Dini all'Algeria: amicizia, non ingerenza

«L'Italia, senza passato coloniale, può aiutarvi più della Francia». La replica: no a interventi stranieri «L'Italia, senza passato coloniale, può aiutarvi più della Francia». La replica: no a interventi stranieri Pini all'Algeria; amicizia, non ingerenza Patto Roma-Parigi-Madrid per la pace LUSSEMBURGO. Italia, Francia e Spagna preparano un'iniziativa per rilanciare la politica dell'Unione europea nel Mediterraneo e nel Maghreb, che potrebbe essere presentata nelle prossime settimane. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri francese Hubert Védrine, precisando però che l'iniziativa sarà «globale» e non centrata sull'Algeria. A margine della riunione dei Quindici a Lussemburgo, Védrine ha così risposto al collega spagnolo Abel Matutes che aveva proposto la creazione di un gruppo di riflessione con Roma e Parigi per seguire gli sviluppi della crisi algerina all'interno dell'Ue. Matutes aveva messo l'accento sulle difficoltà che sta attraversando la politica mediterranea dell'Unione a causa dello stallo del processo di pace mediorientale: «Tutte le idee nate dalla Conferenza di Barcellona - ha spiegato - stanno trovando difficoltà di applicazione». L'Italia non vuole interferire negli affari interni dell'Algeria, ma vuole darle un segno della propria amicizia. Il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, è tornato a parlare della questione algerina all'indomani delle proteste del governo di Algeri per le sue dichiarazioni riguardo a un'iniziativa politica per porre fine al massacro di civili nel Paese nordafricano. «Il nostro è stato un gesto di amicizia nei riguardi dell'Algeria e non un'interferenza», ha detto il titolare della Farnesina, ribadendo che «la Francia, l'Italia e gli altri Paesi non possono rimanere indifferenti davanti ai massacri che continuano ad avvenire in Algeria». Dini ha quindi spiegato che «la nostra protesta non era diretta contro il governo, ma con¬ tro chi si rende protagonista di questi massacri. Nel contempo, ci rendiamo conto che ogni volta che si affronta questo tema le autorità algerine ci chiedono: cos'è che avete in mente? perché noi non vogliamo interferenze». L'Italia, secondo il ministro degli Esteri, sa che «le autorità algerine pensano di poter risolvere il problema da sole. Ma, dopo i recenti massacri, pensavamo fosse possibile mettere insieme quelle forze politiche che hanno abbandonato o che si sono dichiarate contro la violenza. E questo sarebbe un passo avanti. Ma non abbiamo al momento interlocutori». Sabato scorso l'ambasciatore italiano in Algeria, Francesco de Courten, era stato convocato al ministero degli Esteri di Algeri per «spiegazioni» sulle dichiarazioni rilasciate da Dini: il titolare della Farnesina aveva sostenuto che l'Italia intende contribuire alla ricerca di possibili soluzioni, nel tentativo di una mediazione tra le parti in conflitto in Algeria. E, a margine del vertice italo-francese di Chambéry, aveva convenuto che «l'Italia è in posizione più facile rispetto alla Francia, che ha un passato coloniale, per tentare di avviare una discussione tra governo algerino e integralisti». Per questo, insieme alla Francia, si starebbe studiando la possibilità di stabilire un dialogo con l'Algeria «attraverso un'intermediazione di Paesi terzi, magari del mondo arabo». «Ogni tentativo di ingerenza è inaccettabile. Qui da noi è una regola d'oro». Lo ha ribadito ieri il ministro degli Esteri algerino Ahmed Attaf, in un incontro con i giornalisti, precisando che il governo chiede alla comunità internazionale di sostenere, per porre termine alla crisi, la sua strategia diretta verso un approfondimento delle riforme politiche, economiche e sociali. «Se i Paesi che sono turbati per la nostra situazione sono mossi da simpatia e compassione hanno la nostra gratitudine, ma se essi mirano ad un intervento straniero noi rispondiamo che lo respingiamo e che lo troviamo inammissibile». La presa di posizione di Attaf avviene quando la comunità internazionale, inquieta e preoccupata per le stragi che si susseguono, cerca di trovare una via di uscita alla tremenda crisi che sta vivendo l'Algeria e che, secondo un bilancio dell'Associazione dei parenti delle vittime, è costata in cinque anni almeno 100.000 morti. Voci critiche nei confronti della Farnesina si sono levate anche dal Consiglio nazionale della Resistenza iraniana, che ha protestato per l'invito rivolto dal ministero degli Esteri a Faezeh Hashemi, figlia dellex leader iraniano Rafsanjani. [e. st.] «Auspichiamo negoziati con chi condanna la violenza» Un'immagine delle ultime stragi algerine Nella foto piccola il ministro degli Esteri italiano Lamberto Dini Faezeh Hashemi, figlia dell'ex presidente iraniano Rafsanjani, ieri a Padova