«Vi spiego il terzo segreto di Fatima»

«Il mistero? Non è detto che sia una manifestazione divina L'ex segretario di Giovanni XXIII: siamo solo in tre al mondo a conoscere la profezia «Vi spiego il terzo segreto di Intima» \Monsignor Capovilla: nel2000 nessuna apocalisse. CITTA' DEL VATICANO. Il «Terzo segreto» di Fatima potrebbe essere una manifestazione divina, ma potrebbe anche non esserlo; e comunque il messaggio, mai rivelato dalla Chiesa, «non contiene nessuna scadenza temporale», non è legato a un anno particolare, o, come è stato affermato da qualcuno, alla scadenza di fine millennio. Questo ha dichiarato per la prima volta monsignor Loris Francesco Capovilla, segretario di Giovanni XXIII: l'unica persona - oltre a Giovanni Paolo II ed al cardinale Joseph Ratzinger - ad avere una conoscenza diretta della profezia di suor Lucia, l'unica ancora in vita dei tre pastorelli che nel 1917 ebbero visione della Madonna. Monsignor Capovilla ci ha raccontato in che modo Papa Roncalli prese visione del «segreto», e dopo di lui Paolo VI. Come accolse la rivelazione Papa Giovanni? «Con la prudenza che era proprio sua. Gli parlarono di questa cosa, appena fu fatto Papa. Più tardi nominò i cardinali, e fra di loro il cardinal Cento, che portò la busta in Vaticano durante il pontificato di Pio XII, che non si sa se l'abbia letta. Perché la busta era nell'archivio, sigillata. Nessuno ne conosceva il contenuto. Cento dice al Papa: "E' bene che Lei ne prenda visione. Mi ha avvicinato suor Lucia. Suor Lucia potrebbe lanciare un messaggio al mondo. Non so se sia opportuno, senta un po' che cosa dicono in Segreteria di Stato". Unanimemente tutti risposero di no». Come reagì il Papa? «Un segretario del Papa chiese: mandiamo a prendere il plico? Giovanni XXIII disse di attendere. Dopo avere annunciato il Concilio, andò a Castel Gandolfo, e disse: adesso portatemi questa cosa. La busta arrivò un lunedì, e lui disse a monsignor Filippi, che è morto cardinale: la metta qui. Lo leggerò venerdì, quando viene il mio confessore. Viene il suo confessore. Lo apre, comincia a leggere, mi chiama, mi dà il testo. E' scritto in portoghese, con qualche inflessione dialettale. Non si capisce in tutto bene. Allora il Papa chiama monsignor Paolo Tavares, che è divenuto vescovo di Macao. Tavares legge e traduce con esattezza». Era molto lunga? «Quattro o cinque paginette a mano. Il Papa legge, e dice: adesso i miei collaboratori devono prenderne visione, per vedere che cosa farne. La lessero Tardini, Dell'Acqua, Samorè della Segreteria di Stato, il suo confessore, Parente e Filippi del Sant'Ufficio, ed il sottoscritto. C'era Agagianian, in quei giorni a Castel Gandolfo, e la fece vedere anche a lui». E quale fu la conclusione? «Dopo aver parlato con tutti mi disse: scrivi. E scrissi sotto sua dettatura: "Il Santo Padre ha ricevuto dalle mani di monsignor Filippi questo scritto. Si è riservato di leggerlo il venerdì con il suo confessore. Essendoci locuzioni astruse, chiama monsignor Tavares, che traduce. Lo fa vedere ai suoi collaboratori più intimi. E alla fine dice di rinchiudere la busta, con questa frase: "Non dò nessun giudizio". Silenzio di fronte a una cosa che può essere una manifestazione del divino, e può non esserlo». Quando si riapre il caso? «Si chiude il plico, e lo si mette in un cassetto. Nessuno ne parla più. Muore Papa Giovanni. Viene il nuovo Papa, e qualche zelante gli dice: c'è il segreto. Il Papa lo manda a prendere, al Sant'Uffi- ciò. Dove non c'è. Monsignor Dell'Acqua telefona a me, preoccupato. Eccellenza, rispondo, è in camera del Papa, un cassetto a destra, non so se il secondo o il terzo. Paolo VI due o tre giorni dopo mi chiama e chiede: come mai c'è la sua scrittura, sopra la busta? Gli spiego