Marte, piccoli satelliti e Space Station

Marte, piccoli satelliti e Space Station Marte, piccoli satelliti e Space Station Cè anche un razzo nei programmi italiani per i prossimi cinque anni per il quale sono già stanziati 6500 miliardi in 5 anni al netto dei debiti, un finanziamento più alto rispetto agli attuali 1050 miliardi annui. Ne parliamo con Giovanni Bignami, neodirettore scientifico dell'Asi, 53 anni, docente universitario, astrofisico delle alte energie, implicato nelle ricerche con il satellite Cos-B, premiato nel '93 dall'American Astronomicai Society per un lavoro ventennale sulla pulsar Geminga. Torino sarà capitale dell'astronautica dal 6 al 10 ottobre Professor Bignami, quali sono gli obiettivi dell'Asi? «Prima di tutto confermare la nostra forte presenza nell'Esa, ai cui programmi contribuiamo con circa il 15 per cento. Quanto all'attività nazionale, la scelta strategica è quella di fare dei piccoli satelliti scientifici. Abbiamo interpellato la comunità scientifica, ottenendo ben 41 proposte». à l l ppCome avverrà la scelta? «Entro dicembre ne selezioneremo 5 per le quali si farà lo studio di fattibilità nel 1998. Sono in corsa satelliti per astronomia, osservazione della Terra, fisica fondamentale, con masse da 100 a 350 chilogrammi. A fine 1998 si sceglierà la prima missione vincente. Contiamo di vararne una ogni due anni, a costi di circa 50 milioni di dollari ciascuna» Che ruolo avrà l'Asi nella Stazione spaziale internazionale? «L'investimento fatto è grande, quindi dobbiamo trarne benefici proporzionali, sia commerciali sia scientifici. L'Italia gioca su due tavoli: abbiamo un accesso alla stazione tramite l'Esa e un accesso diretto AsiNasa. L'Esa ha selezionato 4 proposte italiane su un totale di 8: quindi finora siamo rappresentati al di sopra della nostra partecipazione economica. L'Asi inoltre dispone di alcuni esperimenti sulla stazione per contatti diretti con la Nasa: saranno esperimenti prevalentemente di scienze deÙa vita». Ci sono programmi di esplorazione planetaria? «Il programma principale è l'e¬ splorazione di Marte, sia nell'Esa, con la sonda Mars Express, sia con la Nasa: in Sardegna dovremmo realizzare un'antenna parabolica da 64 metri che potrebbe servire alla Nasa per inseguire le sue sonde. Con l'Esa sono in programma anche missioni alla Luna e a Mercurio, oltre, ovviamente, la missione Rosetta per lo studio delle comete». In astrofisica che cosa si prepara? Bignami, direttore scientifico dell'Asi: «I piani al 2002» «Partecipiamo con l'Esa alle missioni Xmm (raggi X), Integrai (raggi gamma), First (infrarosso) e Planck (radiazione di fondo). Guardando al futuro la cosa più importante è NGST, New Generation Space Telescope, un telescopio molto ambizioso, con una apertura da 6 a 8 metri, collocato in uno dei punti di librazione di Lagrange». Poi c'è l'osservazione della Terra... «L'osservazione della Terra è una nuova dimensione del programma scientifico Esa e noi vi partecipiamo anche con ricerche di geofisica».. L'Italia potrà finalmente contare su un proprio razzo, per esempio il lanciatore Vega già in avanzata fase di progettazione da parte di Fiat-Avio? «Senz'altro c'è la volontà di fare un lanciatore adatto a mettere in orbita piccoli satelliti; l'idea è di sviluppare una collaborazione Italia-Francia. La base di Malindi, in Kenya, verrà mantenuta ma i lanci potrebbero anche awenire da Kourou».

Persone citate: Bignami, Giovanni Bignami, Planck, Professor Bignami, Space, Vega

Luoghi citati: Francia, Italia, Kenya, Kourou, Sardegna, Torino