«Pensioni niente stop a chi lavora da giovane» di Ant. Ram.

LA CRITICA LA CRITICA rtr>ov •)"■- IROMA venti di guerra sul governo Prodi, insufflati da Bertinotti e Cossutta, non si sono ancora placati, che Luigi Manconi avverte: «Se si risolve 3 conflitto con Rifondazione, l'Ulivo dovrà porsi il problema del proprio deficit di intenti riformatori. Non c'è solo la politica economica, ma anche la difesa del suolo e i diritti civili». I Verdi, dunque, si faranno sentire. Ma per ora, lo scoglio resta quello delle pensioni di anzianità. «Ormai le pensioni sono diventate un tabù: all'enfatizzazione di una parte corrisponde un irrigidimento dall'altra». Circola voce che tra le proposte che il governo potrebbe presentare a Bertinotti al tavolo della trattiva per evitare la crisi, ci sia anche una proposta dei Verdi, proprio in merito alle pensioni di anzianità. «Noi abbiamo avanzato una proposta che va in direzione di escludere dall'accelerazione che si dovrebbe imprimere alla riforma Dini tutti i lavoratori precoci, ovvero quelli che hanno cominciato a lavorare prima dei 18 anni, e tutti coloro INTERVISTA «Pensioni, niente stop a ehi lavora da giovane» che hanno svolto lavori manuali». Bertinotti ha sempre detto che non si possono togliere le pensioni di anzianità a coloro che hanno svolto, invece, semplicemente lavori usuranti. «Nella nostra proposta ci si estende oltre il lavoro usurante, inserendo un elemento di equità, perché risponde a un criterio di giustizia sociale il proteggere due gruppi: coloro che hanno iniziato a lavorare prestissimo, e coloro che in quanto lavoratori manuali svolgono un'attività più faticosa e logorante...». E perché questa proposta dovrebbe essere sostenibile, per il bilancio dello Stato? «Perché i lavoratori manuali sono assai meno dei lavoratori cosiddetti "di concetto"». A chi ha avanzato questa proposta? «A Bertinotti e Cossutta ho inviato una lettera 4 giorni fa. Ne ho parlato anche con Prodi e con Veltroni: mi hanno detto che avrebbero esaminato i numeri, che avrebbero approfondito. La proposta è stata ripresa poi dalla sinistra del pds. Rientra all'oggetto della riflessione di Rifondazione, e del governo». Bertinotti ha chiesto al governo un patto lungo un anno. Da tempo, lei parla della necessità di un «patto di mezza legislatura» con Rifondazione... «Un programma per un anno è buona cosa: è ovvio che è più difficile fare un progetto di lavoro lungo un anno che non uscire semplicemente da una congiuntura, ma dà più garanzia a tutti. Perché a quel punto la corresponsabilizzazione di Rifondazione è inevitabile. Sono favorevole che si alzi la posta, che si guardi oltre la Finanziaria. Anche perché a quel punto il problema non è che Prodi ricontratta con Rifondazione la sua aderenza al programma, ma è l'Ulivo che ricontratta il programma di un anno». E nell'Ulivo ci sono anche i Verdi... «Certo: infatti noi a quel punto diremo: cosa si fa per la difesa del suolo? Cosa si fa contro il dissesto idrogeologico? Aspettiamo altri terremoti? E per le garanzie dei cittadini, dei diritti civili? Non siamo riusciti ad abrogare l'ergastolo, a impostare un progetto di lotta alla tossicodipendenza». Lotte per i diritti civili, sui quali i Verdi cercheranno la confluenza con Rifondazione? «Certamente, certamente. Ma attenzione: non è che noi approfittiamo del momento. E' che la vicenda di Rifondazione evidenzia un deficit di capacità riformatrice». Si aspetta un soluzione positiva di questa crisi? «Non vorrei che si arrivasse alla crisi di governo perché si è andati troppo avanti nell'evocarla». [ant. ram.]