«No al razzismo leghista» Violante: bisogna combatterlo e isolarlo

Il presidente della Camera a Marzabotto nell'anniversario dell'eccidio nazifascista: è la piaga più insidiosa Il presidente della Camera a Marzabotto nell'anniversario dell'eccidio nazifascista: è la piaga più insidiosa «No al razzismo leghista» Violante: bisogna combatterlo e isolarlo MARZABOTTO. «Ci sono alcuni slittamenti pericolosi verso il razzismo. Alcuni dirigenti di un importante partito politico presente in Parlamento fanno aperta propaganda di lacerazione nazionale e di razzismo». Nel celebrare a Marzabotto il 53° anniversario dell'eccidio nazifascista, il presidente della Camera Luciano Violante ha puntato il dito contro chi vuol dividere in due l'Italia, senza però citare né la Lega Nord né Bossi. «La propaganda per il razzismo - ha continuato - è persino peggio di quella per la lacerazione nazionale, perché è il presupposto dell'altra. E' una posizione che ricorda quella del fascista Le Pen in Francia e che deve essere combattuta e isolata con la massima determinazione». L'avvertimento è stato lanciato da Violante in un luogo, Marzabotto, in cui «un esercito razzista si è reso responsabile di uno degli eccidi più efferati tra quelli commessi in Europa in questo secolo». L'eccidio nazifascista di 53 anni fa costò la vita a 1760 persone nei tre comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana. Davanti al simbolo della follia razzista, Violante osserva che il germe del razzismo esiste ancora. «Se parliamo con chi ci sta vicino - ha detto il presidente della Camera - sentiamo a volte che il respiro del razzismo è più vicino a ciascuno di noi di quanto non si pensi. Il razzismo è oggi la piaga più insidiosa, perché divide le persone, perché non si presenta mai con il proprio volto, perché nessuno che sia razzista è disposto a riconoscerlo». Ed ecco il riferimento a chi di questo sentimento si fa portavoce. «Di fronte a dichiarazioni e comportamenti che per egoismo e per fazioso spirito di parte vorrebbero accantonare la nostra identità nazionale - ha detto Violante - possiamo rispondere cercando il senso profondo del nostro essere qui, italiani e democratici», L'Italia degli ultimi trent'anni, con le sue otto stragi, 13 mila attentati, oltre 500 morti «è stata la patria moderna dell'omicidio politico. La storia della Repubblica non è una storia crimi¬ nale, ma nella storia della Repubblica si sono annidati nuclei che hanno usato l'omicidio come mezzo di lotta politica». «La legalità non è stata accettata da tutti», la violenza, «a volte coperta perfino da uomini che svolgevano delicate funzioni istituzionali», ha colpito persone inermi eppure ha rilevato Violante - «ci siamo liberati dal terrorismo, abbiamo processato e condannato in primo grado gli imputati per la strage di Capaci. Noi italiani sappiamo soffrire e andare avanti». E gli uomini che hanno impugnato le armi per la libertà «hanno dimostrato che nella storia dei popoli non c'è nulla di irrimediabile se quei popoli hanno il senso della dignità nazionale.. Di molti italiani che sacrificarono la vita, non conosciamo neppure il nome. Sappiamo - ha concluso - che molti vennero dal Sud: segno di un'unità d'intenti che ha attraversato il nostro Paese nei momenti più difficili e che nessun egoismo separatista potrà cancellare». Nel chiudere le celebrazioni commemorative a Marzabotto, il presidente della Camera ha quindi proposto l'istituzione di un «Osservatorio internazionale contro 0 razzismo». «Un forum periodico, che analizzi, studi e insegni e combattere questo fenomeno» per educare alla tolleranza. Il presidente ha avanzato anche un'altra proposta, mirata alla diffusione della memoria degb' .stermini che hanno accompagnato la seconda guerra mondiale: ha detto di aver scritto a Prodi chiedendo che «in questa legge finanziaria ci sia uno stanziamento da accompagnare ai fondi delle Regioni per finanziare viaggi di giovani italiani nei luoghi di sterminio, non solo all'estero ma anche in Italia, anche a Fossoli, San Saba, Montesole». Raffaella Quaquaro Una manifestazione di militanti leghisti Qui sotto: il presidente della Camera, Luciano Violante

Persone citate: Bossi, Le Pen, Luciano Violante, Prodi, Raffaella Quaquaro