LA RAGNATELA DEL COLLE di Augusto Minzolini

NE =1 IA RAGNATELA DEL COLLE Ce) ERA da vederlo, Prodi, quando è stato informato della sortita del capo dello Stato contro le elezioni. Una settimana passata a drammatizzare quel prendere o lasciare, quell'alternativa secca tra accordo o ricorso alle urne, eppoi, appena qualche ora prima dell'incontro-clou con Bertinotti e Cossutta, tutto quel lavoro di pressione psicologica sui neo-comunisti viene mandato all'aria dalle parole del Presidente della Repubblica. Ventiquattrore prima, lo stesso «regalo» al premier lo aveva fatto un altro post-democristiano, Franco Marini. «Mi hanno scaricato la pistola», si è lamentato a ragion veduta il professore. Più o meno la stessa cosa ha pensato in quelle ore Massimo D'Alema. E' uno dei tanti paradossi di questa strana «crisi virtuale». Non sarà il primo né l'ultimo. Del resto la «razionalità», la «logica» non si sposano davvero con le vicende di questi giorni. C'è una forza della maggioranza, Rifondazione, che si dice pronta al confronto ma allunga sempre più il contenzioso col governo: ai 3 punti fondamentali del corano neocomunista (orario di lavoro, i 100 mila posti per il Sud che nel vertice di ieri sarebbero diventati 300 mila -150 mila subito e 150 mila dopo -, nessun taglio alle pensioni di anzianità) se ne aggiungono altri a seconda dei momenti. Augusto Minzolini CONTINUA A PAG. 3 PRIMA COLONNA

Persone citate: Bertinotti, Cossutta, D'alema, Del Colle, Franco Marini, Prodi