Parolaio di Indro Montanelli

Parolaio Parolaio Indro MontanelliMEDICE, CURA TE IPSUM. Si profila uno spaventoso ingorgo di lapsus, inesattezze, strafalcioni, pignoli che suggeriscono rettifiche e vengono a loro volta impietosamente rettificati. Per esempio lo storico Lucio Villari scrive al Corriere della Sera per bacchettare Indro Montanelli che aveva scritto, a proposito di Roma 1943 di Paolo Monelli: «Un libro dimenticato, come lo è il suo autore. Nessun editore lo ha mai ristampato. Nessuno storico lo cita». Non è vero, obietta Villari: «Nel 1993 l'editore Einaudi ha riedito Roma 1943 con la mia prefazione. Quest'ultima edizione è stata recensita, con la consueta attenzione, da Oreste del Buono sul Corriere della Sera». Montanelli non può che prendere atto della doverosa rettifica, non prima di aver dedicato a Lucio Villari una velenosa punzecchiatura di rappresaglia: «Pignolaggine per pignolaggine, anche lei cade in un'inesattezza dicendo che la recensione di del Buono apparve sul Corriere, mentre apparve sulla Stampa». Pignolaggine per pignolaggine, beninteso. TOCCANDO FERRO. Nella settimana in cui viene coinvolto in una diatriba tra Montanelli e Villari, Oreste del Buono è anche interpellato dal Corriere della Sera sull'affermazione dell'editore dell'Adelphi Roberto Calasso secondo il quale nelle classifiche dei libri più venduti in Itaba «oggi da noi imperver.sano i Faraoni ,cU% Christian Jacq, con la lóro impietosa ridicolaggine». Ecco la sua lapidaria e sarcastica risposta: «II, merito indit ■ scutibile di Ramses, . - di Nefertari," dei Tutankharnon che affollano le librerie e dominano le classifiche dei best seller è di avere abrogato, una volta per tutte, la norma che gli Egizi portano sfiga». Una volta per tutte. UN, DUE, TRE. Il suscettibile scrittore Luis Sepùlveda ha una tale considerazione di se stesso da fargli scambiare per lesa maestà, intollerabile prova di insubordinazione, inammissibile attentato alla civiltà qualunque critica venga formulata sulla sua persona e sulla sua opera. E così il suscettibile scrittore Sepùlveda invia un'interminabile lettera a Pano¬ Alessandro CurI Luis I term rama per deplorare un articolo critico apparso sul settimanale scritto da Valerio Riva e dedicato al suscettibile scrittore Luis Sepùlveda in cui spiccano tre fondamentali considerazioni. La prima: «Debbo questa lettera anche alle centinaia di lettori italiani che mi hanno chiamato per esprimere la loro solidarietà». La seconda: «Valerio Riva fa sfoggio di malafede per disprezzare l'opinione di migliaia di lettori». La terza: «Alle mie tavole rotonde sono sempre state presenti non meno di mille persone». E poi dicono che la letteratura sia incompatibile con le scienze esatte e con la matematica. Per il suscettibile scrittore Luis Sepùlveda le cose non stanno così. Centinaia, anzi migliaia di auguri. IL PADRINO DEI POPOLI. Alessandro Curzi affronta la tenzone del Mugello con Di Pietro e Ferrara e nello sforzo sovrumano rischia di rileggere con tinte rosee alcuni capitoli biografia. Per esempio, sui festeggiamenti per il compleanno di Di Pietro viene preso sul Corriere della Sera da un giustificato allarme su alcune sconcertanti manifestazioni di culto della personalità: «Ma è veramente strano un Paese che festeggia un candidato alle elezioni come fosse un padreterno. Io al suo posto mi vergognerei. Quest'episodio mi ricorda molto quando in tutta Italia il pei festeggiò i settant'anni di Stalin. Io e molti compagni a quei tempi rimanemmo allibiti». «A quei tempi» Curzi resto allibito. E così, da allibito, partecipò lo stesso con grande ardore ai festeggiamenti per i settant'anni di Stalin «come fosse un padreterno». Oppure no? della sua zi UNFORGETTABLE. Sette, il settimanale del Corriere della Sera, mostra di apprezzare oltremisura la scelta di Giorgio Armani e lo fa salire con questa motivazione: «Solitamente è lui a chiudere le sfilate della moda a Milano. Quest'anno lascia la passerella del gran finale. Un gesto da non dimenticare». Un po' di enfasi. Niente di speciale, solo un pochettino, un minuscolo granellino di enfasi: «Un gesto da non dimenticare». Non dimenticheremo. Pierluigi Battista Indro Montanelli Alessandro Curzi

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