il patto d'acciaio di Raul Gardini

Si allarga l'inchiesta dopo le ammissioni di Siino e Nicolosi. Un'ombra sui rapporti con i Ferruzzi il patto (Faccialo di Raul Gardini «E Brusca disse: restituite la salma di Ferruzzi» §t POLITICA i PALERMO AUL Gardini serviva a Totò Runa per «agganciare» i socialisti. Dalle carte della nuova inchiesta palermitana su mafia e appalti vien fuori che «l'affermazione delle società del gruppo Ferruzzi in Sicilia, soprattutto di quelle particolarmente operative nel settore degli appalti pubblici, è stata sponsorizzata direttamente da Totò Riina», sia per interessi economici, sia per come merce di scambio per il conseguimento - attraverso il psi al quale il gruppo imprenditoriale era particolarmente legato - «di interventi legislativi favorevob all'organizzazione mafiosa». Ma non è tutto. Sembra che Bernardo Brusca, il vecchio boss di San Giuseppe Jato, padre di Giovanni ed Enzo Salvatore, si sia dato molto da fare per restituire alla famiglia la salma di Serafino Ferruzzi, trafugata a scopo di estorsione a Ravenna. Cosi ha detto il pentito Angelo Siino, aggiungendo che «forse in relazione a questa vicenda furono anche commessi omicidi». Il contatto tra Gardini e Brusca sarebbe stato mediato da Antonio Buscemi, l'imprenditore edile di Palermo che attraverso una sua società aveva rapporti con la "Calcestruzzi", facente capo al gruppo Ferruzzi». Siino conclude che «Gardini rimase assai grato a Buscemi e si mise a disposizione per aggiustammenti di processi, grazie alle amicizie che vantava tra i politici». Gardini, ovviamente, avrebbe intrattenuto rapporti con Cosa nostra per un suo tornaconto personale. Il pentito spiega che il gruppo raven- nate ebbe «assoluta libertà» nel rilevare impianti di calcestruzzi in Sicilia, puntando di fatto al monopolio, e ottenne addirittura «un ruolo centrale» nella suddivisione degli appalti pubblici. Tra la holding e i boss, insomma, lo scambio sarebbe stato reciprocamente fruttuoso. Il capo di Cosa nostra voleva sfruttare il gruppo Ferruzzi e le «conoscenze altolocate» del suo manager Gardini per aprire un nuovo canale politico da utilizzare per 1'«aggiustamento» del maxiprocesso in Cassazione. E il dichiarante Giovanni Brusca, a proposito di presunti rapporti tra il psi e Cosa nostra, racconta che «il contatto con Claudio Martelli era stato mediato proprio da Gardini». Ma Rima puntava soprattutto ai miliardi. E se non vi sono elementi per sostenere - ma neanche per escludere, dicono i magistrati - che abbia investito capitali nel gruppo di Ravenna, è certo che sia Gardini sia il suo manager Panzavolta «costituirono una società con i Buscemi di Passo di Rigano ben sapendo di legare le loro sorti a quelle di soggetti di cui conoscevano l'influenza ed il carisma nel contesto mafioso e, anzi, ritenendo per questo di potere più facilmente introdursi nel difficile mercato siciliano». I rapporti di Nino Buscemi con il gruppo di Ravenna hanno inizio nel 1988 quando la società ravennate «Calcestruzzi» anuninistrata da Panzavolta, acquista da Buscemi il 40 per cento di una società, la «Cava Occhio», con sede a Palermo. E' solo il primo passo di un'alleanza destinata a durare nel tempo. Due anni dopo i certificati azionari della «Calcestruzzi Palermo spa», di proprietà di Buscemi, vengono ceduti alla «Calcestruzzi» di Ravenna con conseguente nomina, nel consiglio d'amministrazione, di Sergio Pironi e Giorgio Saiani, dirigenti del gruppo Ferruzzi. Presidente del eda rimane Guido Teresi, uomo di fiducia di Buscemi, e uomo-cerniera che farà l'intermediario per gli affari tra quest'ultimo e Panzavolta. E' chiaro, scrivono oggi i magistrati, che si è trattato di una «vendita simulata allo scopo di evitare il sequestro e la confisca di alcuni terreni intestati alla Calcestruzzi-Palermo, nell'ambito del procedimento di prevenzione che era stato aperto a carico di Buscemi nei primi Anni 90». Anche 0 primo pentito della Tangentopoli siciliana, Giuseppe Li Pera, lo aveva detto: «Corre voce che Ferruzzi abbia rilevato quote societarie di pertinenza di Buscemi per evitare al socio la confisca ai sensi della legge antimafia». Sandra Rizza La salma del fondatore del gruppo era stata trafugata, ma il boss si diede da fare a favore della sua famiglia L'accusa: «L'affermazione delle società Ferruzzi in Sicilia è stata sponsorizzata direttamente dal Padrino» In alto Raul Gardini secondo i giudici di Palermo serviva a Totò Riina per arrivare ai socialisti