Thriller e veleni nel Midi

E un libro accusa Léotard per l'assassinio di una deputata E un libro accusa Léotard per l'assassinio di una deputata Thriller e veleni nel Midi Politico suicida (con cinque colpi) PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Francois Léotard fece uccidere una sua parlamentare, Yann Piat, d'intesa con un altro ex ministro, Jean-Claude Gaudin. Contro l'accusa, neppure troppo coperta, che un libro-inchiesta sul più misterioso omicidio politico degli Anni 90 lancia contro il leader udf, l'interessato è sceso in campo furioso, ieri pomeriggio, con un articolo al veleno su «Le Monde». Poi, una rapidissima escalation. All'Assemblée nationale, la stessa udf - con i gollisti, il principale gruppo dell'opposizione - chiede che Lionel Jospin faccia riaprire le indagini sul caso tutelando, al tempo stesso, l'onore di Léotard e Gaudin. Il premier rifiuta. Non può assumere, spiega, iniziative che interferiscano con la magistratura. La discussione è lunga, delicatissima, con rischio continuo di incidenti. A sera, Francois Léotard annuncia che querelerà André Rougeot e Jean-Michel Verne, gli autori del volume. Gaudin lo imita. Ma già la figlia della vittima, che dal '94 attende si faccia luce su un assassinio mafioso su sfondo di manovre elettorali e corruzione nel Midi, fa capire che il «mandante» occorre forse cercarlo fra i ranghi udf. In poche ore, un delitto lontano, rimosso dalla coscienza nazionale, colpisce al cuore la classe politica, destabilizzandola. Léotard è l'avversario in pectore di Jean-Marie Le Pen nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra per le amministrative della primavera '98. Lo scandalo in corso potrebbe regalare con largo anticipo la vittoria al Fn. E poi c'è un'altra storia, quella di un suicidio in casa udf con 5 pallottole. André Isoardo, consigliere regionale (nel Sud, ancora una volta) dalla bizzarra traiettoria politica. Pcf, poi Front National, per approdare infine nella formazione che - dimessosi Giscard - guida Francois Léotard. Suicidio senza testimoni Basta, per escludere il delitto, la lettera in una manica con cui annuncia le sue intenzio ni? Lo si sapeva depresso, ma quell'improvvisarsi mancino per togliersi la vita? Il procu ratore di Aix, Jacques Baume, non risponde. E tuttavia esclu de, per ora, la pista criminale. Nondimeno, l'affaire funge da detonatore in un'atmosfera già surriscaldata dal caso Piat. Rougeot e Verne dovranno provare, in aula, la fondatezza delle loro insinuazioni. Dietro quei due innocui soprannomi «L'Encornet» (il calamaro) e l'intraducibile «Trottinette», si nascondono davvero Léotard e Gaudin? I giornalisti investigatori (che pubblicano la loro ricerca presso l'autorevole casa editrice Flammarion) ne avrebbero l'intimo convincimento. O, quantomeno, tale ipotesi affiorava in continuazione nel dialogo con le loro fonti purtroppo anonime. Deputato battagliero, animatrice d'un'implacabile battaglia contro gli spacciatori e le infiltrazioni della mafia, madame Piat voleva moralizzare i costumi politici d'un Mezzogiorno ove abbonderebbero le analogie con quello italiano e il cui maggiore notabile, con il sindaco di Marsiglia Jean-Claude Gaudin, è proprio Frangois Léotard. Quest'ultimo chiama in causa, difendendosi sul quotidiano della rue Claude Bernard con veemenza e non eccessiva lucidità, depistaggi, manipolazioni, congiure. E' in gioco il suo ruolo cardine nel Centro-Destra, già messo a dura prova da una serie di disavventure giudiziarie. Le Pen ringrazia. [e. bn.] L'ex ministro della Difesa Léotard

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