«Affidatevi alla polizia» La famiglia Ghidini: riviviamo un incubo
«Affidatevi alla polizia» UN DRAMMA GIÀ'VISSUTO «Affidatevi alla polizia» La famiglia Ghiaini: riviviamo un incubo R: BRESCIA OBERTA Ghidini è troppo emozionata per poter parlare degli ultimi sviluppi del sequestro di Giuseppe Soffiantini: «Cercate di capirla - la giustifica il fratello minore Faustino, 20 anni -. In casa, in questi giorni, non facciamo altro che ricordare. Ci sembra di rivivere quei momenti. Ma devo dire - aggiunge - che la nostra esperienza non può essere paragonata a quella dei Soffiantini. Fortunatamente, la prigionia di Roberta è stata talmente breve che non ci siamo potuti nemmeno rendere conto della situazione». Roberta Ghidini fu rapita il 15 novembre 1991 a Lonato, il paese dell'entroterra bresciano dove abita, mentre stava andando al lavoro in città. Le forze dell'ordine la liberarono nella notte fra il 13 e il 14 dicembre a Roccella Io¬ nica, in Calabria. Nessun riscatto fu pagato dalla famiglia. Faustino Ghidini, come avete appreso la notizia dell'uccisione dell'ispettore Samuele Donatoni? «Venerdì sera, siamo tornati tutti tardi a casa. Abbiamo acceso il Tg5 della notte e abbiamo saputo. Se non è preso un colpo a tutti quanti, poco ci è mancato». E adesso, secondo lei che cosa succederà? «La situazione si complica da maledetto. C'è di mezzo un morto, un giovane ispettore di polizia, e il fatto che Soffiantini non è a casa. A quest'ora poteva già esserlo. Bisogna solo sperare e avere tanta, tanta fiducia». La discussione sull'opportunità di modificare la legge che impone il blocco dei beni delle famiglie dei sequestrati im¬ perversa. Le statistiche pubblicate ieri da «La Stampa» dicono che, con questa norma, i rapimenti sono notevolmente diminuiti negli Anni Novanta. Come vi eravate comportati nel caso di Roberta? «A noi era andata benone. Avevamo la polizia in casa giorno e notte, erano loro a tenere i contatti con i sequestratori. Noi non possiamo parlare male di quella legge. Però...». Però? «Mi sembra assurdo criticare i figli di Soffiantini quando dicono che cercheranno altro denaro per pagare il riscatto. Sono disperati, bisognerebbe mettersi nei loro panni. Il loro padre è in mano ai banditi da più di quattro mesi. Soffiantini è una persona con problemi di salute e c'è l'inverno alle porte. Spero che, per questo, i banditi si mettano una mano sul cuore». Dante Belardinelli, l'industriale del caffè che nell'89 restò in mano all'Anonima per più di due mesi, ha detto che il blitz dei Nocs a Riofiuddo era giusto e che il blocco dei beni è l'unico deterrente per i sequestratori. «Sul blocco dei beni sono d'accordo anch'io. Per quanto riguarda il blitz dei Nocs a Riofreddo, preferisco non commentare». Ai Soffiantini si sente di dire qualcosa? «L'unica possibilità che hanno per riabbracciare il loro caro è quella di affidarsi totalmente alla polizia e di lasciarla lavorare. Con noi ha operato perfettamente e sono convinto che lo sta facendo anche per Soffiantini». Vincenzo Corbetta «Sì al blocco dei beni ma capiamo i figli di Soffiantini» Roberta Ghidini: fu sequestrata il 15 novembre 1991
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