Una grande esibizionista di Marco Vozza

IL CONSIGLIO IL CONSIGLIO di Marco Vozza LISBONA sta sempre più assumendo una veste mitica: dopo la Parigi di Baudelaire, la Vienna di Hofmannsthal, la Praga di Kafka, la Dublino di Joyce, dobbiamo ormai annoverare la Lisbona di Pessoa. Chi intende subire l'indubbio fascino di questo mito letterario può ora utilmente leggere il brillante itinerario proposto da José Cardoso Pires: Lisbona. Libro di bordo (Feltrinelli, pp. 96, L. 20.000) con l'immancabile prefazione di Antonio Tabucchi. Il suo viaggio inizia con un'immagine fluviale che funge quasi da vocativo: «Da subito, mi appari posata sul Tago come una città che sta navigando... Onde di mare aperto sono effigiate sui tuoi selciati, e ancore, e sirene». La guida che Pessoa scrisse in inglese: Lisboa. What the Tourist Should See iniziava con toni altrettanto evocativi: «Per il viaggiatore che arriva dal mare, Lisbona, anche da lontano, si erge come un'affascinante visione di sogno, contro l'azzurro vivo del cielo che il sole colora del suo oro». Ritroviamo il busto del grande scrittore portoghese seduto ad un tavolino del caffè Brasileira, a fianco del quale qualunque turista può annegare la saudade in un bicchierino di ginjinha o di aguardente. A donna del futuro, che oggi sta nascendo, sarà una donna completamente libera da ogni senso di colpa verso il creare e verso la propria crescita personale. Sarà una donna in armonia con la propria forza, ma non per questo poco femminile, o eccentrica, o in qualche modo innaturale. Io immagino che viva con tranquillità la propria forza e la propria serenità una donna che sa parlare ai bambini e agli uomini che a volte la temono. L'uomo si sente a disagio nei confronti di questa evoluzione della donna, ma non deve esserlo - perché in lei troverà una compagna, non una persona al suo servizio. Avrà qualcuno che non lo farà sentire solo nella sua quotidiana battaglia contro il mondo per mantenere una moglie e un figlio, o una moglie che è come una bambina. La donna del futuro non cercherà mai di vivere indirettamente attraverso l'uomo, e incitarlo e spingerlo alla disperazione, per realizzare un qualcosa che dovrebbe fare lei stessa. Questa è la prima immagine che ho di lei - non è aggressiva, è serena, sicura, fiduciosa, sa sviluppare le proprie capacità, sa chiedere uno spazio per sé. Voglio che sia la donna a conservare il senso della persona, del contatto con gli altri, non come un qualcosa di negativo, ma qualcosa che possa cambiare completamente il mondo, rendendolo un luogo dove le capacità intellettuali si fondano con l'intuizione e la soggettività. Lou Andreas-Salomé Andreas-Salomé è il simbolo della battaglia per superare le convenzioni e le tradizioni nelle idee e nella vita. Come può una donna intelligente, creativa, originale rapportarsi a uomini di genio senza essere travolta dalla loro personalità? La battaglia della donna moderna consiste nel conflitto tra il suo desiderio di fondersi con il proprio uomo mantenendo al tempo stesso una propria identità separata. Lou visse tutte le fasi e le evoluzioni dell'amore, dal dono al rifiuto, dal suo sbocciare al suo morire. Si sposò e condusse una vita da non sposata, amò uomini più grandi e più giovani di lei. Era attratta dal talento, ma non voleva essere soltanto un'allieva o una musa. Nietzsche confessò di aver scritto Zarathustra ispirato da lei; diceva che Lou capiva la sua opera come nessun altro. Per molti anni Lou subì il destino di tante donne brillanti unite a uomini brillanti: era conosciuta solo come l'amica di Nietzsche, Rilke, Freud, anche se la pubblicazione dell'epistolario con Freud ha mostrato come questi la trattasse alla pari e cercasse la sua opinione con rispetto. Scrisse il primo studio femminista sulle donne di Ibsen e uno studio sull'opera di Nietzsche. Ma la maggior parte dei suoi libri non sono più pubblicati, e pochi, se ne esistono, sono stati tradotti in inglese. Anche se ispirò Rilke, si ribellò alla dipendenza da lui e alle sue depressioni. Il suo amore per la vita era seriamente provato, e alla fine, dopo sei anni, troncò la relazione perché, come disse, «Non posso essere fedele a nessun altro se non a me stessa». Aveva il suo lavoro da portare avanti, e doveva rimanere fedele alla sua natura espansiva, alla sua passione per la vita, alla propria opera. Risvegliò il talento degli altri, lasciando però spazio al proprio. Si comportava come tutte le forti personalità del suo tempo, di cui abbiamo ammirato gli struggimenti romantici quando erano uomini. Aveva un forte senso dell'amicizia e dell'amore, ma non si faceva travolgere dalle passioni