Arriva l'lrap al 4,2% Varrà 50 mila miliardi
Pronto il decreto delegato. Dirigenti in allarme per le nuove aliquote Irpef Pronto il decreto delegato. Dirigenti in allarme per le nuove aliquote Irpef Arriva Klrap ni 4,2% Varrà 50 mila miliardi ROMA. Mentre sta per arrivare l'Irap, la nuova tassa regionale sulle attività produttive che ingloberà una serie di vecchie tasse, aumentano le perplessità sull'Irpef. Nella bozza distribuita ai sindacati prima di essere definita nei dettagli, c'è qualche area di grosso rischio per varie fasce di reddito. I primi a lanciare l'allarme sono stati proprio i sindacati, preoccupati dalle scarse detrazioni possibili per chi guadagna fra i 30 e i 60 milioni l'anno, ha il coniuge a carico, ma non i figli: 600 mila persone, secondo un calcolo approssimativo, a rischio di stangata, mentre per altre famiglie con prole, la detrazione potrebbe arrivare a un rnilione. Ancora più preoccupati i dirigenti d'azienda. I loro calcoli, basati sulle indiscrezioni circolate in abbondanza nei giorni scorsi, segnalano un pesante aggravio per i redditi medio-alti, anche se è stata abolita l'aliquota maggiore, che prevedeva il 51% di prelievo. Il presidente dell'associazione di categoria, il Cida, che raggruppa 150 nula dirigenti, Giampaolo Carrozza, teme un aggravio del 4-5% dell' aliquota marginale, che andrà combinato con la riduzione sugli oneri detraibili e con le detrazioni per carichi familiari e di lavoro «fortemente decrescenti all'incremento del reddito». E sarebbe, dicono i dirigenti, il settimo aumento consecutivo dell'imposizione. Tutta la materia, ancora in elaborazione, è comunque strettamente legata all'Irap, la tassa regionale che dovrebbe vedere la luce oggi con il relativo decreto delegato. L'aliquota non dovrebbe riservare sorprese: 4% o, secondo le ultimissime indiscrezioni, 4,2%, per un totale di gettito di circa 50 mila miliardi, esattamente quanto le Finanze prevedevano di incassare con Ilor ed Iciap, patrimonia¬ le sulle imprese, tassa sulla partita Iva, contributi sanitari e tassa sulla salute: sei balzelli che spariranno all'entrata in vigore dell'Irap e che costavano sui 2000 miliardi in burocrazia. La nuova imposta verrà applicata sul valore aggiunto realizzato da circa 4 milioni di contribuenti, quanti svolgono una attività produttiva come le società, le persone fisiche titolari di reddito d'impresa, le amministrazioni dello Stato, le Regioni e gli enti locali, i lavoratori autonomi, i professionisti, i produttori agricoli (restano fuori i dipendenti e le collaborazioni continuative). Il punto più delicato è proprio il raccordo con la nuova Irpef, con la revisione delle aliquote e la rivoluzione delle detrazioni che dovrebbero, nelle intenzioni del governo, favorire la famiglie monoreddito e i nuclei numerosi. L'Irap andrà direttamente alle Regioni che non potranno però modificare l'ahquota complessiva per due anni. Contiene però una serie di sconti che tengono conto del differente peso che la tassazio- ne precedente aveva sulle varie categorie, con l'intento di non penalizzare chi favorisce l'occupazione e di non penalizzare il Sud (qui le detrazioni potrebbero arrivare anche al 50%). Il compito più difficile, per il governo, è quello di armonizzare Irpef e Irap. Quindi è stata eliminata in prima battuta l'aliquota Irpef del 51% per non pesare troppo sui redditi alti. Contemporaneamente, sono state riviste le aliquote più basse, con vari correttivi: detrazioni crescenti, in caso di un solo reddito e di prole numerosa. Sotto i 40 milioni si potrebbe arrivare al milione e, per i pensionati, ad un <(bonus» di 450 mila lire. La svolta arriverà dal peso fiscale attribuito ai figli: per loro, lo sconto sarà triplicato, mentre per i coniugi l'invarianza di pressione fiscale sarà realizzata non solo aumentando (e differenziando per fasce di reddito) le detrazioni fiscali, ma anche aumentando gli assegni familiari: si parla, in tutto, di 600 miliardi ricavati dal conto del «fiscal drag», dal calcolo dell'erosione che l'inflazione ha sui redditi disponibili, Come l'Irap, anche la nuova Irpef verrà calcolata a «costo zero»: dovrà dare lo stesso gettito che si sarebbe ricavato con il vecchio sistema. Le maggiori detrazioni potrebbero quindi venire compensate con la riduzione (dal 22% al 19%) degli oneri deducibili sul 740. [b. g.l Il ministro delle Finanze Vincenzo Visco . .«..
Persone citate: Giampaolo Carrozza, Vincenzo Visco
Luoghi citati: Roma
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