« Non confondeteci con Bossi» Pujol: la Catalogna non è separatista di Maurizio Molinari

Non confondeteci con Bossi» « Non confondeteci con Bossi» Pujol: la Catalogna non è separatista IL PRESIDENTE DELLA REGIONE PADOVA DAL NOSTRO INVIATO Jordi Pujol, presidente della Catalogna, dopo il referendum scozzese Umberto Bossi ha salutato l'inizio di una «nuova stagione per l'Europa», è d'accordo? «I referendum in Scozia e Galles sono stati due passi importanti verso il rafforzamento delle autonomie negli Stati nazionali in Europa. Il premier britannico, Tony Blair, mantiene le sue promesse e credo che fra poco il decentramento politico riguarderà anche l'Inghilterra. E' un passaggio cruciale, lo è già stato per la Catalogna in Spagna e lo sarà anche per la Bavaria e la Sassonia in Germania. C'è un filo comunquérche lega losviluppo del fi29 deralismo, non più solo economico ma anche politico, in Europa. Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con Umberto Bossi e la sua Lega Nord». Perché? «Fra noi autonomisti catalani e Umberto Bossi ci sono due differenze sostanziali. Primo: noi liori" slamo!' indiperifièrftisti, siamo contro la secessione. Secondo: siamo decisi a garantire in ogni modo lo sviluppo della nostra regione per favorire il progresso generale della Spa¬ gna. Non per pregiudicarlo». Cosa si aspetta dalle «elezioni padane» del prossimo 26 ottobre indette dalla Lega Nord? ^ t «Il percorso che segue Bossi non ci riguarda. Siamo su strade opposte. Lo dimostra il fatto, semplice ma assai importante, che noi catalani abbia¬ mo sempre votato le leggi finanziarie dei governi spagnoli. Bossi ha fatto altre scelte nel Parlamento italiano. La nostra stràtegièiiiah è quell¥'li-divìdere, e quindi indebolire la Spagna, ma di renderla più forte e più sana per facilitarne quindi il rispetto dei parametri di Maastricht e l'entrata do¬ mani nell'Unione monetaria e dopodomani nell'Unione politica». Che ruolo potranno avere le autonomie nell'Unione politica europea? «L'Europa che oggi noi conosciamo è destinata ad avere tre livelli di governo: l'Ue, i singoli Stati e le autonomie. L'Ue avvicinerà le Nazioni, ne faciliterà le decisioni comuni, ma le autonomie eviteranno il dissolvimento del sostegno popolare all'Europa. Anche per questo il modello catalano è stato un passo nella direzione giusta. Credo tuttavia che la Catalogna sia lungi dall'essere perfetta. Dobbiamo fare ancora dei passi avanti. Come d'altra parte è vero che in molti Stati nazionali europei le autonomie regionali. sono ancora molto precari*; deboli. Tony Blair, per molti versi, resta un'eccezione». Cosa ha pensato assistendo alle nozze dell'Infanta Cristina a Barcellona? «E' stato un momento importante per il riconoscimento dell'identità catalana e dell'unità spagnola. La messa è stata recitata in tre lingue: spagnolo, basco e catalano. Nessuno dei due sposi è nato in Catalogna ma entrambi conoscono bene, parlano fluentemente, la nostra lingua, che è il pilastro della nostra identità, della nostra autonomia. Il fatto che i catalani si siano stretti attorno alla famiglia reale non deve sorprendere, il mio Paese è ben conscio di appartenere alla corona di Spagna. Come lo è del fatto che il federalismo è servito alla Spagna per uscire dal tunnel del dopo-Franco così come servì alla Germania per risollevarsi dalle macerie, morali e materiali, del secondo dopoguerra....E'_ il federalismo infattibile permette alla gerite di diventare protagonista di un modello veramente libero e democratico». Maurizio Molinari «La nostra autonomia ha l'obiettivo di favorire il progresso della Spagna» Il leader della Lega Nord Umberto Bossi A sinistra: Jordi Pujol presidente della Catalogna