Un milione alla messa del Papa carioca

Un milione alla messa del Papa carioca BRASILE Vìsita conclusa, a Rio de Janeiro un Giovanni Paolo II tornato in salute Un milione alla messa del Papa carioca «L'edonismo stia lontano dai vostri focolari» RIO DE JANEIRO DAL NOSTRO INVIATO A Rio Papa Wojtyla è risorto - almeno rispetto alle cupe giornate agostane di Parigi -; ma una notevole vaghezza circonda i suoi programmi di viaggio per l'anno prossimo. Fino a questo momento è prevista solo la storica visita pastorale a Cuba, nella terza decade di gennaio, e forse a qualche Paese della regione, ancora da definire. Abituati come siamo a programmi prestabiliti con parecchi mesi, se non anni, di anticipo, questo vuoto improvviso appare stano. Forse nelle prossime settùnane giungerà qualche annuncio. Ma per il momento - ed è certamente una novità, rispetto agli anni passati - non è definito nessun altro spostamento oltre confine. Salvo forse, ma è estremamente ipotetica, per ora, una nuova visita in Polonia, per celebrare un importante anniversario, la cristianizzazione di Danzica. E' vero che l'anno prossimo si celebreranno due Sinodi continentali a Roma, per l'Asia e l'Oceania, uno in primavera e l'altro in autunno. E che il Papa vuole essere presente. Ma se il rallentamento sarà confermato, si dovrà registrare un cambiamento evidente nello stile di questo pontificato. Temporaneo, o di tendenza? Per ora è impossibile rispondere. Certamente in questi giorni brasiliani Giovanni Paolo II è parso in forma molto buona. A più riprese si è congedato dalla sua platea roteando il bastone che mons. Dziwisz o Angelo Gugel gli porgevano con discrezione; ha reso felici una grande ditta di assicurazioni, che ha sponsorizzato la visita, e il suo creativo, ripetendo lo slogan: «Se Dio è brasiliano, il Papa è carioca». Ieri si è congedato dal milione e oltre di fedeli alla messa di Rio invitando trema, Rutelli - tutte le famiglie del mondo a Roma per il Giubileo del Duemila, e gridando: «Grazie, Rio», dopo aver ripetuto elogi e meraviglie, meritati, per la città. Rio si è sottoposta a un'operazio¬ ne di maquillage umano, come denuncia una famosa scultrice, Nonne Bezzerra de Mello, nota anche come l'angelo custode dei «meninos da rua», le decine di migliaia di bambini che vivono per le strade. L'artista afferma che i «meninos» sono stati minacciati dalla polizia, e obbligati a trasferirsi, in questi giorni, lontano dai percorsi toccati dal corteo papale, e in particolare dalla «linea vermelha», l'arteria di grande scorrimento. Molta polizia, troppa, secondo gli organizzatori della visita, e troppe armi in bella mostra hanno costituito un «filtro» fra il Papa e la gente. E sembra che, a dispetto delle dichiarazioni ufficiali di gratitudine per l'opera delle forze dell'ordine, Papa Wojtyla se ne sia dispiaciuto. Ne prendano nota gli emissari cubani che hanno seguito, una piccola «task force», tutta la visita dall'interno. L'Avana si prepara ad accogliere il Pontefice; e in fatto di visite pastorali nella «perla dei Caraibi» c'è tutto da imparare. Indistin- giùbili dai colleghi della «sicurezza» brasiliana, prendevano appunti sui loro taccuini da poche lire, annotando ogni particolare: altare papale, come è formato il corteo, quanto lasciar avvicinare i fedeli, come comportarsi nei «contatti ravvicinati» che Giovanni Paolo II ha con la gente in alcune occasioni. Un funzionario, quello che dovrà occuparsi dell'ufficio stampa, ha preso contatto direttamente con il direttore della sala stampa vaticana, Navarro Valls. I giornalisti sono un problema costante, a Cuba; controllare e gestire la valanga di inviati sulla scia di papa Wojtyla può rivelarsi veramente complicato. Della task force, oltre ai discreti uomini dei «Servizi» facevano parte anche un pezzo grosso delle Telecomunicazioni, e un alto funzionario del ministero del Culto. Tutti attentissimi, curiosi e forse anche un po' preoccupati per le dimensioni dell'evento. Ma ormai Fidel ha fatto l'invito. Erano certamente colpiti dalla folla. Un milione, probabilmente di più, ha assistito alla messa finale, all'Aterro do Flamengo, pronti a impazzire con equanimità per Joao de Deus e Roberto Carlos, che ha guidato osannanti cori finali. Il Papa ha ancora parlato di divorzio, invitando i coniugi a essere fedeli: «Non lasciate che la mentalità edonistica, l'ambizione e l'egoismo entrino nei vostri focolari». Su questi temi c'è stato un vero martellamento, nei tre giorni del viaggio, mentre i problemi sociali sono rimasti un po' indietro. Un soldato della polizia militare, Carlos Anto nio OHveira de Aquino, 33 anni, vo leva mostrare al Papa il legame fra economia e matrimonio. In ginocchio davanti alla «papamobile» gli tendeva ima lettera, e la sua busta paga: «Sono cattolico, fidanzato, voglio sposarmi, ma il mio salario non basta a darci da vivere». L'hanno arrestato, forse saranno clementi. Marco Tosarti Giovanni Paolo II nell'ultima giornata della sua visita pastorale a Rio de Janeiro