora di più per quanto riguarda la New Age. An¬ cora una volta l'esoterismo popolare si accampa come protagonista assoluta in un mercato internazionale alla disperata ricerca di vendite, drammaticamente diviso tra «ricchi» (Usa, Gran Bretagna e Spagna) e «poveri» (Francia, Italia, e anche Germania). I Paesi che hanno sconfitto la recessione e hanno economie in fase di sviluppo godono in questo momento di editorie forti, come ha ricordato Roland Uhner, amministratore della Buchmesse. Gli altri sono alle prese con un calo di vendite, con mercati che si contraggono e vari problemi legati.ad esempio alla dibattuta questione se si debba fissare per legge un prezzo ai libri. Non basterà a risolverli la New Age, anche se tra fantasy e «inspirational», tra narrativa e saggistica, l'offerta è grande e promette miracoli. Per esempio agli uomini d'affari cui si rivolge il guru Deepak Chopra di cui Random House annuncia per la primavera Le sette leggiper aver successo negli affari. Sarà un affare comunque. E sarà un affare il terzo libro di James Redfield, quello delle profezie di Celestino, appena uscito e che Warner Books sta spingendo per la fiera. Si intitola La visione di Celestino, è già aggiudicato in Italia dal Corbaccio (gruppo Longanesi) e «studia» un secolo di ricerche scientifiche per dimostrare «l'inevitabile sintesi tra le idee dell'Est e dell'Ovest», e cioè che «miracoli e scoperte della scienza fanno parte della stessa catena evolutiva verso un mondo migliore». New Age: ormai è un pianeta, vasto come la Buchmesse. Per orizzontarsi può essere molto utile l'Enciclopedia del cristianesimo, uno dei pezzi pregiati portati a Francoforte dalla De Agostini, dove sotto la voce «Nuovi movimenti religiosi» don Gianni Ambrosio ha «censito» il New Age in poche pagine essenziali. E per non orizzontarsi si può decidere di andare invece alla deriva tra i misteri di Iside e la sapienza dei cristalli, il mercato offre di tutto. In ogni caso senza dimenticare lo scrittore più gettonato, che oltretutto scrive in portoghese e rischia di oscurare i lusitani in un colpo solo: il brasiuano Paolo Coelho, atteso per giovedì (sarà tra l'altro ospite del suo editore italiano, la Bompiani, che ha appena tradotto il suo Manuale del guerriero della luce). Durante una sessione di lavoro sul tema del best seller, che martedì - a porte chiuse - ha anticipato l'apertura della Fiera, l'editore francese Aéil'Alchimista, Anne Carrière, ha raccontato la vera storia di quell'incredibile successo: pubblicato in Brasile nell'87, non ristampato, passato ad altro editore che ne vendette 100 mila copie e solo nel '93 approdato da Harper Collins a San Francisco, che lo lanciò con una grande campagna di marketing. Intanto la Carrière, per le edizioni Robert Laffont, decideva di correre il rischio. Ne vendette due milioni di copie solo in Francia. Il summit sui grandi best seller mondiali ha ricostruito anche la storia di Cigni selvaggi di Juang Ciang, Il mondo di Sofìa di Jostein Gaarder, Va' dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro (a parlarne ovviamente era Alessandro Dalai, della Baldini & Castoldi), Le brave ragazze vanno in Paradiso, le cattive ragazze arrivano dappertutto di Ute Ehrardt e II senso di Smilla per la neve di Peter Hoeg: si è concluso che questi libri hanno avuto successo non grazie a lanci preparati a tavolino, ma in virtù del «tam tam» dei lettori. Una ricetta universale non c'è, neppure nel luogo che mette insieme tutte le possibili declina¬ zioni della parola editoria. Anzi, ha ricordato qualcuno, proprio il libro di Hoeg venne rifiutato dal primo editore italiano che lo aveva avuto per le mani (poi lo pubblicò la Mondadori) con la sprezzante considerazione che c'era troppa neve per il nostro clima, e bisognava «tagliarla», almeno di cento pagine. Costruire un best seller è difficile, lasciarselo scappare lo è molto meno. E di possibili best seller Francoforte non manca. Il problema è riconoscerli. Presto leggeremo anche noi un romanzo che viene anch'esso dal grande Nord ed ha venduto in Germania 200 mila copie in sei mesi. E' uno dei libri-simbolo di questa Buchmesse. Lo ha scritto la svedese Marianne Fredriksson, e racconta la storia di tre generazioni di donne, nonna, madre e figlia, in un secolo di Svezia (una Tamaro?). Alla Fischer, casa editrice raffinata che lo ha tradotto in tedesco (pubblica fra l'altro Saramago, Angela Byatt e Brodskij), assicurano che è una magnifica storia, di buon livello anche letterario, probabilmente destinata a un pubblico femminile. Se lo è assicurato Guanda che lo pubblicherà col titolo Le figlie di Anna. Mario Baudino