Il regista Così si sono superate le barriere etiche

Il regista Il regista «Così si sono superate le barriere etiche» LOS ANGELES 1 UTORE di film come Z e Missina, Costa-Gavras il è da trent'armi un simbolo del cinema politico e ri impegnato, di un cinema che non corre dietro al s *l botteghino con spettacolari effetti speciali e invasioni di improbabili alieni, ma affronta i problemi della realtà che ci circonda. Dopo la Grecia dei colonnelli e il Cile di Pinochet, dopo gli interrogatori stalinisti e i fanatici delle milizie americane, il regista ha pensato che era ora di puntare la sua cinepresa su un'istituzione che, di questi tempi, è soggetto di molte critiche e di aspri dibattiti: i media. A Beverly Hills per presentare il suo nuovo film, Mad city, lo abbiamo intervistato. Dunque, siamo ai media come nuovo nemico? «La mia intenzione non è quella di puntare il dito e criticare i media. Spero piuttosto che il film riesca a sollevare degli interrogativi, fare discutere. I media occupano una posizione sempre più rilevante nella nostra società. Attraverso i media compriamo, vendiamo, impariamo, comunichiamo. Nel bene e nel male sono dappertutto, ma non si può generalizzare. Quando parliamo di media parliamo di individui, e anche qui hai individui che fanno il loro mestiere con scrupolo e altri che lo fanno con grande cinismo». Ma l'immagine prevalente oggi è quest'ultima. Perché? «Nell'arco degli ultimi cinquant'anni c'è stata una trasformazione radicale, generata dall'avvento dei media elettronici. Accade qualcosa in un angolo remoto delle Filippine e nel giro di pochi minuti lo si sa in tutto il mondo. La televisione, per natura, fa le cose in fretta, superficialmente, senza stare a analizzare e interpretare gli eventi. E la stampa scritta, sotto la pressione di quella elettronica, è costretta a sua volta a banalizzare e anche a drammatizzare. E, come spiega il personaggio di Dustin Hofi'man, a superare delle linee etiche che un tempo erano tabù». Vede differenze tra i media europei e quelli americani? «Una volta c'era e molto grande. Ma sta scomparendo, specie nel mondo della televisione che sta seguendo sempre più un modello e uno stile americani. E quando la tv imbocca una strada, gli altri le vanno dietro». Anche il cinema è media, ma non è che qui ultimamente vediamo molta profondità e riflessione. «La fine della guerra fredda ha spazzato via uno dei drammi più grandi della nostra vita contemporanea, ma non abbiamo improvvisamente il paradiso in terra. Resto convinto del fatto che il cinema debba interpretare e farci riflettere sulla società in cui viviamo. Per fare questo occorrono delle storie, degli attori e dei soldi. E sempre pia spesso, uno di questi tre ingredienti manca». (1. s.l Qui sopra Kirk Douglas nel film «L'asso nella manica». In alto a sinistra il regista Constantin Costa-Gavras

Persone citate: Constantin, Costa-gavras, Dustin Hofi'man, Kirk Douglas, Pinochet

Luoghi citati: Cile, Filippine, Grecia, Los Angeles