Cossiga: su Paters orgia di dietrologia
L'ex Presidente smentisce l'esistenza di un piano di terrorismo di Stato: non c'entra col caso Moro L'ex Presidente smentisce l'esistenza di un piano di terrorismo di Stato: non c'entra col caso Moro Cossigq; su Patere orgia di dietrologia Craxi: interrogatemi quando guarirò... ROMA DALLA NOSTRA REDAZIONE «P.a.ter.s. non c'entra nulla con il caso Moro: non è stato, come alcuni speravano, un piano di terrorismo di Stato». Francesco Cossiga, a Messina per un convegno cui partecipava pure Giulio Andreotti, l'altro protagonista di questa vicenda, puntualizza. Il piano antiterrorismo di sinistra (questo significa l'acronimo P.a.ter.s.), reso pubblico pochi giorni fa dall'agenzia stampa AdnKronos, e che fu preparato proprio contro le Br, a ridosso del rapimento Moro quando al vertice del Viminale c'era lo stesso Cossiga, «era un piano evidentemente in applicazione da tempo: quando ero ministro dell'Interno non era stato nascosto». E, per quel che riguarda l'eventuale coinvolgimento dell'allora presidente del Consiglio Andreotti, Cossiga fa notare che «non tutti i piani del ministro dell'Interno devono essere di necessità portati a conoscenza del presidente del Consiglio». E lo stesso Andreotti ha chiarito di non aver mai letto il piano Paters: «Nessuno me l'ha sottoposto, perché non era mio compito occuparmene». Per il resto, secondo Cossiga tanto scandalo «è solo un'orgia di dietrologia che porta all'orgasmo, ma di un tipo di orgasmo di cui io non ho bisogno». E ancora, replicando ad Andreotti che in un'intervista alla Repubblica aveva riferito delle dichiarazioni di un pentito che avrebbe visto un simbolo massonico tatuato sotto l'ascella del generale Santovito, Cossiga ha detto: «Non ho mai visto nudo Santovito». Cossiga, che l'altro ieri è stato sentito dai magistrati, ha poi detto al TG3 che «dovevano essere portati a conoscenza del presidente del Consiglio quei piani che implicavano la responsabilità politica generale ed una forma di coordinamento». Aggiungendo poi di aver mantenuto sul piano Paters il suo «abituale riserbo, come servitore dello Stato», e che esso è oggi venuto meno «solo perché ne ha parlato il governo». Cossiga chiede ora che il piano, oltre che alla magistratura, venga consegnato anche alla commissione Stragi, «e poi ceduto ai grandi giornali italiani affinché ne facciano un inserto: non ho qualche segreto da custodire». Ma lo scandalo attorno al piano segreto dilaga. Per diradarlo ieri è intervenuto un altro ex ministro dell'Interno della ex de, Vincenzo Scotti: «Quel piano è del tutto normale per un dipartimento di pubblica sicurezza. Noi arrivammo impreparati all'emergenza terrorismo, e nonostante questo è difficile sapere se il piano Paters fosse stato approntato ad hoc per il sequestro Moro». E della stessa opinione si è detto anche il leghista Roberto Maroni, responsabile del Viminale ai tempi di Berlusconi: a lui risulta solo l'esistenza di alcuni monitoraggi del Sisde sulle aree eversive. Intanto, il presidente della commissione Giustizia della Càmera, Giuliano Pisapia, ha dichiarato di «non credere che vi fossero infiltrati nelle Brigate rosse, né che vi fosse un grande vecchio: credo che Paters sia un piano antiterrorismo che era doveroso fare allora, e che è stato oggi ritrovato». Ha aggiunto che, a suo avviso, «probabilmente sono false anche le illazioni sul fatto che sarebbe stato fatto scomparire dall'ex presidente del Consiglio Andreotti». Intanto, il presidente della commissione Stragi, Giovanni Pellegrino, ha fatto sapere di voler riunire la commissione per votare una richiesta a Palazzo Chigi, al Viminale e alla Difesa affinché qualsiasi documento in loro possesso venga reso noto. L'altro ieri Pellegrino aveva dichiarato di voler partire per Hammamet al fine di interrogare Craxi sul caso Moro. Ma la risposta da parte dell'ex segretario socialista, per il trami¬ te dell'ambasciatore tunisino in Italia, è stata negativa, per motivi di salute. Da Hammamet, in tarda serata, Craxi ha poi fatto sapere: «Vedrete, guarirò...». Ma corrono anche voci, riferite dal senatore dei Verdi Athos De Luca, che su Craxi siano state fatte pressioni per rinviare l'incontro, già fissato per lunedì. «E' una delle singolarità italiane che logiche di reciproci ricatti si attivino in ordine a vicende che in un Paese normale si considererebbero consegnate alla storia» è stata la reazione del senatore Pellegrino, il quale considera indispensabile per chiarire il caso Moro il colloquio con l'ex segretario socialista. Enzo Fragalà, che rappresenta An nella commissione Stragi, ha fatto notare che è perlomeno insolita la procedura con la quale Craxi ha disdetto l'impegno con Pellegrino: «Ma come, un personaggio che invia fax a tutto spiano ricorre poi all'ambasciatore tunisino per far sapere che sta poco bene?». L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga ironizza sul piano segreto
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