dei romantici che spingevano a scegliere la morte piuttosto che la perdita di un amore. Eppure Lou ispirava passioni romantiche. Era all'avanguardia, per i suoi tempi, nelle attitudini, nei pensieri e nell'opera. Scrittura femminile Le donne sono sempre state scrittrici. Questa è stata l'unica attività che non si è mai scontrata con i ruoli che sono stati loro imposti o con le limitazioni e le restrizioni che la donna ha dovuto fronteggiare nel suo sviluppo professionale. Ma questo è uno Lo psicoanalista Otto Rank e Anaìs Nin (nella foto grande) splendido momento per le donne: il mondo è diventato finalmente consapevole delle loro conquiste. Perché anche come scrittrici le donne hanno sempre incontrato pregiudizi, o quanto meno indifferenza. A volte hanno assunto un nome maschile per poter sostenere la propria opera: George Sand, George Elliot. E l'elezione di Colette a membro dell'Accademia di Francia fu aspramente IL SEGRETO Una grande esibizionista NEL novembre del 1934 Anaìs Nin scrisse due lettere, una al marito Hugh Guiler e l'altra all'amante Henry Miller. Al momento di imbustarle si sbagliò: mise nella busta per Henry la lettera per Hugh e viceversa. Ma aveva anche un terzo amore, lo psicanalista Otto Rank, il quale, presumibilmente estasiato da un simile lapsus, così commentò: «Vuoi dirlo a tutti, desideri che tutti sappiano». Rank (cui è dedicato un saggio in Mistica del sesso, che raccoglie testi e racconti inediti della Nin, dai primi anni Trenta fino agli anni Settanta, tradotti da Anna Chiara Gisotti, n.d.r.) aveva ragione. C'è infatti una cifra, un elemento decisivo che ha permesso all'affascinante scrittrice americana di disegnarsi come una novecentesca eroina dell'eros nei suoi romanzi e soprattutto nei suoi fluviali Diari. Ed è l'esibizionismo. A proposito di D. H. Lawrence Anaìs Nin scrive: «Nessuno che sia schiavo del sesso può rappresentarlo in questo modo: lo può fare soltanto chi ha una mente limpida e una fertile immaginazione». Neanche lei era schiava del sesso e aveva capito che per riscattare la moneta manipolata della sessualità femminile bisognava trasformare la passività in passione esibita. E rappresentare la passione non più ottocentescamente, come un'ambigua e crudèle tirannia dei sensi o, freudianamente, come l'effetto di un perfido gioco dei fantasmi e delle pulsioni, ma come «il coronamento della nostra vita umana e immaginativa». E' questa diversa poiesis dell'amore femminile e delle sue posizioni e non I tumultuosi intrecci delle sue numerose relazioni che ne fa, tra le scrittrici erotiche del nostro secolo, la regina. Elisabetta Rasy osteggiata in base alla motivazione che scrivesse soltanto storie d'amore e di complicate vicende personali. Le restrizioni e le limitazioni imposte alle donne hanno dato alla loro scrittura una nuova dimensione: essa ha tratto vantaggio dall'essere il loro unico mezzo di espressione. E le donne l'hanno perfezionata. Nell'anno 900 una donna giapponese scrisse la pri¬ ma cronaca della vita di corte, Storia di Genji, il prìncipe splendente, che non ha niente da invidiare all'opera di Proust per sottigliezza psicologica e cura dei dettagli. La scrittura femminile può serbare la nuova intensa luce dell'analisi che il movimento femminista le ha portato. Questa luce può dare la capacità di giudizio e di valutazione critica. Vorrei essere... Per sempre una donna di trent'anni, con un grande seno, alta, con i capelli neri, gli occhi delle spagnole e delle orientali, e un naso aquilino - la pelle bianchissima - lo sguardo esotico - davvero esperta - autrice di cinque o sei libri di cinque o sei generi diversi (sintesi degli argomenti più interessanti) - nubile (sono am¬ messi gli amanti) - abbastanza ricca da aiutare altri scrittori e pubblicare una rivista - gran viaggiatrice. A trentun anni sposerei Hugh e avrei due figli (Hugh è l'unico uomo con cui vorrei avere dei figli) e me ne starei seduta in un vecchio giardino come questo e sarei veramente felice. Anaìs Nin NON ESISTE L'AMOR VIVA L'INTERESSE ALL YOU NEED ISLOVE Strategie per la formazione della coppia e frammento di una biografia di Freud Klaus Theweleit Feltrinelli pp. IS6. L 30.000 ALL YOU NEED ISLOVE Strategie per la formazione della coppia e frammento di una biografia di Freud Klaus Theweleit Feltrinelli pp. IS6. L 30.000 RA le tante possibilità interpretative che offre la psicanalisti, quella più rischiosa e affascinante risiede nel tentativo di applicare la teoria e prassi analitica agli scritti, alle opere e alle cronache di vita vissuta di chi non c'è più. Se poi l'oggetto in questione è Sigmund Freud, la faccenda si fa ancora