Nesi: vertice di approfondimento

Nesi: vertice di approfondimento Nesi: vertice di approfondimento «D'Alema è il convitato di pietra della trattativa» ROMA. «Inadeguate, le proposte del governo sono inadeguate». Fausto Bertinotti esce dall'incontro con il governo, e nella sua voce si sente stanchezza, irritazione e preoccupazione. L'incontro di governo è andato male: raccontano gli uomini di Rifondazione di essersi trovati «davanti a un muro di nome Prodi». Due minuti, e il telefono di Nerio Nesi, l'uomo che ha limato la proposta di mediazione che Rifondazione ha portato a Prodi, si fa bollente. Onorevole Nesi, che valutazione dà della lunga, e sembrerebbe ancora aperta, trattativa a Palazzo Chigi? «Le lunghissime ore di discussione lasciano intendere che ci sia stato un notevole approfondimento dei problemi, e che quindi non ci sia stata né da una parte né dall'altra una sola trincea. Questo farebbe sperare che la guerra è evitata». Il nodo principale, ancora una volta, sono le pensioni di anzianità. Prodi avrebbe proposto un futuro disegno di legge per la riforma, e lo slittamento di un solo anno per le pensioni di anzianità. «Questa ipotesi era già stata ventilata nei giorni scorsi e da noi immediatamente contestata: riteniamo infatti che il pro¬ blema non sia di carattere giuridico. Se cioè il provvedimento riguarda la legge finanziaria, o altra legge. Il problema è di sostanza». Con che umore Bertinotti si è recato all'incontro con il governo? «Con un atteggiamento di attesa, ma anche di incertezza. Perché non v'è dubbio che se non si trovasse un accordo, c'è il rischio di elezioni, del resto tanto invocate dall'onorevole D'Alema». D'Alema, però, non è nello studio di Prodi, non partecipa alla trattativa. «E infatti è una trattativa con un convitato di pietra. Per giunta, in questa fase politica, il rapporto tra Prodi e D'Alema appare molto stretto. Si tratta del leader della coalizione dell'Ulivo, e del segretario del partito di maggioranza dell'Ulivo. Dunque...». Dunque? «Prima di recarsi all'incontro con Prodi Bertinotti ha chiesto e ottenuto dalla direzione nazionale il mandato per sottoscrivere con il governo un patto di un anno. Anche alla luce del comunicato successivo alla riunione di Palazzo Chigi, Bertinotti farà di tutto per raggiungere l'obiettivo, ma non le nascondo che l'esito è assai incerto. E non se lo nasconde nemmeno Bertinotti: proprio perché da D'Alema, nei giorni precedenti all'incontro, tutti i segnali che ci sono giunti erano negativi. Solo da Scalfaro e Ciampi ci sono venuti segnali di tipo diverso». Uno dei punti della trattativa riguarda l'Iri, che nel disegno di Rifondazione comunista dovrebbe diventare una grande agenzia di programma e progetto per il lavoro. E si dice che lei abbia convinto Ciampi alla possibilità di rinunciare a portare il rapporto tra Pil e debito pubblico dal 3 al 2,8 o al 2,7 per cento. Liberando, dunque, uno 0,2 per cento di risorse da destinare proprio al- l'Iri. E' vero? «Mi scusi, ma questa è una domanda alla quale non posso rispondere». Tuttavia Ciampi potrebbe rappresentare un agente di moderazione nella trattativa con Palazzo Chigi? «Sì, perché la sua è una posizione da tecnico, e dunque non può essere accusato di cedimento né verso una parte, né verso l'altra». Dal punto di vista tecnico ci sono o meno le basi per un accordo? «Sì, dal punto di vista tecnico le basi ci sono. Ma vede, la tecnica è cosa che conta pochissimo, di fronte alla volontà politica», [ant. ram.l «Dal segretario del pds sono arrivati soltanto segnali negativi. Ciampi invece ragiona da tecnico»

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