Scosse a ripetizione è terrore di Flavia Amabile

Cron Tra Umbria e Marche la terra ha tremato novanta volte nelle ultime 24 ore Scosse a ripetizione: è terrore Nuovi crolli eferiti: sfollati in fuga dalle ASSISI DAL NOSTRO INVIATO Sono bastati sei secondi per annullare giorni e giorni di lavoro e speranze. Pioveva la notte tra lunedì e martedì, quando, all'1,24, una scossa del settimo-ottavo grado della scala Mercalli è partita da Colfiorito e ha fatto di nuovo tremare Umbria e Marche. Sei secondi e per gli sfollati e per gli abitanti della zona ricominciava l'angoscia. Sono state l'angoscia e la paura a ferire: quattro persone nella provincia di Camerino sono finite in ospedale con fratture e contusioni riportate nel fuggire (una donna si è lanciata dalla finestra) e, intanto, i 25 detenuti del carcere sono stati evacuati. Stessi incidenti sono accaduti ad Assisi, dove per la violenza della scossa le campane hanno preso a suonare da sole. Decine sono state le crisi d'ansia, tante le persone che si sono rifiutate di tornare a dormire in tenda, tantissime quelle che non intendono dormire in case anche agibili. Nelle Marche le roulottes ieri notte erano di gran lunga insufficienti di fronte alle richieste. E' la cosiddetta «sindrome da catastrofe» e in migliaia rischiano di esserne vittime. Sentirsi la terra tremare di continuo sotto i piedi mina la stabilità psicologica delle persone e fa crollare non solo interi palazzi, ma anche i pilastri dell'equilibrio psicologico. E' il panico: e questo, più che il terremoto, è ora il principale nemico delle popolazioni di Umbria e Marche, sottoposte nella sola nottata tra lunedì e martedì a 90 scosse. Sei secondi, e anche per i tecnici, impegnati in un'improba corsa contro lo sciame sismico, si è trasformata in una partita da giocare sul filo del rasoio la salvezza della basilica di Assisi e degli altri monumenti colpiti dalle continue scosse iniziate il 26 settembre e tuttora in corso. Difficilissima è la situazione delle torri campanarie di Foligno e di Nocera Umbra. Difficilissima quella della Basilica di San Francesco. Non vi sono nuovi danni, ma l'aggravamento di quelli già esistenti è tale da far sì che «una buona parte di un manuale di storia dell'arte» corra il rischio di scomparire, come ha spiegato Antonio Paolucci, incaricato di governo di gestire il recupero del recuperabile. La scossa dell'altra notte ha aperto un cratere nel timpano del transetto sinistro: ora «può crollare da un momento all'altro», ha spiegato Paolucci. Si tratta di due tonnellate e mezzo di mattoni che fanno un volo di 15 metri. A seconda della spinta ricevuta, questa bomba di pietra può cadere in avanti o indietro. Nel primo caso si abbatterebbe sulla cappella di san Giovanni, distruggendo gli affreschi realizzati nel 1300 da Pietro Lorenzetti e, molto probabilmente, anche la Crocifissione di Cimabue. Nel secondo caso, si abbatterebbe sul transetto e sugli affreschi di Giotto, Cimabue e Iacopo Toniti. Una caduta, insomma, sarebbe «fatale». Per evitarla, si deve intervenire, bloccando o smontando il timpano, ma su questo dilemma si sono dibattuti ieri per un intero pomeriggio il sovrintendente Paolucci, Giorgio Croci, professore dell'Università La Sapienza di Roma e esperto di consolidamento di edifici, e il capo dei vigili del Fuoco di Perugia Antonio Ciavatta. La riunione doveva durare un'ora. E', invece, andata avanti fino a sera nel tentativo di sbrogliare un'intricatissima matassa di difficoltà. La situazione del timpano è così compromessa da rendere im¬ possibile un intervento in elicottero, calando dall'alto una rete e degli uomini: le vibrazioni dell'apparecchio potrebbero far crollare tutto. Pericoloso anche smontare la parte alta: nessuno sa come fu costruita la struttura, potrebbe cadere su se stessa priva del peso del timpano. I tecnici si stanno orientando verso quella che hanno definito «un'operazione alla James Bond». Si utilizzerebbero due gru. La prima, normale, dovrebbe trasportare oltre l'ingresso una gru «eccezionale», di 35 metri d'altezza, che dovrebbe avvolgere il timpano di una speciale rete in modo da frenare le cadute e permettere un intervento. «Non è detto che sia un intervento di successo», ammette Croci: il timpano è alto 40 metri, le misure sono ai limiti del possibile. Inoltre, sull'operazione grava il rischio-scosse. Non potrà essere eseguita prima di domani: chi può garantire che una nuova manifestazione dello sciame sismico non faccia crollare il timpano prima? Oltre all'emergenza timpano, i tecnici dovranno affrontare il problema del chiostro di Sisto IV, dove «si sta scollando la parte alta di una parete che si sta inclinando all'indietro», ha spiegato Paolucci. C'è poi il refettorio, dove «si è aperta una grossa crepa nella parete breve», quella dove è appeso il dipinto del pittore napoletano Solimena. E anche la navata centrale è «a rischio». In realtà potrebbero anche esservi altri danni, ma «nessuno ha finora effettuato un esame complessivo della situazione della Basilica. Non è detto, dunque, che quello che appare stabile lo sia realmente», ha spiegato padre Nicola Giandomenico, economo del convento. Flavia Amabile Decine di persone colpite da crisi d'ansia: molte sono rimaste contuse scappando di casa Si aggravano i danni ai tesori d'arte: timori soprattutto per le torri di Foligno e Nocera