«Prodi e la Cirio? Tutto regolare»

Ora dovrebbero cadere le accuse di abuso d'ufficio e conflitto d'interessi per la vendita dallìri alla RSvi Ora dovrebbero cadere le accuse di abuso d'ufficio e conflitto d'interessi per la vendita dallìri alla RSvi «Prodi e la Cirio? Tutto regolare» /periti incaricati dal gip «scagionano» ilpremier ROMA. La Cirio fu venduta dall'Iri di Romano Prodi alla Fi.Svi di Carlo Saverio La Miranda, ad un prezzo «congruo» e in linea con il mercato del momento (era il 1993). Inoltre le procedure adottate per la vendita sono state del tutto regolari. Ne consegue che le accuse di abuso d'ufficio rivolte all'allora consiglio di amministrazione dell'Iri e anche quella di conflitto di interessi rivolta all'allora presidente dell'Istituto Romano Prodi, non hanno motivo di sussistere. Ieri mattina alle dieci, i megaperiti (tutti giuristi ed economisti di grido) incaricati di stabilire la congruità del prezzo, consegnavano i sei faldoni (per un totale di 700 cartelle) della perizia al gip romano Eduardo Landi. Il testo, ovviamente, ha ancora un carattere riservato e non è stato commentato in nessun modo né dal gip né dal pm che aveva sostenuto l'accusa, Giuseppa Geremia. Ma è chiaro che la perizia segna un punto forse decisivo per la difesa del premier, tanto da far ipotizzare il proscioglimento. Comunque, mentre Prodi era indaffarato nel grande incubo della crisi di governo, il «piccolo incubo» della vendita Cirio si dileguava all'orizzonte. Con Prodi erano stati indagati i membri del CdA dell'Iri, Mario Draghi, Paolo Ferro Luzi, Giuseppe Glisenti, Antonio Patroni Griffi e Roberto Poli, nonché il presidente della Fisvi, La Miranda. Romano Prodi, oltre che di abuso di ufficio, deve rispondere anche di conflitto di interessi a motivo del suo rapporto di consulenza con la Unilever, la multinazionale olandese che rilevò poi dalla Fisvi il ramo «oli» del comparto alimentare della Cirio. Per fare piena luce sulla vicenda, una perizia era stata sollecitata dalla difesa di Mario Draghi, ed era stata redatta da Fausto Nunziata, vice¬ presidente della corte dei Conti, Vincenzo Caputi Jambrenghi, ordinario di diritto amministrativo nell'Università di Bari, Roberto Aguiari, docente di economia e gestione d'impresa nella terza università di Roma, Giorgio Marasà, professore di diritto d'impresa nella seconda università di Roma e dal commercialista Cludio de' Giovanni. Il risultato di tanto consulto libera totalmente gli indagati dall'accusa di aver presentato un prezzo stracciato, e valuta come ineccepibile anche il lavoro del Cipe, ma lascia aperti alcuni dubbi sulla questione del «conflitto di interessi» da parte di Romano Prodi. Di fronte a questo interrogativo, i periti si sono limitati a dire che «non era materia di perizia» in quanto argomento non indicato nei nove quesiti posti al collegio peritale da parte del pm. La perizia di circa 700 pagine divisa in sei faldoni e consegnata al gip, pur rispondendo ai quesiti richiesti dalla procura della capitale si è soffermata principalmente sulle fasi della vicenda ritenute più importanti, cioè l'iter contrattuale, i passaggi normativi e naturalmente la valutazione economica dell'azienda. Per gli avvocati del presidente del Consiglio, Giuseppe De Luca e Paola Severino, «l'accertamento della assoluta congruità del prezzo di cessione della Cirio-BertolliDe Rica costituisco un aspetto fondamentale perché esclude alla radice ogni dubbio in ordine alla sussistenza di danno patrimoniale per Tiri». Nonostante i legali non abbiano visto materialmente il testo della perizia, considerano comunque dato rilevante la «constatazione dell'assenza di offerte più vantaggiose rispetto a quella formulata dalla Fi.Svi.». Non solo, dal lavoro peritale emergerebbe anche la «conformità dell'iter procedurale seguito nel corso della compravendita alle norme che regolano la materia». Insomma, per Prodi e gli altri ex consiglieri Iri la vicenda è quasi conclusa, [r. r.] I tecnici: il prezzo era congruo e le procedure seguirono la norma A destra il presidente del Consiglio Romano Prodi A sinistra il finanziere Carlo Saverio La Miranda

Luoghi citati: Bari, Roma