Lo sceicco liberato: viva i kamikaze di Fiamma Nirenstein

Lo sceicco liberato: vivo i kamikaze Lo sceicco liberato: vivo i kamikaze Arafat e re Hussein abbracciano il nemico d'Israele TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO I baci sono una merce molto a buon mercato in Medio Oriente. Si distribuiscono agli amici e ancora più volentieri ai nemici o a quelli che stanno per diventarlo. Ieri all'ospedale di Amman lo sceicco Ahmad Yassin ha ricevuto quelli di Arafat in visita, che certo teme il suo ritorno a Gaza non appena il fondatore di Hamas avrà recuperato la buona salute; e quelli di re Hussein che è il mallevadore della liberazione, due notti fa, dalle carceri israeliane del vecchio integralista islamico. Lo sceicco che fondò Hamas subito dopo l'inizio dell'Intifada era ormai in una prigione israeliana dal 1989, dopo l'ennesimo assassinioagguato della sua organizzazione a cittadini israeliani. Era stato condannato all'ergastolo nel '91. La sua liberazione a sorpresa, dopo la lunga assenza dall'arena politica, era stata certo accompagnata dalla speranza che Yassin portasse un poco di positivo pragmatismo nella vita politica mediorientale: lo sceicco infatti, a seguito di un rapimento, quello di Nachson Wachsman, e di alcuni recenti attentati terroristi suicidi da parte della sua organizzazione, si era dichiarato genericamente contro la «perdita di vite umane». Ma Yassin, una volta messo fuori dal carcere, si è già smascherato, ha immediatamente dichiarato a un giornale il suo dispiacere perché, quand'era in car- cere, non ha visto uscire sul giornale il nome di suo figlio fra quelli dei terroristi suicidi imbottiti di tritolo. Ha aggiunto: «Anch'io desidererei mòrire martire» e ha confermato il suo completo appoggio alla prosecuzione degli attentati suicidi da parte di Hamas contro gli israeliani. Yassin ha detto anche di essere in possesso di una garanzia israeliana scritta che lo autorizza a tornare a Gaza, dalla sua organizzazione e dalla sua famiglia. «Gli israeliani - ha detto - hanno cercato di convincermi a spingere Hamas a una politica più moderata. Hanno infatti paura che gli attentati, così come hanno provocato la sconfitta di Peres, provocheranno anche quella del governo di Netanyahu. Ma a noi non interessa quale gover¬ no israeliano è al potere. Ci interessa una vita decorosa e libera». Come dire: la guerra è senza quartiere quali die siano la politica e il governo israeliani. Questa è semplicemente la linea attuale di Hamas. Arafat dunque, nonostante abbia fatto buon viso a cattivo gioco, e abbia sparso sulle coltri di Yassin abbracci, sorrisi, benedizioni ed entusiastiche espressioni di benvenuto, certamente ha di che temere il ritorno del carismatico mistico santone che oltre a odiare tanto gli israeliani, di certo non nutre simpatie neppure per Arafat e la sua politica. Non è un segreto che Hamas, mentre controlla attraverso una formidabile rete di assistenza privata (scuole, ospedali, associazioni spor¬ tive femminili e quant'altro) la vita civile delle città palestinesi, non solo impartisce un'educazione religiosa e militare estremista, ma coltiva anche un capillare dissenso politico contro Arafat e il suo governo. Intanto in Israele si sente sempre di più il bisogno di giustificare il motivo per cui il vecchio leader integralista sia stato liberato dal carcere: Netanyahu lo avrebbe consegnato ad Hussein, ripete la radio, per spingerlo a consegnargli i due agenti israeliani che sotto mentite spoglie, con passaporto canadese, hanno tentato di uccidere Khalid Mashaal, un altro capo di Hamas. I due uomini del Mossad sono ora in una prigione di Amman, ed è probabile che Hussein li libererà in cambio di Yassin. Il primo ministro canadese Jean Cretien intanto ha sollecitato da Israele chiarimenti, definendo «incredibile» che agenti dei servizi segreti di un Paese straniero utilizzino passaporti canadesi per dedicarsi ad atti illegali. Nonostante le feste del capodanno ebraico, che impediscono l'uscita dei giornali e mettono la sordina al dibattito politico, arrivano segnali del malcontento che sta montando nei servizi segreti per la doppia gaffe di Netanyahu con Yassin e Mashaal. Radio Gerusalemme ha riferito che anonimi dirigenti del Mossad chiederanno una commissione d'inchiesta sull'operato del premier. Fiamma Nirenstein

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