Nel dramma di Algeri entra in scena Parigi di Foto Ansa

I giornali rivelano altri massacri Undici sgozzati nell'Ovest del Paese La Commissione diritti umani chiede all'Orni e all'Ue osservatori per indagare sui crimini Nel dramma di Algeri entra in scena Parigi «Lavoriamo a una soluzione» PARIGI NOSTRO SERVIZIO Qualcosa, forse, comincia finalmente a muoversi. Davanti alla tragedia che si consuma in Algeria, dove la guerra civile tra gli integralisti islamici e la giunta politico-militare al potere ha mietuto 60 mila vittime in cinque anni, la Francia potrebbe farsi parte duigente per la ricerca di una «soluzione politica». Lo ha dichiarato, in un'intervista radiofonica, il ministro degli Esteri Hubert Vedrine. «Si tratterebbe di un'azione umanitaria, e non di un'ingerenza», ha spiegato. Che sia urgente agire è un'evidenza. Non passa giorno senza che dall'Algeria sconvolta dalla violenza arrivino notizie di nuovi atroci massacri. E' la stampa a riferirle, visto che le autorità hanno scelto la «strategia del silenzio». Ieri, il quotidiano Libertà ha raccontato la strage di una famiglia di quattro persone sgozzate nella notte fra martedì e mercoledì, a Rebahia, vicino a Saida (Algeria occidentale), da un commando di terroristi probabilmente appartenenti al Già (Gruppo islamico armato), l'ala più radicale del movimento integralista clandestino. Al Già è imputato anche il massacro riferito dal quotidiano El Khabar: sette cadaveri orrendamente mutilati trovati in un pozzo vicino a Tiaret (oltre duecento chilometri a Sud-Ovest di Algeri). L'esercito algerino, intanto, continua a assediare Ouled-Allal, un centro abitato alle porte di Algeri, occupato dai guerriglieri del Già che l'hanno trasformato in una base fortificata, dopo averne cacciato tutti gli 8 mila abitanti. I fanatici hanno minato le vie d'accesso e la maggior parte delle case: alcune persone, che avevano tentato di tornare nelle loro abitazioni, sono morte dilaniate. Le forze armate hanno ripetutamente dato l'attacco, con elicotteri, mezzi blindati e bulldozer, ma secondo quanto riferiscono i giornali non sono ancora riuscite a espugnare la base. Il quotidiano L'Authentique cita la dichiarazione di un ufficiale: «Ci metteremo il tempo necessario, ma prima o poi annienteremo quella banda di criminali. Ormai sono in trappola». OuledAllal si trova nella fertile pianura della Mitidja, nel cuore di un perimetro noto come «il triangolo della morte»: nella stessa zona si trovano i villaggi di Sidi Rais e Ben- talha i cui abitanti (donne e bambini compresi) sono stati sterminati dai terroristi. Secondo dati non ufficiali, ci sarebbero state 170 vittime a Sidi Rais il 28 agosto e più di 200 a Bentalha il 22 settembre. Parigi, che segue con crescente inquietudine l'evoluzione della situazione e teme che la violenza torni a colpire la Francia (le autorità hanno preso molto sul serio le recenti minacce del Già di scatenare una nuova ondata di attentati sul territorio francese), è convinta che la soluzione debba essere politica e non militare. Il ministro degli Esteri Vedrine, che ha affermato ieri la «disponibilità» della Francia, si è anche sforzato di attenuare le dichiarazioni del primo ministro Lionel Jospin, che giorni fa aveva dato l'impressione di mettere sullo stesso piano i terroristi e le autorità algerine. Per un'iniziativa concordata con le Nazioni Unite e l'Unione Europea si è pronunciata anche la Commissione francese per i diritti umani, la quale ha raccomandato che la questione algerina sia iscritta airordine del giorno della 54" sessione dell'Onu. E ha suggerito l'invio, in tempi brevissimi, di commissioni per indagare sulla tortura, le esecuzioni sommarie, le detenzioni arbitrarie ecc. Ma il presidente algerino Zeroual ha denunciato, una volta di più, le «ingerenze» straniere; e ha respinto l'ipotesi di un negoziato con il Fis (Fronte islamico di salvezza) e il suo braccio armato Ais (meno radicale del Già) che hanno proclamato unilateralmente una tregua almeno fino alle elezioni amministrative programmate per il 23 ottobre. Enrico Molinai-i I giornali rivelano altri massacri Undici sgozzati nell'Ovest del Paese L'esercito assedia un sobborgo della capitale minato e fortificato dal Già Yasser Arafat e re Hussein di Giordania con lo sceicco Yassin (a letto) nell'ospedale di Amman dov'è ricoverato dopo la scarcerazione [foto ansa]

Persone citate: Hubert Vedrine, Lionel Jospin, Sidi Rais, Vedrine, Yasser Arafat, Yassin, Zeroual