«Per l'Ulivo farei il garzone» di Guido Tiberga

«Per l'Ulivo farei il garzone» «Per l'Ulivo farei il garzone» Di Pietro: dobbiamo costruire la «cosa bianca» conduttore, davanti all'ex pm, conta poco. Di Pietro il più delle volte non risponde, va avanti seguendo il filo dei suoi pensieri, si fa le domande e si risponde da solo. Quello che gli interessa è il messaggio, che pure in mezzo a tante parole arriva chiaro: «Non ci sarà mai una .lista Di Pietro», ma non ci sarà neanche un Di Pietro arruolato nel ppi. «Non sono qui per fare castelli di carta sillaba - ma per costruire i mattoni di una casa più stabile. Io voglio aiutare il ppi a costruire quella "cosa bianca" che potrà confrontarsi alla pari con il pds. Il centro non può continuare a essere la "seconda" forza deU'Ulivo, deve diventare 1' "altra" forza dell'Ulivo». Se alle feste dell'Unità Di Pietro quasi chiedeva scusa di esserci, qui attacca a testa bassa, senza troppi riguardi per i padroni di casa. La gente applaude, come sempre, indifferente all'imbarazzo che di tanto in tanto segna il volto dei notabili del ppi. «Caro Marini - attacca l'ex pm, fissando negli occhi il segretario seduto in prima fila - io non sono qui per iscrivermi al ppi. Se lo facessi, vi porterei uno zero virgola cinque in più: aggiungerei poco al vostro poco. Il pds, in vista delle prossime elezioni, sta preparando una macchina da guerra. Il centro non può stare a guardare: scovate una soluzione, e io sarò il vostro gregario. Caro Marini, trova un nome alla "cosa" di cui dovrai fare il leader, e questa sarà una grande cosa...». E poco importa che Letta e Franceschini si fossero sgolati per far capire che il leader della «nuova cosa» dovrebbe essere Prodi. Di Pietro è un torrente in piena. Non fa una sola volta il nome di Prodi, ma gli altri li cita tutti: Dini e Maccanico? Devono fare un «passo indietro» anche loro «e vedranno che il pds, invece che con Rifondazione, verrà a trattare con il centro». Bertinotti? Urla tanto «perché ha paura di non servire più all'Ulivo. Vuole la crisi? Bene, ma se si va a votare può scordarsi la desistenza». D'Alema? «So bene che non mi ha cercato perché si era innamorato di me. Lo ha fatto per interesse. E d'altra parte anch'io l'ho fatto per interesse: l'interesse del Paese». I popolari cercano di tirarlo dalla loro parte. «Nel nostro partito ci diamo del tu, possiamo farlo anche con te?», butta lì Letta. Di Pietro prima lo sbugiarda («Ma dai, ci siamo sempre dati del tu») e poi lo gela continuando la serata con il lei. E' il solito Di Pietro che gioca con le parole. Quando, vista l'insistenza di Borrelli, proprio non può fare a meno di rispondere, si rifugia nelle battute, guadagnando applausi e sorrisi. Il Mugello? «Io parlo con tutti, ma non si possono fare le campagne elettorali con i gabibbi». Lo Stato sociale? «Lo sanno tutti che i cinquantenni con la pensione di anzianità continuano a lavorare in nero. E allora sbianchiamolo, questo lavoro...». Il collegio sicuro? «Guardate che il Mugello sarà pure blindato, ma è blindato a sinistra. Io ho avuto il coraggio di andare a chiedere voti a casa degli altri. Se avessi voluto andare sul sicuro, mi sarei candidato in Molise...». Guido Tiberga

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