Nato, intesa Dini-Solana

L'Italia appoggia il segretario sui costi dell'allargamento ALLEANZA ATLANTICA L'Italia appoggia il segretario sui costi dell'allargamento Nato, intesa Dini-Solana Accogliere Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca potrebbe costare quasi cento miliardi di dollari ROMA. L'Italia svolge un ruolo attivo nel processo di ampliamento della Nato verso Est e vuole evitare che la questione dei costi diventi una nuova mina vagante fra gli alleati. Questo il risultato della visita-lampo a Roma del segretario generale della Nato, Javier Solana, reduce dal teso incontro di Maastricht fra i ministri della Difesa dei Sedici proprio sullo scottante argomento del «chi pagherà quanto» per l'ammissione di Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca entro il 1999. «L'allargamento dell'Alleanza corrisponde ai migliori insegnamenti del secondo dopoguerra, sarà un nuovo fattore di stabilità e sicurezza per l'Europa» ha detto Dini nel corso di una tavola rotonda con Solana organizzata dal Cespi. E sui costi ha aggiunto: «Non è corretto temere che i costi di ingresso nella Nato costringeranno i nuovi membri a sottrarre risorse preziose al risanamento delle loro economie» ma al contrario «i singoli Paesi saranno sottratti all'accumulazione di strumenti di difesa nella vana ricerca di una sicurezza individuale che sarebbe comunque effimera». Come dire: a Budapest, Praga e Varsavia, in termini di budget per la difesa, costerà molto meno entrare nella Nato che restarne fuori. E' questo il punto di partenza della posizione italiana sulla suddivisione di un costo che, secondo il nostro ambasciatore presso la Nato Giovanni Jannuzzi, è «compreso fra i 35 ed i 100 miliardi di dollari» nel periodo fra il 1999 ed il 2009. «C'è molta confusione nella discussione sui costi - ha aggiunto Jannuzzi - ma è chiaro che i nuovi membri ne dovranno sostenere una parte importante mentre i vecchi membri si dovranno impegnare ad aumentare il bilancio co■ mone della Nato». L'Italia tende insomma a ridimensionare la polemica, affiancandosi a Solana nella difficile mediazione in corso fra gli alleati. «Sbagliano tanto quegli americani che vogliono far pagar tutto all'Europa quanto quegli europei che sostengono l'esatto contrario» ha detto Jannuzzi, auspicando un'intesa fra i Sedici che «eviti il ripetersi delle pole miche che ci furono anni fa sulla divisione delle spese interne alla Nato». Anche Solana ritiene che «i costi saranno nel complesso sopportabili» e sottolinea come «il grosso della spesa comune sarà per l'adattamento dei loro sistemi di armamento ai nostri, ma in questo senso abbiamo già fatto degli importanti passi avanti grazie alla collaborazione in atto in Bo- snia nell'ambito della Sfor». Accordo fra Dini e Solana anche sul coinvolgimento della Russia. «La Russia è parte integrante del nuovo sistema di sicurezza europeo» e bisogna lavorare «per ancorare definitivamente Mosca ai nostri valori» ha detto il nostro ministro degli Esteri. Ma Vitaly Churkin, inviato di Eltsin ai negoziati con la Nato, è stato assai più cauto: «Siamo preoccupati per il possibile sorgere di problemi tecnici e pratici dovuti al primo gruppo di nuove ammissioni Temiamo degli screzi. Non osiamo immaginarne le conseguenze. Dovremo lavorare molto ed insieme». Maurizio Mollnarì ;SS::":ì:% A sinistra il segretario generale della Nato Javier Solana Sopra, il ministro degli Esteri Lamberto Dini