«Ariane 5» alla prova di appello

«Ariane 5» alla prova di appello «Ariane 5» alla prova di appello // nuovo grande vettore europeo torna sulla rampa di lancio dopo il disastro dell'anno scorso Intanto si è festeggiato il centesimo decollo di «Ariane 4». Il 15per cento è «mode in Italy» RIPARTE Ariane 5. A sedici mesi dall'incidente che distrusse in volo il primo esemplare, il grande vettore europeo è di nuovo sulla rampa di lancio. Chiarite le cause del fallimento - un errore nel software del sistema di guida - i tecnici dell'Esa hanno sottoposto i programmi dei computer di bordo a un'attenta revisione. Se non ci saranno intoppi, il lancio è previsto per il 15 ottobre. Capace di scagliare in orbita geostazionaria due o più satelliti per volta, per uh carico complessivo di sei tonnellate (oppure uno solo, pesante 6,8 tonnellate), il nuovo vettore permetterà all'Europa di consolidare la leadership raggiunta nei lànci commerciali. Il 60 per cento di questo business è in mano ad Arianespace, che lo scorso anno ha fatturato un miliardo e mezzo di dollari e ha 43 satelliti nel portafoglio ordini. hi ii f ll b di gPochi giorni fa alla base di Kourou, nella Guyana Francese, è stato festeggiato il centesimo lancio Ariane. Il primo era avvenuto la vigilia di Natale del 1979. Pochi, in questi 18 anni, i fallimenti: i razzi europei vantano un tasso di successo elevato (oltre il 96 per cento dei satelliti collocati nell'orbita prevista), superiore a quello dei concorrenti americani e russi. Con il boom delle telecomunicazioni, la domanda di lanci in orbita geostazionaria - la missione tipica di Ariane - è in crescita. E aumentano anche le dimensioni dei satelliti. Per anni si è seguita questa evoluzione migliorando le prestazioni del vettore con successive versioni. Ariane 5, invece, è un progetto completamente nuovo. Il carico utile è quasi doppio rispetto all'Ariane 4 (che ha appena festeggiato il centesimo lancio) e crescerà in futuro. Oggi un satellite per telecomunicazioni pesa 3 tonnellate, ma ne vengono progettati di più grandi: 4,5 tonnellate e oltre. Sono allo studio, perciò, versioni potenziate del nuovo lanciatore, capaci di portare in orbita di trasferimento geostazionaria due di questi supersatelliti in un colpo solo. l ll' dll pOltre all'aumento della capa¬ cità di trasporto, Ariane 5 punta sulla riduzione dei costi. Rispetto ad Ariane 4 si prevede un risparmio del 45 per cento per ogni chilogrammo messo in orbita. Un risultato dovuto al maggiore carico utile e a una concezione molto più semplice, resa possibile dal progresso nel campo della propulsione. Proviamo a mettere accanto Ariane 4 e Ariane 5. Il primo ha tre stadi, più quattro booster a propellente solido o liquido, per un totale di dieci motori. Il suo successore ha uno stadio principale con un solo motore a idrogeno e ossigeno liquidi - il Vulcani, da 120 tonnellate di spinta - affiancato da due enormi booster a propellente solido, realizzati dalla FiatAvio-Bpd in collaborazione con la francese Sep. Accesi al momento della partenza, forniscono 540 tonnellate di spinta ciascuno per i primi due minuti di volo. C'è poi lo stadio superiore, munito dì un piccolo motore a propellente liquido, con il compito di imprimere l'accelerazione finale per immettere il carico in orbita. Quattro moto¬ ri in tutto. Abbiamo detto del ruolo della FiatAvio per quanto riguarda i booster, ma l'azienda italiana ha anche progettato e costruito un altro componente chiave di Ariane 5: la turbopompa che alimenta il motore Vulcani, immettendo nella camera di combustione 132 tonnellate di ossigeno liquefatto a -183 gradi, al ritmo di 216 chilogrammi al secondo. In tutto l'industria nazionale è presente su Ariane 5 con una quota del 15 Eer cento (un importante contriuto viene anche dalla Microtecnica), che corrisponde alla cifra investita nel progetto dal nostro Paese, circa 1700 miliardi su un totale di oltre 11 mila. Soldi spesi bene? L'esperienza dice di sì. Il denaro impegnato Kr lo sviluppo dei precedenti iciatori europei non solo ha prodotto ricerca, innovazione tecnologica e occupazione, ma ha reso almeno cinque volte tanto. E tutti i contributi pubblici sono stati recuperati con le tasse sugli utili realizzati. Giancarlo Riolfo . i Shuttle Telescopio spaziale PER IL PUBBLICO IL Congresso della Federazione Astronautica Internazionale offre anche interessanti manifestazioni aperte al grande pubblico. Le giornate spaziali torinesi iniziano oggi, 4 ottobre, in coincidenza con il quarantesimo anniversario del lancio dello Sputnik 1, il primo satellite artificiale. Lo «Sputnik day» prevede una conferenza al Centro Congressi «Torino Incontra» (piazzale Valdo Fusi), che sarà allo stesso tempo un salto all'indietro nel tempo (potremo rivedere le immagini dei primi satelliti artificiali e delle prime capsule con astronauti, e ascoltare le registrazioni fatte a Torino dai fratelli Judica Cordiglia dal Centro di Radioascolto Spaziale) e sarà anche l'occasione per fare il punto sulla ricerca spaziale di oggi e di domani, in particolare sulla Stazione spaziale internazionale. Ne parleranno gli astronauti italiani Franco Malerba, Maurizio Cheli e Umberto Guidoni, presenti anche i padri-progettisti dello Sputnik, in una serata aperta al pubblico, moderata da Piero Bianucci e Silvia RosaBrusin. Gli appassionati dei film di fantascienza o di astronautica potranno rivedere sul grande schermo pellicole famose come «Abbandonati nello spazio», «Uomini Veri», «Apollo 13» o il vecchio «Uomini sulla Luna» in una rassegna al cinema Massimo, che coinciderà con i giorni del congresso ai Lingotto. In programma cicli di conferenze divulgative, dedicate non solo all'astronautica, ma anche alle discipline vicine a questo settore, come l'astronomia, la fisica e la geofisica. Si parlerà di multimedialità, di cooperazione internazionale per lo spazio, di stazioni spaziali, di telemedicina, di costellazioni di satelliti per telecomunicazioni radiomobili e di ricadute della ricerca spaziale per creare nuove tecnologie al servizio dei portatori di handicap. SI

Persone citate: Franco Malerba, Giancarlo Riolfo, Judica Cordiglia, Maurizio Cheli, Piero Bianucci, Silvia Rosabrusin, Soldi, Umberto Guidoni

Luoghi citati: Arianespace, Europa, Guyana Francese, Torino