Balene spinte sempre più a Sud Confermato il ritiro dei ghiacci australi
Balene spinte sempre più a Sud Balene spinte sempre più a Sud Confermato il ritiro dei ghiacci australi DOPO il vertice di Rio del 1992 le mutazioni climatiche preoccupano tutti i Paesi del mondo. Purtroppo, più studiamo il clima, più ci rendiamo conto di quanto poco lo conosciamo e di quanto si sia sinora sottovalutata questa «bestia capricciosa», come l'ha definita l'oceanografo Broecker. Un errore di cui siamo vittime consiste nel credere che i mutamenti di clima avvengano in modo graduale perché graduale è il processo con cui l'uomo influenza il clima. Quindi avremo ampiamente tempo ad adattarci. Questo atteggiamento non è minimamente giustificato dai fatti, i quali, semmai, indicano l'opposto. Il clima è infatti letteralmente saltato da mio stato all'altro in periodi non di mille, né di cento ma di decenni quando le perturbazioni esterne raggiunsero certi valori critici. A connettere fenomeni apparentemente sconnessi sono gli oceani e i ghiacciai. i l gQui parleremo di questi ultimi, in particolare della calotta antartica e del suo impatto sul clima. I ghiacciai sono importanti per almeno due ragioni: 1 ) essi hanno una albedo (o riflettività) molto alta e quindi tendono a raffeddare; 2) funzionano da isolanti, nel senso che riducono il trasferimento di calore dall'oceano alla più fredda atmosfera. Data la loro enorme massa e volume, si potrebbe pensare che essi siano stabili e immutabili, ma non è così. L'area ghiacciata antartica è di circa 17 milioni di km2 (60 volte l'Italia), contiene circa 30 milioni di km3 di ghiaccio corrispondenti al 90 per cento del volume totale dei ghiacciai esistenti sulla Terra. La parte occidentale (a sinistra delle montagne trans-antartiche) rappresenta il 10 per cento di quella orientale e i due terzi si sono inabissati ma quello che rimane è tale che se dovesse sciogliersi farebbe innalzare il livello del mare di 6 metri. Se ciò avvenisse alla parte orientale, il mare si alzerebbe di 60 metri, un evento biblico. La parte occidentale ha subito cambiamenti notevoli: nel periodo 1974-1979, è collassata un'area di 250 chilometri quadrati; nel 1986, sono sprofondati 23.525 kmq, nell'1987, 5508 e nel 1995, 2849, quanto la superficie del Lussemburgo. Anche i cosiddetti ghiacciai «tropicali» (da 40°S a 40°N), per esempio il ghiacciaio Huascaran nel Perù, hanno subito cambiamenti. Durante l'ultima glaciazione erano discesi di 1 km più a valle. Al termine della glaciazione (circa 10.000 anni fa) e con il conseguente riscaldamento, i ghiacciai si ritirarono più a monte. In questa cornice si inserisce uno studio del geofisico australiano W.K. de La Mare apparso il 4 settembre sulla rivista inglese Nature riguardante le va¬ riazioni dei ghiacciai antartici nel periodo dal 1920 sino a oggi. Ciò che lo rende particolarmente interessante, a parte il risultato finale, è la fonte dei dati usati, le baleniere. Tali attività di pesca nella zona antartica cominciarono nel 1904 e avvengono di regola nelle regioni fra oceano e ghiaccio particolarmente attraenti grazie all'alta concentrazione di attività biologica e quindi all'abbondanza del krill di cui si nutrono le balene. La stagione baleniera inizia verso ottobre (primavera australe) e continua sino ad aprile. Il Bureau of International Whaling Statistics in Norvegia mantiene un registro di 1,5 milioni di catture catalogate seconda la data, la specie catturata e la posizione geografica. La Mare ha analizzato con metodi statistici questa banca dati per estrarne informazioni sulla possibile variazione nel tempo dell'interfaccia oceano-ghiacciaio. Nella figura vediamo rappresentata la posizione (in latitudine) di questa interfaccia dal 1931 al 1987. Come si può vedere, tale regione si è ridotta: dal 1931 al 1954 la posizione media era a -61,5°S ma si è poi spostata a Sud. Dal 1937 al 1987 la posizione media è a 64,3°S di latitudine, 2,8° corrispondono a 5,65 milioni di kmq, e poiché l'area totale è di 17 milioni di kmq, ciò significa un decremento dell'estensione ghiacciata del 25 per cento. C'è di più. I dati dei satelliti dal 1973 indicarono che non ci fu grande variazione dei ghiacciai. Si estrapolò il risultato e si disse che questo era vero anche prima del 1973. Invece i nuovi dati ci indicano che il grande rimpicciolimento avvenne in poco meno di 20 anni, dal 1955 al 1973. Quando i satelliti cominciarono il loro monitoraggio, il fenomeno era già avvenuto. Un ulteriore esempio che il clima può cambiare in decenni, non millenni come convenientemente continuiamo a credere, a nostro pericolo. Vittorio M. Canuto Nasa, New York
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