IL CONSIGLIO di Angelo D'orsi

IL CONSIGLIO IL CONSIGLIO di Angelo D'Orsi IL cinquantenario della fine della Seconda guerra mondiale ha avuto scarso riscontro nella storiografia e nella pubblicistica italiana. Un esiguo libretto ci riporta ora, in forma originale, taluni dei principali problemi che si sono affacciati alla coscienza dell'umanità fra il '39 e il '45: si tratta di poche lettere scambiate fra due intellettuali appartenenti a due degli Stati sconfìtti, il tedesco Gùnter Grass (classe 1927) e il giapponese Kenzaburo Oe (classe 1935, Nobel nel 1994) (Ieri, cinquantanni fa, Archinto, pp. 49, L. 16.000). Due uomini di lettere accomunati da un percorso che ragazzi li aveva visti in qualche modo fedeli sudditi del Tenno e del Fùhrer, e che poi li ha gradatamente portati, nel dopoguerra, ad un atteggiamento critico dell'incompiuta democrazia dei rispettivi Paesi. Attraverso questo scambio epistolare, avvenuto nel '95, i due, in una forma certo letteraria ma con una grande spontaneità, si scambiano esperienze di vita relative al loro passato e al loro presente, uniti da una concezione critica del ruolo dell'intellettuale, in modo più netto e militante Grass, in forma più attenuata e morbida Oe. Il dialogo, che va da una battaglia minoritaria volta alla riabilitazione dei pochissimi che in Germania o in Giappone ebbero il coraggio di disertare, alla rivisitazione dei classici temi di Hiroshima ed Auschwitz, finisce per aggredire anche le questioni drammatiche dell'oggi, in una immediatezza espressiva che fa di questo testo un affascinante racconto minimo a quattro mani.

Persone citate: Archinto, Grass, Gùnter Grass

Luoghi citati: Germania, Giappone, Hiroshima