lascia un delitto come eredità

lascia un delitto come eredità Milano, l'uomo era scomparso da tempo. La vittima è forse una prostituta lascia un delitto come eredità Muore per un tumore, in casa sua trovano un cadavere MILANO. Ha ucciso una donna, un'altra donna dopo un precdente delitto commesso due anni fa, e ha fatto in modo che il delitto fosse scoperto il più tardi possibile. C'è riuscito e nessuno potrà processarlo: è morto per un tumore. La vicenda ha per protagonista Antonio Zurolo, 63 anni, ex tranviere in pensione. Deceduto a Castellammare di Stabia (Napoli), suo paese d'origine, il 23 settembre. Ma della sua morte a Milano, dove risiedeva da anni, nessuno sapeva. Neppure il suo padrone di casa che ha avuto sentore di qualcosa di anomalo solo dopo non aver ricevuto il canone d'affitto. E' questo padrone di casa che, mercoledì sera, decide di andare a vedere cosa poteva essere successo nell'appartamento affittato da Zurolo: un bilocale in una casa di ringhiera in via Passeroni, zona di Porta Romana. Dai vicini viene a sapere che Zurolo non si vede da mesi e infatti la casa presenta tutte la caratteristiche di un alloggio abbandonato da tempo, polvere e finestre sbarrate. Anzi, sigillate col nastro adesivo come pure la porta del bagno. Dove il padrone di casa si trova di fronte a una scèna da film dell'orrore: la vasca è praticamente sommersa da coperte e, sotto c'è un cadavere, ridotto quasi a uno scheletro. Le prime analisi condotte dalla polizia scientifica possono dare poche certezze: lo stato del corpo ne impedisce l'identificazione certa (non è possibile neppure prelevare le impronte digitali). Si può sapere solo che è una donna, di circa una trentina d'anni, e che è stata strangolata: attorno al collo aveva la cintura di un accappatoio, la bocca era tappata da un asciugamano. Tutto il resto può essere frutto di una ricostruzione logica. Zurolo da alcuni anni era solito portarsi in casa prostitute straniere, prevalentemente sudamericane. Probabilmente tale era la donna trovata nella vasca da bagno; sicuramente lo era Mayra de Los Santos, 30 anni, morta il 6 febbraio del '95. E' lei la prima vittima dell'ex tranviere. Secondo quanto è emerso al processo lei e Zurolo avevano deciso di trasferirsi a Santo Domingo, da dove la giovane proveniva. Ma prima della partenza, sempre nella casa di via Passeroni, scoppia una lite che finisce con lei che vola dalla finestra del secondo piano e muore. Presenta numerose ferite prodotte da una forbice; anche Zurolo è ferito, con la stessa arma. «Abbiamo litigato, mi sono difeso. Poi lei si è buttata dalla finestra»: questo racconta l'ex tramviere, ma i giudici non gli credono e lo condannano a 16 anni per omicidio volontario. La sentenza viene pronunciata nel marzo scorso e proprio in quest'epoca Zurolo, che è libero per motivi di salute, scompare da Milano. Preferisce passare a Castellammare il suo ultimo periodo di vita. Ma nel frattempo ha ucciso ancora e si premura di non far scoprire il suo delitto. Sigilla tutte le fessure, in modo che nessuno possa sentire l'odore del cadavere, e continua a pagare regolarmente l'affitto per quella casa disabitata. Fino a che non muore pure lui. [r. in, ]

Persone citate: Antonio Zurolo

Luoghi citati: Castellammare, Castellammare Di Stabia, Milano, Napoli, Santo Domingo