Galateri: reazione forte per difendere il gruppo

Galateri: reazione forte per difendere il gruppo Galateri: reazione forte per difendere il gruppo L'ASSE PARIGfi-TORIN® PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Quando si lavora da anni, fra azionisti, per valorizzare un gruppo e qualcuno sbarca al momento del dessert per impossessarsene e sbaraccarlo, una reazione vigorosa mi sembra normale». Gabriele Galateri di Genola, l'amministratore delegato Ifil, lascia intendere che i Worms, Agf e la finanziaria della famiglia Agnelli avevano un progetto evolutivo comune su Worms et Cie. L'opa di Francois Pinault - ostile, e comunque sottodimensionata per il gruppo che solo venerdì scorso annunciava una plusvalenza semestrale di 1,2 miliardi di franchi (+55%) - non avrebbe fatto, in altri termini, che accelerare i tempi favorendo la cristallizzazione di un assetto novello. In tal senso, la controfferta franco-italiana rivendica continuità e armonia d'intenti, rassicurando non solo sul piano monetario gli azionisti. Galateri si premura inoltre di sottolineare - affinché Piazza Affari intenda - come l'operazione non zavorri le casse Ifil attraverso ricerche di capitali sul mercato: la finanziera un consorzio di banche. Dopo l'uscita allo scoperto ieri mattina - con la contro-opa Ifil-Agf, i protagonisti hanno abbandonato la riservatezza degli ultimi giorni presentandosi a taccuini, microfoni e telecamere con un «ritratto di famiglia» teso a illustrare l'iniziativa sbarazzando il campo da interpretazioni maliziose. Ad esempio quella che vorrebbe un Nicholas Clive Worms «in disgrazia» o comunque parzial- mente emarginato dopo una gestione apparsa ad alcuni eccessivamente timorosa. Galateri ha ribadito la «fiducia» degli Agnelli nel suo management, per concludere: «Rimane il nostro partner». «Non di ex Worms bisogna parlare» ammonisce un interlocutore, ma di «nuova Worms». L'interessato ringrazia, esprime «ampia soddisfazione» per il piano IfilAgf e ne approfitta per smentire dissensi interni tra le varie famiglie del «nucleo storico», a suo dire unite malgrado le periodiche accuse di debolezza e litigiosità che la stampa econo¬ PARIGI. Le assicurazioni, prima di tutto - queir Athéna oggetto del desiderio prima dello scalatore Pinault e adesso del «cavaliere bianco» Agf , ma anche il controllo di un colosso saccarifero come la Generale Sucrière, della Arjo Wiggins Appleton che produce carta, e ancora il 54 per cento della Compagnie nationale de navigation e una quota del 3,8% nella Danone. E' ricco, ricchissimo, il portafoglio della Worms & Cie, l'antica - la fondò nel 1848 Hyppolite Worms - «maison» che, nata per importare carbone dalla Gran Bretagna, si è trasformata nel corso dei decenni in uno dei maggiori protagonisti del mondo finanziario transalpino. Oggi il suo giro d'affari ammonta a 16.500 miliardi di lire con 34 mila dipendenti, a fine giugno l'utile semestrale ha sfiorato i 350 miliardi. Con la fusione tra la Worms e la holding Saint-Louis, diventata effettiva a febbraio, il gruppo ha assunto le sue dimensioni attuali, stringendo allo stesso tempo i legami con il gruppo Agnelli, dato che l'Ifil - che in precedenza aveva il 7,8% di Worms e il 26,5% di SaintLouis - è salita al 20% di Worms. mica francese riserva loro. In ogni caso, l'amministratore Ifil ipotizza che le sinergie suggeriscano a medio termine una semplificatrice fusione tra Worms e Someal, la sua filiale capocordata nell'opa. Quanto al pdg delle Assurances Générales de France, Antoine Jeancourt-Galignani, è raggiante. Inglobando Athéna, la sua società rafforza un'invidiabile posizione di Numero Due nel mercato assicurativo nazionale. La rendita per azione salirà fin dall'anno venturo del 5% annuncia, visibilmente pago di aver bruciato sul tempo Allianz e Generali. Per acquistare Athéna dovrà aumentare il capitale di 6 miliardi e indebitarsi per altrettanti. «Ma la buona salute finanziaria di Agf non ne risentirà» conclude. La parola è adesso agli azionisti. Se Frangois Pinault lascia inalterata la sua offerta, il successo della seconda cordata è scontato. Del resto, sarebbe forse fallita anche in assenza di contrattacchi: la quotazione finale del titolo, venerdì, la superava ampiamente. Ma in terra francese l'opa è un vero thriller. E siamo solo a metà film. [e. bn.] Francois Pinault e a destra Nicholas Clive Worms

Luoghi citati: Genola, Gran Bretagna, Parigi