Samuelson «Meno pensioni o più bambini»
Samuelson Samuelson «Meno pensioni opiù bambini» ROMA. Sarebbe «un grande svantaggio» per l'Italia non essere nel primo vagone di Paesi che approderanno all'Euro. Ma per staccarne il biglietto Paul Samuelson invita ad una riforma coraggiosa del sistema pensionistico: che non vuol dire necessariamente prendere a riferimento «la spietata economia statunitense». Il Nobel per l'economia è venuto a Roma per mettere a confronto il modello americano e quello europeo in una lezione di teoria economica cui hanno partecipato, tra gli altri, il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, ed i ministri Carlo Azeglio Ciampi e Tiziano Treu. Samuelson ha testimoniato il diffuso scetticismo con il quale oltre Atlantico si guarda al progetto europeo di unione monetaria, ma ha riconosciuto che per l'Italia rimanerne esclusa sarebbe un danno. «Per l'Italia sarebbe comunque un grande svantaggio non entrare nell'Euro con il primo gruppo di Paesi». Con l'Euro, ha spiegato Samuelson, l'Italia ha un'occasione macroeconomica importante di rendersi autonoma dalla politica della Bundesbank. L'Italia ha nella flessibilità della sua struttura produttiva articolata sulle medie e piccole imprese capacità economiche di notevole forza. Cogliere queste opportunità impone all'Italia di modificare il suo Welfare State per renderlo coerente con le tendenze demografiche del Paese. «Il modello del Welfare italiano è caratterizzato da un alto grado di inefficienza, dalla presenza di forte corruzione e da un mancato adeguamento all'evoluzione demografica del Paese che diventa sempre più vecchio. Quando vengo in Italia vedo sempre pochi bambini in giro per le strade. Per un Paese come il vostro, mantenere un modello che incoraggia ad andare in pensione a 55 anni, è il contrario di una buona politica». [r. e. s.]
Persone citate: Antonio Fazio, Carlo Azeglio Ciampi, Paul Samuelson, Samuelson, Tiziano Treu
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