Pensioni e orario, posizioni più vicine

Pensioni e orario, posizioni più vicine DIUTDACrFMA UNA VIGILIA MOVIMENTATA Pensioni e orario, posizioni più vicine Domenica calda per D'Alema e Bertinotti al telefono ROMA. E' una vigilia gonfia di nervosismo e incertezze quella che precede l'incontro tra il governo e la delegazione di Rifondazione comunista. In mattinata si diffondono bagliori di ottimismo, che traggono origine dall'incontro che si è tenuto il giorno prima al ministero del Lavoro. Corre voce che in quella sede si sia registrato un avvicinamento tra le posizioni dell'esecutivo e quelle di Rifondazione comunista. L'esecutivo avrebbe fatto delle concessioni. Sulle pensioni d'anzianità. E sulla riduzione dell'orario di lavoro, ipotizzando una legge quadro e congrui incentivi a quelle aziende che concertino con i sindacati la riduzione dell'orario. Di più, il governo si sarebbe spinto fino ad assicurare che se entro un certo limite di tempo non si vedranno risultati in questo senso, allora verrà varato un provvedimento «ad hoc». Ma ecco che nel pomeriggio prendono quota nuovi «boatos», poco rassicuranti. Già, di voci ne girano tante, come quella che rimbalza da Capri, secondo cui sabato pomeriggio Massimo D'Alema avrebbe incontrato Scalfaro. Ma di questo «faccia a faccia» non c'è nessuna conferma. Mentre si sa che in questa domenica ingarbugliata, il leader pidiessino (che trova pure il tempo di andare allo stadio) ha più di un colloquio con Bertinotti. L'esito di queste conversazioni? Non ancora chiarificatore se è vero, come è vero, che tra i dirigenti della Quercia più vicini al segretario serpeggia un certo nervosismo. Nervosismo assai contagioso, che attecchisce anche in casa popolare. Il segretario del ppi, Franco Marini, confida ai suoi: «Credo che ci sarà la crisi. La verità è che non si capisce che cosa vuole veramente Bertinotti. Lui pone in continuazione nuove condizioni, perciò non si comprende se il leader del prc intende arrivare a un accordo sul serio, o se ha semplicemente intenzione di rompere». La vigilia corre anche sui fili del telefono. Prodi parla con tutti i leader della mag¬ gioranza, Bertinotti incluso. Il presidente del Consiglio mostra alle telecamere una serenità che non prova. «Nei confronti di Rifondazione - è il suo ritornello nei vari colloqui telefonici - noi possiamo fare delle aperture, ma una cosa deve essere chiara: io voglio entrare in Europa a testa alta. Ho preso degli impegni con Francia e Germania». Senza parlare poi degli impegni che il presidente del Con- siglio ha preso con i sindacati, i quali, adesso, non possono certo permettersi il lusso di essere scavalcati da Rifondazione. «Già - ironizza Franco Giordano, uno dei protagonisti, per conto del prc, della trattativa - Cofferati è in un vicolo cieco: o fa una figuraccia perché le nostre richieste vengono accettate, oppure, se questo non dovesse accadere, si ritroverà senza avere più un governo con cui trattare». Ma anche Rifondazione non sta vivendo questa vigilia con serenità. La delegazione che oggi incontrerà Prodi è composta da Bertinotti, Cossutta, e dai due capigruppo Diliberto e Marino. Gli ultimi tre, come è noto, hanno una linea diversa da quella del segretario, e anche questo comporterà dei problemi. Perciò il leader del prc si trova in una situazione delicata. «Io - spie- ga lo stesso Bertinotti ai suoi non posso agire diversamente. C'è un problema di contenuti: abbiamo avanzato delle proposte e finora ho visto molta propaganda ma poca sostanza. Sia chiaro: non voglio la crisi, non voglio fare giochetti e farò di tutto per scongiurare la rottura, chiedo però che la politica economica del governo cambi». Così ragiona Bertinotti, mentre Cossutta un pensierino alla crisi-lampo pilotata, per un Prodi bis che veda un maggiore coinvolgimento di Rifondazione, lo ha fatto, quindi - e questa è un'altra incognita dell'incontro di oggi - potrebbe essere addirittura lui a indurirsi, anche se poi il presidente del prc vive con «dolore» e con preoccupazione l'isolamento in cui si trova in questo momento il suo partito. In questo clima di grande incertezza procedono le trattative. Governo e partiti dell'Ulivo hanno ricevuto le tre cartelle del documento che contiene le richieste di Rifondazione. Su alcuni punti è possibile giungere a un accordo, come Marini spiega a Bertinotti nel corso di una telefonata. Però vi sono ancora molti ostacoli. Per esempio la richiesta di 150 mila assunzioni nel Mezzogiorno è giudicata da tutti irricevibile. Eppoi, conti alla mano, il documento di Rifondazione, secondo il governo, viene a costare troppo. Ma comunque si continua a lavorare per addivenire a un compromesso. A tarda sera Prodi arriva a Ro ma perché quella della vigilia è una notte di trattative. E di telefonate. E di incontri... Maria Teresa Meli ulivo sono spirito «Altro che Bertinotti. Berti-no». [Il comico del pds Enrico Montesano si cimenta in una delle sue battute più riuscite, Fantastico Enrico, Raiuno]

Luoghi citati: Capri, Europa, Francia, Germania, Roma