Oggi il vertice accordo o elezioni
La trattativa potrebbe durare alcuni giorni mentre la Finanziaria viene discussa in Parlamento La trattativa potrebbe durare alcuni giorni mentre la Finanziaria viene discussa in Parlamento Oggi il vertice, accordo o elezioni Il governo tende la mano, Rifondazione rincara ROMA. E' fissato per oggi pomeriggio alle quattro l'incontro tra il governo e i rappresentanti di Rifondazione comunista, incontro dal quale dovrebbe emergere se il governo ha o no una sua maggioranza, se ci sarà o no la crisi di cui da giorni si parla. Tecnicamente, la trattativa potrebbe andare avanti anche qualche altro giorno, mentre la Finanziaria comincia ad essere discussa al Senato e alla Camera inizia il dibattito parlamentare indetto per domani. Ma l'orientamento di Palazzo Chigi è quello di arrivare comunque a un chiarimento nella giornata di oggi, per non protrarre più a lungo l'incertezza. Giorno della verità dunque, in cui le due delegazioni si affronteranno a carte scoperte. Per il governo, oltre a Romano Prodi, ci saranno il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni, il sottosegretario alla presidenza Enrico Micheli, i ministri del Tesoro Ciampi e del Lavoro Treu. Per Rifondazione, accanto a Fausto Bertinotti dovrebbero essere presenti il presidente del partito Armando Cossutta, il responsabile economico Nerio Nesi e, probabilmente i due capigruppo alla Camera e al Senato Diliberto e Marino. Ma la rappresentanza comunista verrà decisa solo stamattina dalla segreteria. Giorno della verità. Preceduto da una domenica apparentemente molto «normale» in cui, mentre i telefoni fremono e i tecnici delle due parti sono al lavoro per far coincidere i due documenti, quello di Prc e quello del governo, i leader ulivisti ostentano calma e tranquillità. Prodi si fa vedere rilassato dopo un lungo giro in bicicletta. D'Alema appare allo stadio Olimpico, inquadrato più volte mentre esulta per i gol della sua Roma contro il Napoli (e chissà che la vittoria dei giallorossi non sia di buon auspicio). Quanto a Bertinotti, a parte la visita alla neonata nipotina Lisa, si concede varie volte a cronisti e tv. Per dirsi «preoccupato» delle risposte «poco incoraggianti» che gli arrivano dall'altra parte: «Noi diamo buone proposte politiche ma riceviamo cattive risposte sui contenuti: risposte poco precise sui problemi concreti», spiega. «La sensazione è che oggi non si sono aperti spazi maggiori», insiste il leader di Prc. Ma sugli esiti dell'incontro non si sbilancia e ripete quanto ha già detto alla Stampa: «Io vado con determi- nazione positiva, ma con pessimismo. Ottimismo della volontà e pessimismo della ragione», aggiunge, citando Gramsci. Acqua gelata o soltanto una mossa al rialzo, in una trattativa che, al contrario di quel che afferma pubblicamente Fausto il Rosso, è ormai entrata nel merito delle questioni? E' questa seconda ipotesi che temono Pds e Ppi. Ma da Palazzo Chigi escono solo parole asettiche, frasi neutre che ribadiscono la disponbilità dell'esecutivo, in un confronto «alla luce del sole», a modificare la manovra «purché non se ne alteri l'impianto». Una posizione che, fanno sapere fonti ministeriali, «non rappresenta assolutamente una chiusura», ma va invece considerata come la volontà di valutare con la massima attenzione le nuove proposte, purché siano «ragionevoli». Nel merito, si precisa la possibilità di arrivare a un punto di incontro anche per quel che riguarda l'orario di lavoro (ci si riferisce al documento italo-francese) le pensioni di anzianità per le categorie che praticano lavori usuranti, il rilancio dell'occupazione attraverso un'agenzia apposita (ma escludendo l'ipotesi che Tiri assuma 150.000 lavoratori). In tanta incertezza, dalla Festa dell'amicizia di Genova Franco Marini, parlando dei vari problemi sul tappeto, mostra un cauto ottimismo. «La mia esperienza da mi dice che anche nel sindacato, quando l'accordo era vicino, non si rinunciava a rilanciare le proprie richieste», dice, commentando le ultime battute di Bertinotti. Del quale approva la richiesta di «un patto per un anno. Ma i contenuti- aggiunge vanno valutati attentamente». Insomma, a tarda sera si registrano deboli spiragli di pace. Tanto che il Polo mette le mani avanti, segnalando il suo scetticismo. «Nel migliore dei casi si metterà solo una toppa nel logoro tessuto della maggioranza», sostiene il capogruppo di Fi Pisanu, mentre per il ccd Mastella «una riappacificazione sarebbe di corto respiro». Da Marzabotto, il presidente della Camera Violante lancia un appello ai leader: «L'Italia ha fatto metà del suo percorso. Sforziamoci tutti, soprattutto quelli che hanno maggiori responsabilità, per non lasciare le cose a metà». Maria Grazia Bruzzone Marini: la mia esperienza nel sindacato mi dice che quando l'accordo era vicino non si rinunciava a rilanciare le proprie richieste II leader del pds Massimo D'Alema la manovra «purché noteri l'impianto». Unache, fanno sapere fonriali, «non rappresentmente una chiusura»,vece considerata comedi valutare con la mtenzione le nuove Marini: la mia esperienza nel sindacato mi dice che quando l'accordo era vicinonon si rinunciava a rilanciare le proprie richieste el Consiglio ter Veltroni to popolare anco Marini Il vice presidente del Consiglio Walter Veltroni e il segretario del partito popolare Franco Marini II leader del pds Massimo D'Alema
Luoghi citati: Genova, Italia, Marzabotto, Roma
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