Al bando le navi giapponesi di Andrea Di Robilant

Intercettate le imbarcazioni in arrivo, bloccate quelle nei porti Intercettate le imbarcazioni in arrivo, bloccate quelle nei porti Al bando le navi giapponesi Usa, guerra commerciale con Tokyo WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un'improvvisa disputa commerciale sfugge di mano e fa esplodere la tensione tra Stati Uniti e Giappone. La «U.S. Maritime Commission», la potente agenzia che gestisce il traffico marittimo lungo le coste americane, ha vietato l'accesso dei mercantili giapponesi in tutti i porti americani e ha ordinato alla Guardia costiere di bloccare quelli che già si trovano in porto. Ieri sera l'Amministrazione Clinton e il governo di Tokyo hanno avviato febbrili trattative per scongiurare il blocco. Ma in assenza di un accordo, la decisione della «U.S. Maritime Commission», presa ieri all'unanimità, diventerà operativa stamane. L'iniziativa ha colto tutti di sorpresa - la commissione è un'agenzia indipendente - ma in realtà giunge alla fine di una guerra di attrito che durava dall'inizio degli Anni Ottanta, quando gli americani hanno cominciato a protestare per le condizioni insoddisfacenti in cui i mercantili stranieri erano costretti ad operare nei porti giapponesi. Quest'anno americani e giapponesi si sono seduti a un tavolo per trovare una soluzione al contenzioso. Non c'è stato niente da fare. Le richieste per un trattamento più favorevole nei porti nipponici non sono state soddisfatte. E a quel punto gli americani hanno annunciato che avrebbe cominciato ad imporre multe alle navi giapponesi che gettavano àncora nei porti statunitensi a partire dal 4 settembre scorso: centomila dollari per nave, per un ammontare complessivo di 4 milioni di dollari. Le tre grosse compagnie marittime giapponesi proprietarie dei mercantili multati avevano fino a ieri per pagare. Non hanno pagato e hanno fatto sapere che non avevano intenzione di farlo. La commissione americana si è riunita e all'unanimità - quattro voti a favore nessuno contrario - ha deciso di impedire l'accesso delle navi nei porti. La disputa potrebbe creare un danno enorme ai due Paesi. Il Giappone è uno dei principali partner commerciali degli Stati Uniti, con uno scambio complessivo attorno ai 180 miliardi di dollari annui. E a meno di una soluzione diplomatica stanotte, la giornata di oggi potrebbe vedere l'inizio di una vera e propria guerra commerciale tra le due princi- pali economie del pianeta. Il presidente Bill Clinton, avvisato della clamorosa decisione della commissione a Buenos Aires, dove si trova in visita di Stato, ha ordinato ai suoi collaboratori di mettersi al lavoro con i diplomatici giapponesi a Washington per trovare una via d'uscita. Il Presidente ha ottenuto dalla commissione di aspettare 24 ore prima di rendere la decisone operativa. E nel caso non si arrivasse ad una soluzione potrà sempre decidere di eser¬ citare il veto presidenziale, per motivi di sicurezza nazionale. Il buon senso suggerisce che i negoziatori di questi due Paesi amici riusciranno a trovare una via d'uscita alla crisi immediata, non fosse che per proteggere gli enormi interessi commerciali al centro di questa vicenda. Ma è più difficile fare previsioni sull'insieme del contenzioso. Sono anni che gli americani, in questo appoggiati dagli europei, chiedono condizioni più favorevoli ai giapponesi, minacciando invano sanzioni. Questa volta non solo le hanno imposte, ma esigono che vengano pagate. Ora il Giappone deve decidere fino a dove vuole spingere questo pericoloso braccio di ferro. Andrea di Robilant La ritorsione dopo il rifiuto di pagare una maxi multa Già avviate febbrili trattative per cercare una soluzione

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Tokyo Washington

Luoghi citati: Buenos Aires, Giappone, Stati Uniti, Tokyo, Usa, Washington