In Cina la Grande Muraglia d'acqua

DISCORDIA Cominciato l'esodò della popolazione dall'area che verrà sommersa dalla diga delle Tre Gole In Cina la Grande Muraglia d'acqua Prove generali per deviare il corso del Fiume Azzurro INCHIESTA IL PROGETTO DELLA DISCORDIA PPECHINO ROVA generale, ieri, perla fase iniziale di un'opera faraonica destinata a trasformare il cuore della Cina e a incidere sul suo sviluppo, ma sulla quale pendono interrogativi e preoccupazioni per l'impatto suU'ambiente. Vicino alla città di Yichang, sullo Yangtze (il Fiume Azzurro), 1800 operai hanno fatto un «allenamento» per chiudere il fiume, e indirizzarne le acque su canali di diversione. In 24 ore, hanno gettato in acqua 194 mila metri cubi di rocce. Una simulazione su piccola scala di ciò che avverrà l'8 novembre, quando il fiume sarà effettivamente chiuso, le sue acque deviate su canali appositamente costruiti per poi ritrovare il suo corso a valle. Con la chiusura e la deviazione, comincerà allora la costruzione vera e propria di quella che sarà la più gigantesca diga nella storia dell'uomo, con due grandiose centrali idroelettriche che saranno le maggiori del mondo. Sarà la «Grande Muraglia d'acqua», un'opera che il regime, da socialismo faraonico, vuole aggiungere agli altri due colossali e millenari sforzi dell'uomo che segnano la storia e la geografia cinese: la Grande Muraglia, che chiuse a Nord da Est a Ovest il Paese per cinquemila chilometri, e il Grande Canale, che scorre da Nord a Sud per 1790 chilometri, via d'acqua interna artificiale parallela al mare, collegando Pechino con Nanchino e Hanzhou. Il più grande progetto idroelettrico del mondo prevede una diga alta 185 metri e lunga due chilometri e 309 metri. Essa creerà un bacino lungo circa 600 chilometri, con una superfice di 1045 chilometri quadrati, cioè quattro volte il Lago Maggiore, e una profondità massima di 180 metri; capacità idrica di 39,3 miliardi di metri cubi: una delle maggiori centrali idro-elettriche italiane, quella di Cancano, vicino Livigno, ha un bacino di 0,4 miliardi di metri cubi. Le due centrali, dotate di 26 turbine, avranno una potenza complessiva di 25 mila megawatt, con una produzione annua di oltre 18 milioni di kilowatt: pari all'energia prodotta dalla combustione di 50 milioni di tonnellate di carbone, per il cui trasporto occorrerebbero due milioni di autotreni. Da sola, quest'opera produrrà il 41 per cento della produzione totale italiana di energia idroelettrica. Un progetto su scala cinese, cioè di un Paese con un miliardo e oltre 200 milioni di abitanti, e quindi tutto su grandi numeri, anche nei risvolti più discutibili. Il costo previsto, una volta ultimata l'opera nel 2009, è di 24 miliardi di dollari: circa 40 mila miliardi di lire, una volta e mezzo la manovra finanziaria di quest'anno in Italia. Per la realizzazione del vasto bacino artificiale saranno inondati 27.280 ettari di terreno fertile. Sa¬ ranno sommerse 116 cittadine e 17.111 villaggi, ma con numero di abitanti sempre su scala cinese: complessivamente, saranno trasferite altrove un milione e 200 mila persone, secondo stime prudenti, ma si prevede che si arriverà a un milione e mezzo. Centomila sono già state mandate via, gli ultimi spostamenti nei giorni scorsi, dall'area do- ve l'8 novembre si inizierà a costruire la diga. Tra i centri abitati che finiranno sott'acqua vi è Fengdu, ricca di templi, storicamente importante per il taoismo, che insieme col confucianesimo è forte componente della mentalità e coscienza collettiva. In totale, circa 800 importanti templi, torri, costruzioni storiche, da secoli celebrati in letteratura e rappresentati nella pittura, saranno sommersi. Per i