Cofferati sfida i fischi non mi intimorite di Marina Cassi
Il leader della Cgil risponde alla protesta durante la riunione dei quadri del Piemonte Il leader della Cgil risponde alla protesta durante la riunione dei quadri del Piemonte Cofferati sfida i fischi: non mi intimorite Difende la Finanziaria, contestato TORINO. Misurato, forte della vittoria ottenuta al direttivo nazionale della scorsa settimana, Sergio Cofferati ha spiegato ieri mattina perché la crisi di governo sarebbe una sciagura, perché la finanziaria non è poi tanto male, perché andare in Europa è irrinunciabile. Lo ha spiegato a Torino davanti a duemila quadri e delegati di CgilCisl-Uil del Piemonte riuniti al teatro Colosseo. Una «lezione» impartita a una platea che aveva testa e emozioni a Roma dove stava rischiando di consumarsi, oltre alla crisi, una dura spaccatura a sinistra. A isolati fischi e contestazioni Cofferati ha risposto, senza mutare tono di voce: «Se il problema è mtimorirmi, è tempo perso; se l'esigenza è discutere, sono disponibile sempre». Ha esordito definendo «delicato» il momento, «difficili» i giorni che si stanno vivendo. E ha precisato: «Considero prioritario ogni sforzo affinché la crisi politica non diventi crisi di governo». Una crisi che rappresenterebbe «un danno potenzialmente rilevante per chi noi rappresentiamo». Ha interrogato retoricamente la platea: «Davvero pensate che i problemi siano risolvibili se mancherà un interlocutore fondamentale?». La risposta è ovviamente no e Cofferati ha spiegato: «Dico cose di buon senso e spero che in questo sindacato buon senso ce ne sia ancora». Ha aggiunto: «Non spetta a noi comporre la crisi politica. Ma noi siamo una parte importante di questa società che ha saputo anche in momenti difficili assumersi responsabilità precise. Questa parte chiede, per i problemi che ancora sono irrisolti, una composizione rapida per la quale è indispensabile avere un interlocutore». E se un fantasma si aggirava per la sala, quello della finanziaria, Cofferati l'ha affrontato con un giudizio netto: «Considero il testo presentato ancora figlio di una fase di transizione, ma con elementi di novità positivi che nessuno può sottovalutare. Se poi qualcuno dice: "Vorrei di più" io sto con lui, ma la richiesta di aggiungere non può partire dal disconoscimento dei contenuti di novità che ci sono in questa finanziaria». E ha citato, tra il resto, i fondi per la riduzione di orario, gli interventi per giovani disoccupati, portatori di handicap, famiglie, l'aumento della spesa sanitaria senza crescita, per la prima volta, dei ticket. Entrando poi nel vivo della polemica Rifondazione-governo, ma senza mai citare il partito di Bertinotti, ha osservato: «Nelle argomentazioni che vengono presentate in queste ore per chiedere integrazioni o modifiche alla finanziaria ci sono troppi salti logici difficili da comprendere, perché la finanziaria nel corso di queste settimane ha assunto caratteri sempre più vicini alle scelte che il sindacato aveva avanzato». E ha rivendicato un merito: «Molte delle richieste contenute nel documento presentato da Cgil-Cisl-Uil a giugno possono essere positivamente risolte se la finanziaria verrà approvata». Proseguendo la lezione di realismo politico che aveva deciso di impartire ai quadri sindacali, Cof¬ ferati ha spiegato che la crisi di governo potrebbe provocare difficoltà all'Italia per entrare in Europa. Ha detto: «Entrare in Europa non è un lusso. Chi ha senso di responsabilità non può ignorare cosa capiterebbe se non accadesse». Ha precisato: «Se non riuscissimo ad essere fra i primi, le conseguenze per gli interessi di chi rappresentiamo sarebbero drammatiche. Il nostro Paese diventerebbe semplicemente un mercato invaso dagli altri». E alla fine del lungo intervento il nodo delle pensioni con una pun- tualizzazione di principio: «Mi sorprende e offende l'idea che l'assetto previdenziale si possa ottenere escludendo i pensionati che sono i più esposti in un sistema non più in equilibrio perché senza lavoro». Il segretario ha poi puntigliosamente ribadito la posizione già messa a punto dal direttivo nazionale della Cgil. Due gli architrave di. ogni possibile riforma: equità e equilibrio del sistema previdenziale. Con vigore ha rivendicato il dovere del sindacato di elaborare una proposta: «E' semplice dire: "Non facciamo nulla". Più difficile argo- mentare l'esigenza di fare, insieme a Cisl e Uil, una proposta per dire alle persone cose precise sulle loro condizioni sapendo che non tutti hanno le stesse condizioni». Ha poi ribadito il no all'estensione del sistema contributivo a chi ha più di 18 anni di contributi e la necessità non solo di armonizzare, ma unificare i trattamenti per tutti i lavoratori. E l'ultima bordata è arrivata a fine intervento quando ha detto di considerare «una idea distorta dell'autonomia sindacale» quella di chi rimprovera al sindacato di aver espresso una opinione sulla crisi. «La caduta di autonomia - ha precisato - vi sarebbe stata se avessimo solo aspettato. Anche in un quadro fosco il sindacato deve dire la propria opinione». Al termine dei lavori - che erano stati introdotti dal segretario della Cisl Panerò e nel corso dei quali sono intervenuti una ventina di dirigenti e delegati - è stato approvato un appello a tutte le forze politiche affinché sia evitata una crisi di governo. Marina Cassi «Molte delle nostre richieste possono essere risolte se la legge di bilancio sarà approvata» A destra il segretario della Cgil Sergio Cofferati A sinistra il leader Cisl D'Antoni Il presidente della Confindustria Giorgio Fossa
Persone citate: Bertinotti, Cofferati, Giorgio Fossa, Sergio Cofferati
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