più pericolosa. Eppure, l'evoluzione della psicoanalisi si è compiuta grazie ai detrattori e ai sostenitori delle intuizioni freudiane che ancora oggi stimolano nuove proposte, disconoscimenti e approfondimenti critici. All you need is love Strategie per la formazione della coppia e frammento di una biografia di Freud di Klaus Theweleit, non si colloca certo fra questi ultimi ma, nonostante la sua forma sgangherata (palesemente dichiarata in apertura: si tratta di appunti presi per la stesura di un tomo, il terzo dell'autore, su Freud) e la sua sostanza pretestuosa che porta ben presto il lettore ad una incontenibile irritazione, induce almeno a riflettere su come e perché ci innamoriamo. d l i Centrando la sua attenzione sulla figura del Grande Maestro, la cui personalità (qui rappresentata da citazioni tratte dalle Lettere alla fidanzata e dall'Introduzione al narcisismo, del 1914) diventa un paradigma comportamentale, Klaus Theweleit sostiene che per ciascuno di noi la scelta del partner viene compiuta secondo strategie ben precise. Come Freud, «giovane scienziato assai dotato (...) proveniente da una famiglia di commercianti ebrei orientali poveri (e un po' truffaldini)» che prese in moglie Martha Bernays «figlia di un medico o comunque di un accademico, di famiglia ebraica assimilata alla società occidentale e più agiata Da Freud a Hitchcock e Heidegger: la coppia si forma (e ci si sposa) sob sulla base della gretta convenienza Hitchcock con la moglie della propria», ci si innamora solo per ragioni di gretta convenienza, lo dimostrano - dice Theweleit - le scelte di due uomini come Alfred Hitchcock e Martin Heidegger. Questi due grandi uomini hanno compiuto, il primo con Alma Reville (tecnica del montaggio e sceneggiatrice che, quando il giovane Alfred era alle prime armi, aveva fama e notorietà proprie, ma che si vide proporre il matrimonio solo quando Al aveva cominciato a guadagnare più di lei) e il secondo con Hannah Arendt (all'epoca solo una gióvane e appassionata studentessa, grazie alla quale però Heidegger scrisse Essere e tempo) una scelta amorosa di tipo narcisistico (dove, per dirla con Freud, si ama nell'altro quello che si è, quello che si è stati, o quello che si vorrebbe essere). Queste donne abili e intelligenti, come tutte quelle attrici, laureande, cantanti, ballerine, psicoanaliste e modelle prota- Sei un poeta?Scrivi racconti e novelle? Le Edizione Grifone e il mensile virgole, con l'alto patrocinio della Fondazione Città di Genova, bandiscono jl "4° Premio Europeo dì [Letteratura". Montepremi di lire 4.000.000. Richiedere il bando completo o una copia della rivista a: EDIZIONI GRIFONE - Cas. Post 1852 - 16100 - Genova, oppure telefonando allo 010/390256 goniste di storie d'amore con registi, pittori, drammaturghi, fotografi e scrittori, sono donne «mediatiche», rappresentano cioè «quel che l'inventiva dei loro uomini ha escogitato per loro», con le quali l'uomo produce opere d'arte fighe della loro unione. Ma «in moltissimi casi», avverte l'autore, «l'uomo-artista cambia la donna mediatica che gli compete quando la sua produzione ha una svolta». E' molto difficile dunque che questi amori durino a lungo, perché l'uomo, abituato per natura a sostituire l'oggetto d'amore con surrogati di ogni genere e forma, riesce a sopravvivere, trovandosi ben presto un'altra musa che serva al suo scopo. Ma la grande Alma Hitchcock riuscì a distinguersi anche in questo campo, forse perché dotata di una personalità dominante (guarda caso come la madre di Alfred) riuscendo a rimanergli a fianco tutta la vita nonostante le innumerevoli attrici bionde e appetitose con cui il marito aveva a che fare. Come dire che, per qualche rara virago c'è ancora speranza, ma solo se saprà convogliare la sessualità nel lavoro comune chiudendo un occhio su altre faccende. Theweleit conclude questo triste catalogo sull'impossibilità ad amare dicendo curiosamente che «L'oggetto d'amore non esiste di fatto, [...] è uno spettro di relazioni oggettuali che l'amore costruisce e fa funzionare» quando invece nelle prime pagine lamentava che «l'amore è un sentimento poco amato» disseminando per tutto il libro frasi (d'amore) tratte da testi di canzoni pop-rockfunky (dai Beatles a Jinù Hendrix, da Nina Simone a Prince) Se è vero che Freud non accoglie il sentimento, Theweleit non fa che studiarlo ossessivamente finendo col condividerne il punto di vista, lasciando nel lettore la desolata sensa zione che lo spazio dell'amore, di questi tempi, è ridotto alla durata di una canzonetta. Chiara Slmonetti

Luoghi citati: Dublino, Francia, Genova, Jinù Hendrix, Lisbona, Parigi, Vienna