più importanti, il governo si è impegnato a smontarli e ricostruirli nelle vicinanze; altri saranno messi in musei appositi; per altri che non sarà possibile rimuovere, se ne costruiranno copie altrove: non ci si stupisca, nella cultura cinese una copia non suona così riduttiva come per noi. A monte della diga, cioè tra le città di Yichang e Chongqing, il livello delle acque dello Yangtze salirà di decine di metri, e ciò interesserà in particolare il tratto più famoso e caratteristico del fiume, cioè le tre gole, da cui l'intero progetto prende il nome, appunto «diga delle tre gole». E' un tratto di 200 chilometri che costituisce la parte mitica dello Yangtze: il grande fiume, che è il terzo nel mondo, taglia tre catene di montagne, formando una lunga e brusca ansa; scorre fra dirupi, ripide pareti di cune svettanti al di sopra di ripide scogliere. Nella prima gola in discesa, otto chilometri tra picchi inaccessibili, nel punto più ampio il fiume è largo appena 150 metri, restringendosi in alcuni punti a meno di 100; la corrente vorticosa è di 15 nodi. La seconda gola è lunga 40 chilometri, fiancheggiata da dodici cime: la terza è lunga 76 chilometri: il fiume non è che un corridoio fra muri di pietra alti centinaia di metri, le sue acque si rincorrono fra vortici e rapide. Per le sue insidie e difficoltà, è stato risalito da una nave a vapore per la prima volta solo nel 1898, da una unità militare britannica. Il progetto ha suscitato opposizioni in Cina e all'estero per l'impatto ambientale: per lo stravolgimento dell'eco-sistema si denunciano rischi di cambiamento di clima e della struttura geologica della regione, con accelerazione di scomparse di varie specie già in estinzione, come i delfini bianchi dello Yangtze, oltre che i danni al patrimonio culturale e i gravi disagi della popolazione strappata dal suo ambiente secolare. E' stato un tema su cui si è avuta in Cina ampia e vivace discussione, con un certo grado di libertà non avendo esso implicazioni politiche immediate: ma molti degli oppositori più vivaci furono poi in prima fila nelle manifestazioni sulla Tienanmen nel 1989. Quando il progetto fu formalmente presentato all'assemblea del popolo nella primavera '93, si ebbero in quella sede aspri confronti: un terzo dei deputati si oppose o si astenne, fatto inusuale in un organismo che fino ad allora aveva sempre approvato tutto all'unanimità. Il governo ha cercato di dare assicurazioni sui limiti dell'impatto ambientale, sulla salvaguardia del patrimonio storico e artistico, sull'assistenza alla popolazione. Esso sostiene anche che con la grandiosa opera si potrà regolare il corso del fiume, che ogni anno con le sue mondazioni fa decine di migliaia di vittime e danni incalcolabili. Lo sostiene comunque come fattore indispensabile per lo sviluppo e per ridurre l'inquinamento, dato che oggi il carbone è la maggior fonte di energia: col petrolio, 81 per cento, solo il 18 per cento da centrali idriche. Il nuovo impianto fornirà il 5 per cento della produzione totale attuale, e modificherà la situazione: l'energia idro-elettrica sarà il 35 per cento, contro il 65 di quella da carbone e petrolio. Tuttavia, enti internazionali come la Banca Mondiale, in genere generosi con Pechino, su questo progetto si tengono lontani, e non hanno dato finanziamento. Pechino farà tutto da sé per la sua Muraglia d'acqua. Fernando Mozzetti Lo sbarramento più grande del mondo voluto dal regime può avere un impatto devastante sul clima sull'ambiente e sui monumenti II bacino artificiale sommergerà 116 cittadine e 17 mila villaggi; oltre un milione di persone migreranno Ma sarà una «miniera» di elettricità

Persone citate: Fernando Mozzetti