il perché. Chiede: "Il Papa non ha detto niente altro?" No, niente. "Allora neanch'io dirò nulla". E non se ne parla più». Lei l'ha letta. E' realmente una profezia apocalittica? Si è parlato dell'annuncio di milioni di morti... Ce. una scadenza temporale? «Questo si può escludere. Signori miei, l'apparizione è del '17, quando Lucia aveva 10 anni, ma la "rivelazione" è proseguita anche più tardi (è stata scritta nel 1942, ndr). Ci sono state altre fasi. Se pensiamo a ciò che è accaduto dopo il '17, la guerra civile spagnola vi pare uno scherzo? E poi la Seconda guerra mondiale, gli orrori della guerra, e la Shoah? E questo è accaduto, e appena adesso cominciamo a prendere coscienza delle responsabilità che abbiamo». Monsignor Capovilla è naturalmente vincolato al giuramento di segretezza, legato all'ufficio che ha ricoperto. Di recente il mariologo René Laurentin ha collegato la profezia a divisioni nella Chiesa, al 1960 e al Concilio. «Soprattutto non c'entra niente la storia di lotte all'interno della Chiesa, di cui parla Laurentin. Anche se ci sono state sempre queste difficoltà fra di noi. San Paolo giunse a dire: vi radunate per l'eucarestia, ma fra di voi c'è chi è ricco, e chi non ha da mangiare. Abbiamo avuto le eresie. Ma quando sento il signor Messori che dice: Papa Paolo VI, quando fece il discorso sul fumo di Satana entrato nella Chiesa, utilizzò 21 righe del terzo segreto di Fatima. Avevo intenzione di scrivere al cardinale Ratzinger, e poi ho vi¬ sto che ha dato una risposta molto seria, su "Avvenire". Io sono l'unico che sa questa cosa, a parie il Papa e il cardinale. Questo Laurentin! Se lo sai, dillo. Non è tenuto a tacere. Su questo segreto ne sono girate di tutti i colori, varie versioni, foglietti...». Ma il riferimento a milioni di persone che periranno, è reale? «Non occorre avere ispirazione divina per dirlo. Basta che un pazzo perda la testa, con le bom¬ be atomiche che ci sono. L'uomo è capace di tutto. Ma i cattolici dovrebbero stare più attenti. Tutto questo continuo riferimento alla Russia. Bisogna tenore conto del modo rii parlare di una suora, di una ragazza nella sua cultura locale, in quel periodo. La rivoluzione russa era una cosa seria. La Madonna dice: si convertirà. Ma che cosa vuol dire questo? Si faranno cattolici? Volesse Iddio che tornassero cristiani, prima di tutto». Il testo è tale da creare timore, se rivelato? «Sono andato a casa eli una lamiglia, l'altro giorno. E' morto il papà, ci sono cinque o sei figli. Il fratello, mentre eravamo lì che parlavamo, mi chiese che cosa succede con il Segreto di Fatima. Che cosa vuole che gli succeda! Gli è morto il fratello, adesso; ha lasciato dei figli, un'impresa a metà. Che cosa andiamo a cercarci d'altro! A lui che cosa può capitaro di più! La natura è limitata. Basta la vita quotidiana, piena di problemi». Marco Tosatti «Il mistero? Non è detto che sia una manifestazione divina Dopo averlo letto il Pontefice disse "Non dò nessun giudizio"» «Sia Laurentin che Messori sbagliano quando sostengono che la pastorella si riferiva a un'era di lotte ed eresie nella Chiesa. Stanno circolando troppe fantasie» Monsignor Loris Francesco Capovilla è stato segretario di Giovanni XXIII «Il mdettmandiviDopil Po"Nogiud che do a conoscere la profezia di Intima» una apocalisse. Lunedì 20 Ottobre 1997 13 Il santuario di Fatima e nell'altra foto una processione «Sia Laurentin che Messori sbagliano quando sostengono che la pastorella si riferiva a un'era di lotte ed eresie nella Chiesa. Stanno circolando troppe fantasie» Il santuario di Fatima e nell'altra foto una processione Monsignor Loris Francesco Capovilla è stato segretario di Giovanni XXIII

Luoghi citati: Castel Gandolfo, Citta' Del Vaticano, Macao, Russia, San Paolo